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L’e-commerce Made in China spinge lo stoccaggio in Europa

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Image by DC Studio on Freepik

Negli ultimi anni, tutto il mondo e, quindi, anche l’Europa ha assistito a un’espansione senza precedenti delle piattaforme cinesi di e-commerce

Marketplace come JD.com, Temu, Shein, Joybuy e altri attori stanno letteralmente giocando il ruolo di booster, ridefinendo la mappa logistica del continente e spingendo la domanda di spazio nei magazzini a livelli record

Questa tendenza non è più episodica, ma sta anzi acquisendo le caratteristiche di un trend strutturale: nasce da una combinazione di fattori geopolitici, commerciali e tecnologici che stanno ormai trasformando il modo in cui le merci vengono distribuite.

Dazi USA e nearshoring: il contesto geopolitico

Le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, in particolare l’imposizione di dazi sulle esportazioni di Pechino, hanno spinto molte aziende a cercare mercati alternativi. 

L’Europa, offrendo una maggior stabilità normativa e una decisa prossimità ai consumatori finali, è diventata una destinazione privilegiata: il fenomeno del nearshoring, accelerato dalla pandemia e da eventi come il bypass del Canale di Suez causa tensioni nel Mar Rosso, ha reso strategico il posizionamento diretto sul territorio europeo.

Numeri che parlano chiaro

Nel solo Regno Unito, le aziende cinesi hanno occupato oltre 185mila metri quadrati di spazio logistico nel 2025, avvicinandosi al record del 2021: JD.com ha affittato 83.000 metri quadrati, lanciando Joybuy e aprendo centri a Milton Keynes e Coventry.

GLP, investitore logistico, ha affittato 400.000 metri quadrati a imprese cinesi in UK, Germania, Polonia e Italia.

CTP NV, il più grande sviluppatore industriale europeo, ha visto raddoppiare la quota di affittuari asiatici, metà dei quali cinesi.

 Polonia e Regno Unito: i nuovi hub

La Polonia, con i suoi costi competitivi e la posizione centrale, è diventata un polo strategico per Shein, che ha stabilito i suoi grandi hub a Wroclaw.

Anche il Regno Unito, nonostante un tasso di disponibilità ai massimi dal 2011, resta attrattivo grazie agli accordi sui dazi USA più favorevoli che per il resto d’Europa. 

La saturazione del mercato britannico, causata da uno sviluppo speculativo post-pandemico, non ha comunque frenato l’interesse cinese, che punta a consolidare la propria presenza.

 Implicazioni per i manager della Supply Chain

Per i responsabili della Supply Chain, questa evoluzione impone nuove riflessioni. La competizione per spazi di stoccaggio si intensifica, i tempi di reazione si accorciano e la pressione sulla flessibilità operativa aumenta. 

Le aziende europee devono rivedere le proprie strategie di allocazione, valutare partnership con operatori asiatici e investire in tecnologie che ottimizzino la gestione dei magazzini.

L’espansione delle piattaforme cinesi non è infatti solo una questione di metri quadrati, bensì di visione strategica. Interpretare questo cambiamento potrebbe far cogliere opportunità di crescita, considerando che l’Europa è il nuovo campo di gioco di questa partita, e la logistica è colei che silenziosamente ne sta ridisegnando le regole.

Fonte: ttnews.com

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