Le marce dei trattori in Europa: quali gli impatti (e i costi) sulla logistica?

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Il settore dei trasporti subisce perdite milionarie a causa dei blocchi stradali, ma soprattutto delle carenze di merci

Da gennaio 2024, agricoltori e allevatori europei sono scesi in piazza: non si tratta della prima volta che ciò accade – in Francia e Paesi Bassi il 2023 aveva già visto i trattori invadere autostrade e piazze – ma l’estensione della protesta sta raggiungendo una copertura pan-europea. 

Gli agricoltori e gli allevatori, entrambe categorie che si identificano nell’iconico trattore, protestano per ragioni di per sé condivisibili, come rivendicare prezzi più giusti per i loro prodotti, una riduzione dei costi di produzione, una semplificazione della burocrazia e una revisione della Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea. 

Le proteste hanno coinvolto diverse categorie di produttori, tra cui coltivatori di grano e mais, allevatori, viticoltori, olivicoltori e frutticoltori, eleggendo come obiettivo principale le istituzioni nazionali ed europee, per chiedere la revisione del Green Deal, dei vincoli per accedere ai finanziamenti della PAC, dell’aumento del prezzo dei prodotti e del gasolio, e, nella penisola italiana, della tutela del Made in Italy.      

Le marce dei trattori e le conseguenze sulla logistica

Le richieste degli agricoltori, sebbene legittime, stanno però creando disagi ad altri settori: poiché la modalità principale di protesta è la marcia dei trattori, che hanno invaso strade e autostrade creando disagi alla circolazione e alle attività commerciali, a risentirne è in particolare il mondo dei trasporti, che ha perso più di 120 milioni di euro a causa dei ritardi, dei costi aggiuntivi e della mancata consegna delle merci. Il settore della logistica, infatti, dipende dalla fluidità del traffico e dalla disponibilità delle merci, che sono state a volte compromesse dalle proteste. 

Alcuni effetti sono tangibili, a seconda della zona, come la mancanza di prodotti alimentari freschi e deperibili nei supermercati e nei ristoranti, che ha causato una diminuzione delle vendite e una perdita di qualità; oppure, altro effetto indiretto è la difficoltà di trasportare merci pericolose, come i medicinali e i prodotti chimici, che richiedono una consegna rapida e sicura. 

Laddove i blocchi permangono maggiormente, come in Francia, si innesca poi un domino che tange l’aumento dei prezzi dei carburanti, che ha rende ulteriormente costoso il trasporto delle merci ne riduce i margini di profitto per i trasportatori, ma anche per i produttori, e la violazione dei contratti di consegna, che espone i trasportatori a sanzioni e reclami da parte dei clienti. 

Se queste condizioni si protraggono oltre un certo tempo, si rischia una perdita di competitività del settore della logistica, che subisce una riduzione della domanda e, in risposta, una minore fiducia da parte dei mercati. 

Protesta dei trattori, il caso dell’Italia

In Italia, la situazione delle proteste degli agricoltori è abbastanza complessa e varia a seconda delle regioni

Non sono mancati anche alcuni momenti di tensione e scontro con le forze dell’ordine, in particolare a Roma, dove si sono verificati lanci di uova, fumogeni e petardi. 

Per adesso, le proteste degli agricoltori e allevatori italiani hanno ottenuto alcune vittorie parziali, come il ritiro della direttiva europea sui pesticidi e la rimodulazione dei fondi del Pnrr per il settore agricolo da 5 a 8 miliardi. 

Le marce dei trattori hanno poi ricevuto il sostegno di una parte dell’opinione pubblica e di alcuni esponenti politici, nonché dello spettacolo, come Amadeus e Fiorello, che hanno invitato gli agricoltori a partecipare al Festival di Sanremo

Il governo italiano, tuttavia, non ha ancora risposto in modo ritenuto soddisfacente alle richieste degli agricoltori, che continuano a chiedere una maggiore attenzione e sostegno. Molte delle dichiarazioni fatte sinora sono per altro fortemente contestate nel merito dall’opposizione ed un riscontro pratico e numerico è lungi dal vedersi.

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