Le PMI dominano il valore aggiunto pro capite mentre le grandi imprese logistiche faticano

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Nel panorama della logistica italiana, le aziende più piccole superano le grandi nella generazione di valore aggiunto pro capite, grazie a costi del lavoro inferiori e investimenti limitati nella digitalizzazione

“Small is beautiful”, a metà degli anni Settanta, non fu soltanto un successo editoriale dell’economista e filosofo tedesco “Fritz” Schumacher, ma soprattutto un movimento di pensiero che opponeva al dilagante gigantismo industriale le virtù della piccola dimensione.

Una filosofia che oggi appare inapplicabile nel panorama di una realtà industriale fortemente globalizzata.

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Proprio per questo, appare sorprendente il fenomeno evidenziato da Randstad Research nel suo recente rapporto intitolato ‘Trasformazioni del settore e delle professioni nella logistica’ secondo cui le piccole e microscopiche imprese di logistica italiane generano un maggior valore aggiunto pro capite rispetto alle grandi aziende, nonostante i costi del lavoro inferiori e gli investimenti limitati nella digitalizzazione.

Questi due ultimi elementi costituiscono, secondo l’analisi di Randstad Research, la chiave per comprendere questo paradosso.

In primo luogo, infatti, le micro e piccole imprese, nonostante offrano tutele paritarie ai loro dipendenti, godono di costi del lavoro notevolmente inferiori rispetto alle grandi aziende. Questa disparità nei costi consente alle PMI di generare un valore aggiunto per capite più elevato.

In secondo luogo, le aziende più grandi hanno avviato investimenti significativi nella digitalizzazione e nelle tecnologie innovative, che al momento non hanno ancora prodotto i ritorni attesi.

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Andamento dei valori aggiunti pro capite

Il rapporto mette in luce, inoltre, un’interessante tendenza temporale. Nel periodo compreso tra il 2013 e il 2021, il valore aggiunto pro capite nel settore della logistica ha raggiunto un picco nel 2018, toccando quota 49.310 euro.

Successivamente, ha registrato un calo nei due anni successivi, per poi tornare a un livello prossimo al massimo nel 2021, attestandosi a 49.278 euro. Questo andamento è stato simile a quello osservato nei servizi, sebbene con valori medi inferiori, registrando 23.585 euro nel 2021.

Durante lo stesso periodo, i costi del lavoro nel settore logistico italiano sono cresciuti costantemente.

Nel 2013, la media dei costi del lavoro era di 30.831 euro, mentre nel 2021 questa cifra è salita a 31.971 euro. Questo aumento può essere attribuito a vari fattori, tra cui il ribasso e le pressioni salariali.

 

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Le dimensioni contano?

Un’analisi più dettagliata ha rivelato che nel 2021 le aziende di piccole dimensioni, con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49, hanno registrato il valore aggiunto pro capite più elevato, con una media di 50.000 euro per addetto.

Al contrario, le aziende più grandi, con oltre 250 dipendenti, hanno registrato performance inferiori, con valori al di sotto dei 45.000 euro per addetto.

Questa tendenza è stata ulteriormente evidenziata dall‘analisi a lungo termine, che ha mostrato una significativa diminuzione del valore aggiunto per le grandi aziende a partire dal 2018 determinata sia da fattori strutturali di crisi di alcuni dei maggiori player di settore, sia dagli effetti della pandemia.

Randstad Research suggerisce che questa tendenza può essere spiegata dalla differenza negli investimenti in tecnologia e digitalizzazione tra le grandi e le piccole imprese.

Le grandi aziende hanno avviato investimenti significativi soprattutto nella digitalizzazione, ma i benefici attesi non sono ancora stati pienamente realizzati. D’altro canto, le piccole imprese spesso pagano costi del lavoro più bassi, anche se, in alcuni casi, offrono meno tutele ai dipendenti.

 

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Lo studio ha anche analizzato un indicatore che confronta il valore aggiunto pro capite con il costo del lavoro in base alle dimensioni dell’azienda.

Nel 2021, questo indicatore è stato di 1,68 per le microimprese (meno di 10 addetti), 1,41 per le piccole imprese (da 10 a 49 addetti), 1,35 per le medie imprese (da 50 a 249 addetti) e 1,21 per le grandi imprese(più di 250 dipendenti).

Appare così confermata una tendenza che già era stata evidenziata anche da studi precedenti del 2022 e 2021 effettuati da diversi economisti, che hanno sottolineato le sfide affrontate dalle PMI nel misurare il valore della logistica e gli impatti positivi che la logistica può avere sulle prestazioni aziendali.

In generale, appare una maggiore efficienza nelle piccole imprese di logistica, una tendenza che si estende anche al settore dei servizi. Tuttavia, occorre ricordare che le grandi aziende devono ancora realizzare pienamente i vantaggi degli investimenti effettuati.

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