L’intermodalità per una logistica più sostenibile

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Il trasporto intermodale, marittimo e ferroviario, può essere la chiave d’accesso alla transizione ecologica valorizzando una forma di mobilità delle merci realmente sostenibile

Gli esperti del Centro Studi di Alis, Associazione dei trasporti e dell’intermodalità, ne sono convinti: il trasporto intermodale per mare o su ferro è l’unica e più competitiva via di mobilità sostenibile.

Infatti, il trasporto su gomma per lunghe percorrenze, anche con il contributo dei carburanti alternativi emergenti come l’energia elettrica o il gas naturale liquido e, in un futuro prossimo, l’idrogeno stesso, non sembra una modalità praticabile da sola.

Il trasporto marittimo, che già oggi è la forma prevalente di movimentazione delle merci al mondo con una produzione inferiore al 3% delle emissioni inquinanti globali, unitamente a quello ferroviario, rappresenta un tesoro prezioso in termini di sostenibilità che la logistica deve sempre più valorizzare.

Un esempio può essere rappresentato dalle “Autostrade del mare”, corridoi per il transito di merci a basso impatto ambientale, che potrebbero diventare ancora più green migliorando l’efficienza energetica delle navi e investendo maggiormente sulla decarbonizzazione del settore, indirizzo tra l’altro già intrapreso.

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I numeri della sostenibilità

Delle Autostrade del Mare, la cui quota maggiore si concentra nel Mediterraneo, l’Italia è leader con una quota superiore al 37% (dato 2020) e i servizi ad esse connesse contribuiscono a togliere dalla strada circa 1,7 milioni di camion l’anno con una riduzione di circa 2 milioni di tonnellate di CO2.

Il Centro Studi di Alis in collaborazione con Srm, Think Tank di Intesa San Paolo ha condotto studi sugli effetti del cluster dell’intermodalità sul trasporto merci e, in particolare, sui vantaggi ambientali che ne derivano.

L’anno scorso, hanno stimato che l’utilizzo del trasporto intermodale ha sottratto alle strade italiane e ai percorsi dall’Italia verso gli altri paesi europei, 5,8 milioni di camion pesanti per un totale di 139 milioni di tonnellate di merci.

Questo ha portato all’abbattimento di 5,3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 in gran parte sulle strade italiane.

Lo stesso studio ha calcolato  che il cluster dell’intermodalità nel 2023 otterrà risultati altrettanto eccellenti trasferendo dal trasporto su gomma a quello su rotaia e su nave un numero di mezzi pesanti superiori a quelli già riscontrati nel 2022.

 

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Le ricadute economiche

L’utilizzo del trasporto marittimo e di quello ferroviario, in luogo del tradizionale trasporto completamente su strada, ha inoltre importanti ricadute economiche per tutti i cittadini.

Nel caso analizzato dal Centro Studi di Alis il risparmio è valutato in 7 miliardi di euro che possono contribuire a contenere il prezzo di beni di consumo con innegabili vantaggi per tutti i potenziali acquirenti.

L’intermodalità, quindi, non rappresenta solo un’opportunità per conseguire obiettivi di sostenibilità e favorire la decarbonizzazione ma anche per agire da calmiere dei costi della logistica e, di conseguenza, dei prezzi sul mercato.

Fonte: shipmag.it

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