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Catena del freddo e industria, lotta ai costi dell’energia

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Foto di Pexels da Pixabay

La catena del freddo rappresenta un pilastro cruciale per la conservazione e il trasporto di beni deperibili, specialmente in settori strategici come l’alimentare e il farmaceutico

Tuttavia, l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia sta mettendo a dura prova la sostenibilità economica di queste operazioni: se, da un lato, è impossibile abbandonare questo sistema, dall’altro, è imprescindibile adottare soluzioni innovative e resilienti per affrontare il nuovo scenario energetico globale.

L’evoluzione dei prezzi energetici: una curva in salita

Il problema del costo dell’energia è trasversale a tutto il pianeta. Si può partire osservando gli Stati Uniti, dove, tra il 2015 e il 2020, i prezzi dell’elettricità per uso industriale erano relativamente stabili e oscillavano tra 6,67 e 6,92 dollari per kilowattora. 

Con l’evento spartiacque della pandemia, si è registrata un’impennata: 7,18 $/kWh nel 2021 e 8,32 $/kWh nel 2022, con un valore medio di 8,27 $/kWh nel 2025. 

Un incremento che sta spingendo le aziende americane a rivedere le proprie strategie nella logistica del freddo, notoriamente energivora. D’altronde, le tensioni geopolitiche, le crisi in Ucraina e Medio Oriente, con le possibili questioni nell’approvvigionamento di carbone e gas naturale che portano con sé, contribuiscono a mantenere alta l’incertezza sul fronte energetico.

Il peso della bolletta energetica in Europa e Regno Unito

Come detto, non è solo un problema americano. Nel 2025, le industrie europee stanno affrontando rincari drammatici. 

In Italia, ad esempio, il prezzo dell’energia elettrica industriale ha superato i 150 €/MWh (+50% in 365 giorni: nel 2024 era di 108 €/MWh), mentre il PUN o Prezzo Unico Nazionale viaggia su una media di 139 €/MWh, ben al di sopra degli 88 €/MWh del febbraio 2024.

Il confronto dei costi energetici industriali italiani rispetto ai partner UE è altrettanto significativo: in Italia l’elettricità è più cara dei 108 €/MWh tedeschi e dei 94,5 €/MWh francesi. A distinguersi per costi inferiori è la Spagna (circa 81 €/MWh, un differenziale del 68% a vantaggio delle imprese iberiche su quelle italiane), rendendo evidente la disparità tra i Paesi UE.

Altra nazione che paga a caro prezzo l’energia è il Regno Unito, dove la situazione è altrettanto critica: i produttori di acciaio si attendono costi intorno alle £66/MWh, ossia 77,4 €/MWh, contro i i 58,65 €/MWh in Germania e i 50,44 €/MWh in Francia. Il nuovo piano industriale britannico, sebbene prometta risparmi fino al 25% per 7.000 aziende, non entrerà in vigore prima del 2027 e lascia fuori gran parte del comparto manifatturiero.

Il messaggio è chiaro: il caro energia è una minaccia trasversale, capace di minare la competitività delle industrie europee tanto quanto di quelle americane.

Rivedere la soglia termica: il movimento “Move to -15°C”

Un cambiamento significativo nel contrasto ai consumi energetici e, quindi, nel tagliare i costi, potrebbe arrivare dalla proposta di innalzare la temperatura standard del trasporto refrigerato da -18°C a -15°C

Secondo uno studio condotto da DP World nel 2023, questo adeguamento può ridurre fino al 12% il consumo di energia, senza compromettere la qualità o la sicurezza degli alimenti. 

Si assottiglierebbe però il margine operativo: alcune merci, in particolare i farmaci o i surgelati più delicati, richiedono ancora temperature più rigide. Inoltre, non tutti gli impianti di refrigerazione esistenti riescono a mantenere uniformità termica a questo nuovo limite.

Energia rinnovabile e monitoraggio

Per ridurre la dipendenza dalla rete elettrica e contenere i costi, molte aziende stanno sperimentando l’uso di pannelli solari sui container refrigerati

Questa soluzione, seppur costosa in fase iniziale, consente nel tempo di abbattere le spese operative, oltre a ridurre l’impatto ambientale. 

Anche l’elettrificazione delle strutture logistiche – docks, stazioni di carico e magazzini – mediante impianti eolici o solari, offre opportunità di risparmio a lungo termine.

Nel cambiamento della gestione della catena del freddo stanno inoltre subentrando sempre più tecnologie basate sull’Internet of Things (IoT): sensori intelligenti permettono di monitorare in tempo reale le condizioni interne dei container, adattando automaticamente la potenza di raffreddamento ed evitando sprechi energetici. 

Inoltre, la manutenzione predittiva basata su questi dati consente di estendere la vita utile degli impianti e ridurre i guasti, contribuendo così a contenere i costi.

L’aumento dei costi energetici rappresenta un problema senza precedenti per la catena del freddo. Ma è proprio nei momenti di crisi che nascono le innovazioni più incisive. 

L’adozione di nuove tecnologie, strategie termiche più flessibili e fonti rinnovabili non è solo una risposta obbligata, ma un’opportunità per ripensare la logistica refrigerata in chiave più sostenibile, efficiente e resiliente.

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