Poli logistici: le certificazioni sulla sostenibilità

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BREEAM, LEED e non solo: nel settore del real estate logistico è sempre più importante stimare il grado di sostenibilità degli immobili.

BREEAM, LEED e non solo: nel settore del real estate logistico è sempre più importante stimare il grado di sostenibilità degli immobili.

Negli ultimi anni si sta diffondendo l’utilizzo dei cosiddetti “green building rating systems”, ovvero certificazioni volontarie che stimano il grado di sostenibilità di immobili, tra cui i magazzini, applicando protocolli differenti.

I due sistemi di certificazione maggiormente diffusi al mondo che valutano l’edilizia green di qualità sono:

  • BREEAM (British Research Establishment Environmental Assessment Method), di origine anglosassone nata nel centro di ricerca BRW.
  • LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), di origine statunitense nata dall’organizzazione Green Building Council.

Misurare la sostenibilità

Oltre a BREEAM e LEED, in Italia è utilizzata anche la certificazione ITACA, protocollo nazionale promosso dalle Regioni italiane.

La sua adozione, sebbene sia facoltativa, viene promossa e suggerita spesso dalle stesse amministrazioni.

Queste certificazioni sono incentrate principalmente sull’efficienza energetica dell’immobile, e considerano anche un’ulteriore varietà di elementi, come l’impatto delle fasi di costruzione e il rispetto del territorio, la gestione delle risorse idriche, la salubrità dei materiali e della loro riciclabilità, il benessere dell’utilizzatore, etc.

Le certificazione BREEAM e LEED

BREEAM include nel suo modello 50 caratteristiche raggruppate in 10 ambiti (trasporti, gestione dell’immobile, acqua, energia, materiali, sprechi e rifiuti, salute e benessere, inquinamento, utilizzo del suolo, innovazione).

Similmente LEED analizza 57 caratteristiche diverse dell’immobile classificate in 8 ambiti (location e trasporti, sostenibilità del sito, acqua, energia, materiali, comfort, innovazione e priorità regionale).

Entrambe le certificazioni BREEAM e LEED si strutturano in prerequisiti e crediti. Vi sono, quindi, i prerequisiti che sono specifiche tecniche che l’immobile deve avere necessariamente (pena la decadenza della certificazione) e i crediti che sono elementi della costruzione che se implementati permettono di accrescere il punteggio.

A seconda del punteggio raggiunto, ne consegue il livello di certificazione: per BREEAM sono 5 livelli (Pass, Good, Very Good, Excellent, Outstanding, su un totale di 100 punti percentuali), mentre per LEED sono 4 (Certified, Silver, Gold, Platinum, su un punteggio massimo di 110 punti).

Immobili sotto esame

Per coloro che desiderano farsi certificare un immobile, per lo più sviluppatori e i fondi di investimento, è ormai diventato un must avere immobili logistici certificati BREEAM o LEED. Difatti, nella maggior parte dei casi sono proprio loro i proprietari dell’immobile a spingere verso la realizzazione di magazzini green.

Non solo per una motivazione legata puramente alla sostenibilità, bensì perché le certificazioni con valutazioni elevate possono accrescere il valore del magazzino e l’appetibilità dell’immobile sul mercato.

Al contrario non tutti i conduttori o tenant hanno esigenze di operare all’interno di un immobile certificato green: da una parte, grandi player come Amazon o DHL, hanno un proprio manuale dei requisiti minimi che deve avere un immobile. Dall’altra, vi sono inquilini che apprezzano le dotazioni dell’immobile ma non sono disposte a pagare un extra costo per l’affitto.

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