Magazzino: investimenti più cauti e mirati, maggiore attenzione alla produttività

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Un sondaggio sulle attrezzature per magazzino evidenzia che, malgrado il clima di incertezza, aumenta l’attenzione per automazione e sistemi per migliorare la produttività

Malgrado l’incerta congiuntura dettata da fattori macroeconomici quali la guerra in Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse, gli operatori della logistica non mostrano di aver ridimensionato i livelli di investimento, rispetto ai due anni precedenti, ma usano maggior cautela e si pongono obiettivi mirati.

Lo rivela il Sondaggio annuale sulle attrezzature del magazzino e dei centri di distribuzione realizzato da Peerless Research Group (PRG) relativo ai comportamenti di spesa di manager e dirigenti di imprese logistiche nell’ultimo anno, e agli orientamenti futuri.

L’indagine, per quanto sia stata rivolta al mercato statunitense, presenta spunti e tendenze non dissimili da quelli che si potrebbero riscontrare nei paesi europei.

In particolare, sembra condivisibile l’approccio, che risulta quest’anno più prudente ma che, a lungo termine evidenzia un forte interesse per tutte quelle soluzioni che possono aumentare efficienza, produttività e contenere i costi. 

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Budget e obiettivi di spesa

Il primo dato di rilievo emerso dal sondaggio è l’incremento del 7% nel 2023 della percentuale di coloro che hanno deciso di fermare gli investimenti in attrezzature per il magazzino che passano dal 16% dell’anno scorso agli attuali 23%. Decisione che si accompagna con l’osservazione che solo il 12% degli intervistati ha affermato che la congiuntura economica negativa non ha influito sui propri budget rispetto al 15% del 2022.

A testimonianza di un clima di generale incertezza, si evidenzia anche l’aumento di coloro che hanno deciso di assumere un atteggiamento cosiddetto “aspetta e guarda” arrivati a toccare la quota del 33%.

Tra coloro che hanno mantenuto continuità negli investimenti, l’interesse maggiore è stato per la tecnologia di automazione (72% del campione rispetto al 59% dell’anno scorso) e per le soluzioni IS dedicate alla gestione e controllo del magazzino, passato dal 33% al 50%.

In diminuzione invece le voci di spesa legate a forme tradizionali di movimentazione come i carrelli elevatori.

Ancora più espliciti gli obiettivi di investimenti dichiarati per i prossimi dodici mesi che ripropongono un rafforzamento dell’IT e lo sviluppo di software per applicazioni aziendali, in netta crescita rispetto solo ad un anno fa essendo citate dal 32% degli intervistati contro il 18% del 2022.

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Automatizzazione e robotica

Il sondaggio mostra anche come sia forte è la richiesta di metodologie automatizzate per monitorare e gestire i vari processi nei prossimi due anni.

Tra di esse sono rilevanti la misurazione della puntualità delle spedizioni (58%), il monitoraggio dei costi di evasione degli ordini (50%), la realizzazione degli adempimenti relativi all’inventario in forma automatica (56%).

In forte crescita anche l’utilizzo di soluzioni mobili e dispositivi per l’acquisizione dei dati ed il controllo del processo di inventario e di evasione ordini. Complessivamente ne dispone il 69% del campione contro il 56% dello scorso anno.

L’indagine rileva anche il trend di affermazione sempre più consolidato dell’adozione di soluzioni di robotica nell’arco degli ultimi tre anni.

In particolare, si triplica, dal 6% di due anni fa al 18% di oggi, l’impiego di robot AGV (Automated Guided Vehicles) e AMR ( Autonomous Mobile Robots) così come di robot industriali (cobot e bracci articolati), passati dal 7% al 25% nello stesso periodo. L’apprezzamento per queste soluzioni si giustifica soprattutto in quanto strumenti riconosciuti idonei a conseguire obiettivi di efficienza e incremento della produttività.

L’attesa è di un ulteriore crescita nel prossimo biennio attestata da un buon quinto del campione che ha manifestato interesse per queste nuove tecnologie.

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Problemi del settore

Lo studio, infine, evidenzia alcuni problemi particolarmente sentiti dagli operatori, che possono riassumersi in sicurezza (85%), crescita aziendale (73%), disponibilità di manodopera (65%) e disponibilità di risorse finanziarie (64%).

In una proiezione temporale a due anni, però, gli intervistati tendono a ridurre il peso di questi fattori, facendo piuttosto emergere una nuova preoccupazione in netta crescita costituita dalla necessità di un generalizzato contenimento dei costi.

Un tema che probabilmente era rimasto in ombra durante i periodi di emergenza dove prevaleva il superamento di ostacoli contingenti come l’interruzione delle supply chain e l’esigenza di dare continuità al servizio alla clientela.

Il rientro alla normalità sta comportando una generale rivisitazione dei processi e la necessità di una loro ottimizzazione anche in termini economici

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