Non solo (denaro) sommerso: il mercato nero dei pallet rappresenta un enorme danno anche per l’ambiente perché interrompe – come nel caso di CHEP – un sistema che segue i principi dell’economia circolare, basato sul noleggio e sulla restituzione dei bancali a fine utilizzo, che permette di salvare un albero ogni 25 pedane riconsegnate.
Tra i gruppi logistici più sostenibili, riconosciuto tramite il gruppo globale Brambles – di cui fa parte – CHEP è infatti specialista nel pallet pooling, modello circolare che prevede il riutilizzo delle sue piattaforme, sostenendo catene di approvvigionamento più efficienti e riducendo i costi operativi e la domanda di risorse naturali.
Da sempre impegnata nella lotta al contrasto del mercato nero dei pallet – un asset che movimenta la quasi totalità delle merci in Italia – CHEP Italia ha dotato una parte delle sue pedane di dispositivi di tracciabilità che, attraverso diversi sensori, segnalano informazioni quali la loro posizione o il tempo di sosta. Il sistema “Track & Trace” va così a generare migliaia di dati elaborati che conferiscono una serie molto ampia di informazioni utili e condivisibili con le forze dell’ordine.
Proprio grazie a questi dati, e alla segnalazione di CHEP Italia, i Carabinieri della stazione di Fidenza, hanno rinvenuto 200 bancali accatastati in un capannone abbandonato in provincia di Teramo.
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In totale, nei soli ultimi quattro mesi del 2022, sono 10mila i pallet CHEP recuperati su tutto il territorio nazionale, grazie anche all’attività di investigazione interna coordinata da Matteo Croce, ex Carabiniere, ora responsabile per l’Italia della protezione degli asset aziendali di CHEP. Nel suo ruolo – parte di un recente rafforzamento del team legale e di prevenzione perdite di CHEP in tutta Europa – progetta e gestisce programmi di mitigazione dei rischi, prevenzione delle perdite e recupero dei pallet.
Il sistema circolare utilizzato da CHEP Italia – denominato pooling system – prevede, che la società rimanga sempre proprietaria esclusiva dei pallet nonché dei contenitori noleggiati. I Tribunali di Pisa, Napoli e Ancona, previo riconoscimento del titolo di proprietà di CHEP Italia, hanno emesso – nei confronti dei legali rappresentanti di quattro società coinvolte – sentenze di condanna per i reati di ricettazione e contraffazione.