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Niccolò Passerini (Granterre), sapori italiani nel mondo

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Una logistica complessa e precisa per un prodotto “da tavola”, ma prezioso per la sua lunga lavorazione e delicato per le esigenze di conservazione e trasporto. Ne parliamo con Niccolò Passerini, logistic manager in Granterre.

Come è arrivato a occuparsi di logistica?

“Ho una formazione umanistica, una maturità classica, una laurea in Scienze dell’educazione che mi predisponevano ad indirizzarmi al mondo della comunicazione. Nel 2000 però, entro negli allora Magazzini Generali di Padova dove inizio a lavorare in Logistica senza sapere ancora bene di cosa si trattasse. Mi furono di aiuto due definizioni date da due persone completamente diverse, che all’epoca contribuirono molto alla mia formazione. Alla domanda che cos’è la logistica? La prima risposta, che io riporto tutt’ora ai ragazzi che formo, fu: ‘E’ l’olio del motore!'”.

E la seconda?

Una definizione molto più pratica, ma altrettanto efficace: “La logistica è fare in modo che non ci siano problemi, o meglio, risolverli prima che si manifestino”. In pratica il tanto elogiato ‘problem solving’“.

Che anni erano?

I primi anni 2000, non è stato difficile appassionarmi subito a questa funzione perché in fondo, dei miei studi umanistici, io amavo molto la parte logica e matematica e la logistica è un perfetto connubio di logica e creatività. Nel 2012 entro in Number1 e contestualmente completo la mia formazione con un master al Politecnico di Milano. Di fatto però, la mia competenza si consolida sul campo. Mi sono occupato di logistica a tutto tondo in diverse regioni d’Italia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Calabria e Puglia, ho seguito tutto il mondo della logistica con magazzini di tutti i tipi. Ho lavorato come responsabile della logistica per un grande consorzio con molte attività a livello nazionale, sono stato poi amministratore di due società occupandomi anche di armonizzazione contrattuale e di parti sindacali“.

Un percorso complesso…

Sì, con una doppia veste, del manager e dell’imprenditore, spaziando dalla gestione delle risorse umane a quella dei processi logistici, compreso il mondo della distribuzione e terziarizzazione di magazzini distributivi dell’ultimo miglio, approfondendo tutto il mondo della distribuzione secondaria in generale“.

Oggi qual è il suo focus?

Avendo la responsabilità logistica di tutto il gruppo, mi occupo del trasporto primario e di logistica estera. Granterre ha due anime. quella dei salumifici e quella dei caseifici. Due prodotti concepiti con la logica ‘slow’ del buon cibo italiano ma con esigenze logistiche molto diverse tra loro. L’azienda dispone di 18 stabilimenti produttivi, 14 salumifici e 4 caseifici che confluiscono su un unico magazzino presso l’interporto di Bologna che rappresenta la nostra base logistica principale“.

Com’è organizzato il vostro network distributivo di Granterre?

Disponiamo di un magazzino tradizionale e molto funzionale, ampio 30.000 mq, ma la nostra distribuzione non dipende da un solo deposito. Per l’approvvigionamento del mercato francese disponiamo di un magazzino a Lione presso il nostro operatore logistico principale, mentre in Germania lavoriamo con un altro partner a cui inviamo la merce preallestita che, dal deposito situato a circa 130 km da Monaco, viene distribuita in tutto il paese. Abbiamo anche una piccola area di magazzino a Fidenza, sempre presso un partner logistico strategico, esclusivamente dedicata ad un importante marca di Private Label. Data la crescita dei volumi stiamo prendendo in considerazione un ridisegno del network logistico. Abbiamo 39.000 posti pallet che raggiungono la saturazione in momenti specifici dell’anno: la fine di settembre e l’inizio di ottobre con la riapertura delle scuole, poi il periodo natalizio e delle festività pasquali e, ancora, la tarda primavera fino a estate inoltrata“.

Quali accortezze logistiche richiede il vostro mercato di riferimento?

Il nostro è un mercato stabile per quanto riguarda i salumi, in forte crescita per il settore dei formaggi non solo in Italia, ma anche all’estero. Una filiera, quella dei formaggi, molto diversa per certi versi meno delicata di quella dei salumi soprattutto per quanto riguarda i rientri. Se per i formaggi duri possiamo contare su una shelf life residua maggiore, e su di una possibilità di riutilizzo maggiore, per i salumi, in caso di rientro a magazzino, dobbiamo applicare una cura certosina riutilizzandoli solo dopo un lungo iter di controllo. Ci avvaliamo di tecnologia RFID; tutti i pallet in entrata e in uscita sono provvisti di tag, l’errato istradamento della merce è una cosa rarissima e succede quando il sistema non funziona correttamente. L’idea è quella di intercettare tutte le difettosità all’interno delle nostre mura per non rovesciarle sul mercato riducendo così al massimo tutte le categorie di rientro“.

E per quanto riguarda gli imballi?

L’anno scorso abbiamo aperto, presso l’interporto di Parma, un magazzino di materiali tecnici e sussidiari che di fatto è un magazzino centrale perché asserve il materiale tecnico di molti stabilimenti produttivi posizionati in Emilia. È una sorta di interdipendenza: la produzione necessita di materiale tecnico e viceversa di materia prima mandando poi il prodotto finito a Bologna. Il magazzino centrale di Parma è di ausilio al magazzino di Bologna, ormai un po’ piccolo e talvolta al centro di fermenti che potrebbero interrompere le attività“.

La vostra azienda ha aderito alla “Carta Metropolitana per la Logistica Etica”. Cosa significa nel concreto?

È un argomento delicato e complesso: noi siamo all’Interno dell’interporto di Bologna, teniamo ottimi rapporti con il suo management e conviviamo con altre realtà tutte di natura prettamente logistica. Crediamo molto nei principi della ‘Carta della Logistica Etica’ perché riconoscere i comportamenti delle società che inquinano questo mercato applicando tariffe concorrenziali non corrette, interessa anche noi. Ci siamo spesi molto affinché i nostri partner logistici avessero non solo il ritorno economico, ma anche quella giusta marginalità utile ad avere ogni anno, dei progetti logistici di efficienza non solo delle performance ma anche della qualità dell’allestimento che facciamo. È la scelta moderna ed etica di promuovere il miglioramento di tutti, oggi scegliere un partner solo in base al costo è un atteggiamento superato perché dannoso e non solo sulla lunga distanza. È argomento di attualità e anche le procure oggi stanno mettendo sotto la lente di ingrandimento tutto il mondo logistico, soprattutto quello dei grandi colossi“.

Cruciale è quindi la scelta del partner logistico, quali criteri utilizzate in Granterre?

La distribuzione secondaria è affidata per circa l’85% al nostro principale partner logistico, il restante 15% è affidato ad un altro partner strategico. Cerchiamo player che dispongano dell’ingegneria logistica in sintonia con le nostre attività per affiancarci ed aiutarci nei processi di miglioramento continuo. A livello di trasporto primario ci avvaliamo di pochi fornitori di trasporto perché tutta la pianificazione e l’ingaggio è compiuto da una nostra struttura preposta. Disponiamo di flotte con mezzi a temperatura controllata e non lavoriamo con padroncini. Un anno fa abbiamo aderito all’osservatorio TCR e partecipiamo alle iniziative del Politecnico di Milano per un aggiornamento sui principali temi del panorama logistico“.

Ci parli del progetto “One track”.

Dal 2018 abbiamo portato lo stock delle produzioni dei caseifici all’interno del magazzino di Bologna, prima deputato eclusivamente alla gestione dei salumi. Per soddisfare le crescenti richieste del mercato italiano ed estero e, nel contempo, coniuguare le esigenze di efficienza dei costi di trasporto e di riduzione dell’impatto ambientale, è nato il progetto ‘One Track’, partito nel 2020“.

In che cosa consiste?

Abbiamo mappato tutti i punti di destino in comune tra tutti i nostri clienti soprattutto della GDO, per sincronizzare le consegne accorpando tutto su un unico bilico. Questo progetto, in realtà molto semplice, ci ha fatto ottenere diversi vantaggi di ordine economico, perché compattando i volumi si riducono i costi di trasporto, ma anche in termini di riduzione dell’impatto ambientale grazie alla diminuzione dei chilometri percorsi ed alla maggior saturazione dei mezzi“.

Quali altre iniziative avete messo in atto nell’ambito della sostenibilità?

Il nostro magazzino è molto energivoro dovendo tenere in ogni stagione una temperatura tra gli 0 °C e i 4 °C per tutti i 30.000 mq. È dotato di un impianto fotovoltaico di proprietà fin dalla sua costruzione nel 2013, attualmente è stato completamente rinnovato e riportato alla sua efficienza originaria. Abbiamo poi ridotto il numero dei bilici che attraccano alla nostra base logistica. Il nostro focus è produrre senza sprechi e ridurre al massimo tutto ciò che rientra in magazzino come già spiegato, quando possibile facciamo donazioni a diverse onlus con le quali abbiamo avviato delle relazioni significative. Tuttavia, la percentuali di resi e rientri in percentuale è piuttosto esigua e gestita con grande cura nell’ottica del miglioramento continuo“.

E per quanto riguarda i trasporti?

Lo scorso luglio abbiamo effettuato uno stress test per valutare un progetto di trasporto intermodale a temperatura 0 °C-4 °C che ha coinvolto la nostra azienda, due dei nostri maggiori partner logistici e l’interporto di Bologna. L’idea non è tanto di avvalerci di un classico trasporto intermodale da uno stabilimento a un magazzino, quanto quella di valutare la capacità di andare in distribuzione puntuale nel Nord della Germania utilizzando il treno. I punti chiave da analizzare erano principalmente tre: il mantenimento della temperatura lungo tutta la tratta, la stabilità del carico e infine il rispetto del lead time. Siamo molto soddisfatti dei risultati sui primi due punti rimane qualcosa da aggiustare sul terzo, abbiamo ridotto tra l’altro le emissioni, conteggiate su un percorso di circa 1200 Km, di circa l’80%“.

 

La carta d’identità di Niccolò Passerini
Come si definisce: manager democratico, veloce ma che apprezza il valore della lentezza.

Hobby praticati: l’ascolto di musica di tutti i tipi e la lettura dai classici ai polizieschi.

Sport: ho giocato per molto tempo a rugby, amo molto il mare e la montagna in tutte le stagioni, amo la vela, sciare e camminare.

Ultimo libro: una lettura estiva “Trudy” di Massimo Carlotto.

Messaggio in bottiglia: credo molto nel fare le cose con gentilezza, in un mondo in cui la forza e l’arroganza sembrano essere l’unico linguaggio. Si possono dire le stesse cose in modi diversi. Preferisco lasciare il tempo a me stesso, ma anche alle persone che lavorano con me, di capire chi si è e cosa si fa piuttosto che ottenere un rispetto solo per “i gradi”. Mi spiego: credo sia opportuno dare e darsi il tempo per scoprire le potenzialità reciproche e riconoscersi per il proprio valore al di fuori dei ruoli.

Silvia Grizzetti

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