Pallet in legno da supporto per le merci a simbolo di ecosostenibilità

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Trasmissioni televisive lo adottano per suggestive scenografie, interior designer lo impiegano per l’arredo di case trendy, siti web spiegano come trarne versatili oggetti di product design. Il pallet, complici la filosofia del riciclo e lo stile industriale sempre più apprezzato da progettisti e consumatori, è di grande attualità. Tanto che, dall’ambito specialistico della movimentazione delle merci (dove, in tutto il mondo, rappresenta a tutt’oggi lo strumento più diffusamente integrato nei vari sistemi logistici), grazie all’aspetto basico e compatto, alla robustezza e a un ineffabile potere evocativo (come le merci che trasporta, richiama mete e provenienze esotiche), migra non di rado nella dimensione abitativa e in quella dell’oggetto di uso quotidiano. Una sorta di “affermazione” per un manufatto “umile”, nato per uso militare circa settant’anni fa e diffusosi rapidamente in ambito civile, diventato un’icona nell’immaginario collettivo e, come tale, capace di uscire dal ruolo originario prettamente tecnico e strumentale.
Stiamo parlando del pallet in legno, che mantiene a tutt’oggi un’indiscussa leadership nel settore logistico (ne caratterizza il 90%), superando quello in plastica per alcuni non trascurabili motivi: prodotto con le parti meno nobili del fusto e con scarti di lavorazione, è più economico; è riparabile, quindi con un ciclo di vita molto più lungo; è attento all’ambiente: al contrario di quello in plastica, proviene da fonti rinnovabili e, riciclabile e biodegradabile, a fine vita può essere riutilizzato per numerosi impieghi. Secondo un recente studio del Politecnico di Milano commissionato da Conlegno, l’impatto ambientale di un pallet in legno è cinque volte inferiore a quello di uno in plastica: durante il suo intero ciclo di vita sia come prodotto che come processo di interscambio, un bancale EPAL (il pallet standardizzato più diffuso al mondo) sottrae all’atmosfera una quantità totale di 18,4 kg di CO2. Non è quindi un caso se, nonostante ricerca e progresso tecnologico propongano sempre nuovi materiali sintetici applicabili in ogni comparto produttivo, i pallet continuano ancora oggi a essere fabbricati soprattutto in legno.

Marchi di qualità e green economy
Dal momento della sua comparsa, il pallet, sostanzialmente invariato nell’aspetto, è stato oggetto di indispensabili percorsi normativi che, nel tempo, ne hanno sancito la piena e sicura applicabilità. Innanzitutto, dal punto di vista dimensionale: la standardizzazione dei bancali in circolazione nei vari paesi è assicurata da cinquant’anni dal marchio internazionale EPAL, il sistema di interscambio di pallet riutilizzabili più diffuso in Europa.
Poi, e di vitale importanza, è venuta la sicurezza dal punto di vista fitosanitario, per il patrimonio forestale e per l’ambiente: qui è entrato in campo il marchio internazionale FITOK, che ha stilato una sorta di carta d’identità del pallet agevolandone, con controlli costanti e severi, la tracciabilità fitosanitaria.
Dal 2002, referente italiano per la gestione di questi due principali marchi tecnici (accanto ad altre certificazioni) è Conlegno, il Consorzio Servizi Legno Sughero (www.conlegno.eu), ente particolarmente attivo sul fronte della promozione e difesa dei marchi di qualità, del controllo e del rispetto delle normative, della tutela legale e delle iniziative a difesa dell’ambiente.
Un’attività multiforme che, oltre che a promuovere l’utilizzo del pallet e del legno, è finalizzata anche alla salvaguardia del patrimonio boschivo (la produzione di oggetti e materiali certificati a base di legno, infatti, non può prescindere da un costante controllo delle aree destinate a coltivazioni boschive) e allo sviluppo di una vera cultura dell’ecosostenibilità, alla base di quella green economy che si profila come una delle più reali e concrete prospettive di crescita per l’industria del futuro.

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