Pianificazione digitale, a che scopo?

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A che scopo l’industria e la Supply Chain nello specifico puntano a sposare le nuove tecnologie e metodologie digitali nei propri processi? Indubbiamente tutti hanno in mente una sola cosa: aumentare efficienza e profitti, non certo dover perdere ulteriore tempo a gestire la tecnologia.

Le aziende logistiche possono trarre grandi vantaggi da Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Realtà Aumentata e robotica, collaborativa e non, ma hanno prima di tutto bisogno di una pianificazione digitale.

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Tenere a freno l’entusiasmo

Uno dei responsabili dello scollamento che esiste tra aspettative derivanti dall’impiego delle tecnologie digitali e il loro effettivo utilizzo è l’entusiasmo. Sull’onda di quest’ultimo, infatti, i promotori di servizi digitali, come le aziende stesse, si sono lanciate in avventure ambiziose, ma spesso senza una chiara cognizione di causa.

Il grosso delle società logistiche, in tutto il mondo, lavora ancora con Excel e il passaggio alla vera digitalizzazione della catena logistica, almeno dal punto di vista gestionale del magazzino e dei trasporti, è arduo.

Inserire degli strumenti digitali, a volte a macchia di leopardo, in un ecosistema che ragiona in un altro modo porta inevitabilmente a tempi lunghi per la piena operatività del sistema e può derivarne una raccolta di risultati inferiori alle aspettative, anche solo perché la stessa digitalizzazione arriva in ritardo sulle esigenze.

 

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Mettere a fuoco gli obiettivi

La digitalizzazione non si fa per moda: occorre avere degli obiettivi chiari. Devono essere definiti i risultati che si intendono ottenere, perché in un ambiente come quello logistico l’introduzione di un nuovo sistema di controllo dei processi non può non essere mirato all’ottenimento di un preciso modello di business.

La pianificazione digitale, ossia il passaggio a nuove tecnologie per la gestione dei processi, deve avere uno scopo in mente, in quanto è da quello che si parte per definire cosa serva davvero per raggiungerlo.

Altrimenti il rischio è acquistare tecnologie e software fantastici, ma non utili appieno per i nostri desideri.

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Dimensionare gli sforzi

Alla radice vi è poi un ulteriore aspetto da tenere in considerazione, che prevarica l’ambito del digitale. Si tratta della capacità delle aziende di stimare la propria capacità di sopportare determinati sforzi e di resistere alla tentazione di imbarcarsi in imprese sovradimensionate.

Dietro vi si cela anche la capacità di stimare i tempi necessari per gestire un processo, vero tallone d’Achille di molti am bienni professionali e al quale la tecnologia non può porre rimedio.

Il vero obiettivo è sapersi concentrare sulle sole attività che portano valore, per le quali ha senso implementare nuove tecnologie e andare verso radicali trasformazioni. La tecnologia in sé rappresenta soltanto lo strumento, il vero cambiamento viene dalla mentalità con la quale si affrontano le sfide. 

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