Più etica nella supply chain: case study

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Le aziende, negli ultimi anni, stanno migliorando le relazioni con gli altri attori della propria supply chain. L’obbiettivo è quello di raggiungere accordi di lungo termine, in modo tale da ottenere benefici per entrambe le parti.

Inoltre, solo grazie a una supply chain ben integrata ed organizzata è possibile puntare a una maggiore sostenibilità per l’ambiente e per la comunità.

Un’azienda che si è sta dimostrando molto forte sotto questo punto di vista è Starbucks, la quale sta migliorando la fase di approvvigionamento rendendola più etica e sostenibile.

Il progetto intrapreso, noto come Coffe and Farmer Equity (C.A.F.E.), permette all’azienda di instaurare accordi di lungo termine, che hanno un impatto positivo sia sulla vita degli agricoltori e sulle loro comunità, ma anche sull’ambiente.

I pre-requisiti su cui si basa il C.A.F.E. possono essere raggruppati in 4 aree chiave: qualità, trasparenza economica, responsabilità sociale e leadership ambientale. L’obbiettivo è quello di andare a definire degli standard che permettono agli agricoltori di andare a migliorare le tecniche di coltivazione, prestando maggior attenzione alla sostenibilità ambientale.

Entrando più nel dettaglio delle 4 aree chiave, il primo pre-requisito è l’alta qualità del caffe offerto dai fornitori. Per quanto riguarda la trasparenza economica, questa risulta fondamentale per far comprendere al consumatore quanto del prezzo che si paga per il green coffe va all’agricoltore. Starbucks si impegna inoltre ad assicurare sicurezza e diritti ai lavoratori, proibendo il lavoro minorile e forzato. L’ultima, ma non meno importante, area risulta l’impegno ambientale: vengono definite delle misure per ridurre al minimo gli sprechi, proteggere la qualità dell’acqua, ridurre l’utilizzo di energia e acqua e preservare la biodiversità.

Scendendo più nello specifico, i principi di C.A.F.E. prevendono di offrire un’educazione ai bambini che vivono nelle fattorie, ma anche accesso alle cure mediche e una vita sana e sicura alle comunità degli agricoltori. Sono state instaurare delle politiche di assunzione non discriminatorie e retribuzioni adeguate.

Le pratiche sviluppate da Starbucks, sono pubbliche ed utilizzabili da altre aziende creando una sorta di approccio aperto, andando a condividere le tecniche e le best practice con l’obbiettivo di permettere anche ad altre compagnie di migliorare le condizioni dei propri agricoltori e ridurre l’impatto ambientale.

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