Tra Torino, Verona e Bari i camion viaggiano sul treno: è lotta alla CO2

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È partito il primo servizio intermodale ferroviario per semirimorchi, ridurrà del 65% le emissioni sulle tratte

Come ridurre l’impatto ambientale delle merci trasportate nella pianura padana e tra nord e sud dello stivale? Semplice, facendo viaggiare i camion sul treno. È l’idea messa in pratica con il primo servizio intermodale ferroviario multistop dedicato ai semirimorchi, nata dal Gruppo SMET e gestita attraverso la sua controllata SIT Rail in collaborazione con Compagnia Ferroviaria Italiana (CFI).

Servizio intermodale ferroviario: come funziona

Il meccanismo è facile: si tratta di imbarcare i semirimorchi a bordo di carrelli ferroviari, dando così vita a delle sorte di treni-bisarca. Con questo espediente le merci sono in grado di raggiungere gli hub interzonali in autonomia e di riprendere il viaggio sino alla destinazione finale, non necessariamente servita dalle rotaie.

La logistica del servizio si basa sul collegamento di tre terminal fondamentali, quello di Orbassano, in provincia di Torino, con quello di Verona e, dall’altra parte della penisola, con quello di Bari.

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Una tratta che copre pianura padana e tutto l’asse nord-sud dell’Italia: l’attuale piano prevede 3 convogli settimanali, che da maggio saliranno a 6, per un totale di 270 camion trasportati ogni settimana. 

Notevole l’impatto sulla CO2 emessa, che, stando alle stime, sarebbe inferiore del 65% rispetto agli stessi viaggi effettuati su gomma anziché su rotaia.

Gruppo SMET e Compagnia Ferroviaria Italiana

Quella dell’intermodalità e dell’abbattimento dell’inquinamento nei trasporti merci è una “fissa” per il Gruppo SMET, che ha concentrato negli ambiti ferroviario e marittimo i propri sforzi dell’ultimo decennio. Entro il 2023 il Gruppo ha l’obiettivo di rendere le 5.500 unità, che compongono la sua flotta di veicoli, alimentate esclusivamente con carburanti alternativi al diesel.

Compagnia Ferroviaria Italiana (CFI) è uno dei partner chiave di SMET: si tratta infatti del primo operatore ferroviario privato d’Italia, con una media di 200 treni a settimana e 3.500.000 km percorsi sulla rete nel 2019. 

Con l’apertura di questo nuovo collegamento ferroviario per il trasporto di semirimorchi, riconfermiamo il nostro ruolo di operatore logistico intermodale e la nostra vocazione pionieristica nell’ambito dei trasporti. Grazie alla partnership con CFI e con Terminali Italia, da oggi le distanze tra Nord e Sud Italia si riducono sensibilmente, generando un notevole vantaggio competitivo per le aziende e un’importante riduzione in termini di emissioni inquinanti Domenico De Rosa, Amministratore Delegato Gruppo SMET
Siamo davvero felici di essere parte di questa inedita e futuristica iniziativa. Abbiamo puntato da sempre per la nostra crescita su partnership forti e solide e su progetti profondamente innovativi, che potessero dare una diversa visione del trasporto ferroviario; la splendida idea di Domenico De Rosa, AD di SMET, del primo treno multispot di semirimorchi che unisce Nord Ovest, Nord Est e Sud del Paese, ci porta assolutamente in questo solco e siamo pertanto fieri ed orgogliosi di essere al loro fianco in questa appassionante ed affascinante sfida Giacomo Di Patrizi, Amministratore Delegato di CFI

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