L’aumento della sensibilità verso la sicurezza e l’ambiente stanno determinando una profonda evoluzione nella gestione degli imballaggi delle merci pericolose, coinvolgendone il trasporto e l’intera logistica.
Non si tratta solo di ‘contenere’ i materiali, ma di garantire che l’imballaggio protegga da rischi potenziali durante lo stoccaggio e la movimentazione, in ottemperanza alle normative vigenti e con una crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale.
Normative: un quadro globale complesso
La movimentazione delle merci pericolose è regolamentata da un complesso sistema di normative internazionali e nazionali che varia a seconda del contesto geografico e del mezzo di trasporto. L’obiettivo principale è prevenire incidenti che potrebbero causare danni a persone, proprietà e ambiente. Le normative definiscono i requisiti per la classificazione, l’imballaggio, l’etichettatura, la documentazione e il trasporto delle merci pericolose.
Il quadro di riferimento globale è rappresentato dalle “Raccomandazioni delle Nazioni Unite sul trasporto di merci pericolose” che ne regolamentano la movimentazione per tutte le modalità di trasporto. Da esso discendono le principali normative a livello internazionale quali:
- ADR (Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada), che regola il trasporto stradale in Europa.
- RID (Regolamento concernente il trasporto internazionale per ferrovia), regola il trasporto ferroviario.
- IMDG Code (Codice marittimo internazionale per le merci pericolose), afferente il trasporto marittimo.
- IATA DGR (Regolamentazioni per il trasporto di merci pericolose dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo), riguardante il trasporto aereo.
Differenze tra Stati Uniti ed Europa
La regolamentazione degli imballaggi per merci pericolose è articolata e varia a seconda del contesto geografico e del mezzo di trasporto: ad esempio, negli Stati Uniti vige l’Hazardous Materials Transportation Act (HMTA), che è la legge federale principale relativa al trasporto di materiali pericolosi. Le violazioni delle normative statunitensi possono comportare sanzioni civili superiori a 95.000 dollari per infrazione giornaliera e, in casi gravi, sanzioni penali con pene detentive fino a 10 anni.
Nell’Unione Europea, invece, il Regolamento CLP (Classification, Labelling and Packaging) armonizza la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze chimiche secondo il sistema GHS (Globally Harmonized System). Questo regolamento facilita il commercio globale e promuove la comunicazione delle informazioni sui pericoli.
Il trasporto di merci pericolose in Europa è inoltre normato da una serie di direttive e regolamenti dell’Unione Europea, che si basano sulle raccomandazioni delle Nazioni Unite e sugli accordi internazionali specifici per modalità di trasporto (ADR, RID, IMDG Code, IATA DGR).
L’ADR è particolarmente rilevante per il trasporto stradale all’interno dei paesi comunitari. Esso stabilisce i requisiti per i veicoli, gli autisti, l’imballaggio, l’etichettatura e la documentazione delle merci pericolose trasportate su strada. Viene aggiornato ogni due anni per tenere conto dei progressi tecnici e delle nuove sostanze pericolose.
E in Italia?
L’Italia come membro dell’UE, applica il Regolamento CLP e le direttive europee correlate; inoltre, Roma ha recepito le normative internazionali come l’ADR per il trasporto stradale e l’IMDG per il trasporto marittimo, che definiscono le responsabilità degli operatori logistici, le sanzioni per le violazioni e le procedure di controllo.
Di particolare rilievo osservare come la normativa italiana preveda la figura del Consulente per la sicurezza dei trasporti di merci pericolose (DGSA), che ha il compito di assistere le aziende nella corretta applicazione delle normative, e preveda l’obbligatorietà della formazione del personale coinvolto nella movimentazione di merci pericolose.
In Italia, la conformità alle normative europee è obbligatoria, ma esistono anche iniziative locali che promuovono l’innovazione negli imballaggi per merci pericolose. Gli imballaggi devono essere omologati secondo gli standard UN e essere conformi alle normative ADR, RID e IMDG, a seconda del mezzo di trasporto utilizzato.
Sostenibilità: una nuova priorità
Il settore degli imballaggi per merci pericolose, negli ultimi anni, è stato chiamato ad operare in scenari profondamente mutati, in primis per l’aumento dei volumi dovuto sia alla forte crescita del commercio globale, sia dell’e-commerce – che ha influito non poco sulla gestione dello specifico mercato.
Inoltre, si è registrata l’introduzione di nuove sostanze chimiche e materiali che richiedono un continuo aggiornamento delle normative e delle tecnologie di imballaggio.
A ciò si aggiunga la crescente attenzione alla sicurezza e alla sostenibilità ambientale con una conseguente richiesta di sviluppo di soluzioni di imballaggio più ecologiche.
In tale nuovo contesto, la sostenibilità è così diventata una componente essenziale nella progettazione degli imballaggi per merci pericolose. L’uso di materiali riciclabili o biodegradabili, come le bioplastiche, sta guadagnando terreno per la loro capacità di ridurre l’impatto ambientale e favorire la riciclabilità.
L’Unione Europea ha proposto una serie di misure per ridurre i rifiuti da imballaggio del 15% entro il 2040, garantire che tutti i nuovi imballaggi siano riciclabili entro il 2030 e promuovere l’uso di plastica riciclata. Nonostante l’interesse crescente, molte aziende esitano però ad adottare imballaggi sostenibili a causa dei costi associati.