Robotica e intelligenza artificiale tra scetticismo e obiettivi di efficienza

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Le soluzioni intelligenti per l’automazione della logistica, con particolare riferimento alle attività di magazzino, incontrano ancora molte difficoltà di accettazione da parte di aziende che non ritengono possano contribuire a migliorare l’efficienza dei processi logistici

Le attività logistiche negli ultimi anni hanno subito una profonda trasformazione sotto la spinta da una parte dell’evoluzione della domanda e dei nuovi modelli di consumo, dall’altra delle più recenti turbolenze, dalla pandemia alla crisi energetica, che hanno colpito il settore.

Queste trasformazioni, in alcuni casi vere e proprie rivoluzioni, sono state accompagnate dall’introduzione di una serie di dispositivi idonei a gestire più velocemente ed in maniera più semplice le operazioni, ad esempio, di carico e scarico e di stoccaggio.

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Operazioni che un tempo non lontano erano completamente affidate alla capacità ed all’esperienza degli operatori e che oggi si tende ad automatizzare, riducendo l’intervento umano a vantaggio non solo di una maggiore precisione ma anche di una ottimizzazione dell’intero processo per quanto riguarda tempi e flessibilità d’accesso alle merci a magazzino.

Un forte contributo in tal senso giunge anche dall’impiego di robot mobili autonomi a cui viene devoluta buona parte dei lavori ripetitivi del magazzino.

Anche sul piano decisionale un ruolo significativo lo stanno svolgendo l’Intelligenza Artificiale ed il Machine Learning con applicazioni sempre più estese a ogni fase della supply chain.

Nelle attività di magazzino la loro capacità di raccogliere l’enorme mole di dati disponibili provenienti dalla catena di approvvigionamento ed analizzarli in tempi brevi, ottimizza il processo di pianificazione, riduce l’errore umano, produce risultati più affidabili.

 

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Una strada obbligata

Automatizzazione dei processi e delle operazioni, Intelligenza Artificiale, Machine Learning unitamente al pervasivo concetto di digitalizzazione, definiscono i contorni di quella che viene definita Logistica 4.0 ed è ormai una strada obbligata per le aziende di settore.

Malgrado ciò, pur registrando gli sforzi di gran parte delle aziende per superare i problemi che gli avvenimenti degli ultimi due anni hanno evidenziato, rimangono ancora larghe sacche di resistenza al cambiamento quasi senza distinzione geografica.

Lo rivela un indagine condotta da CLS iMation, società di consulenza focalizzata sulla ricerca di soluzioni intelligenti per l’automazione della logistica, che quantifica l’area del consenso solo nel 40% delle aziende manifatturiere, all’ingrosso, della grande distribuzione, dei trasporti e della logistica.

In dettaglio, una percentuale ancora maggioritaria di intervistati non ritiene che l’introduzione di sistemi automatici o l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per l’elaborazione dati ed il disegno di scenari predittivi per la pianificazione dei processi logistici, possa svolgere un ruolo significativo nel miglioramento dell’efficienza dei processi logistici.

Un dato, d’altra parte, che conferma la recente indicazione dell’Osservatorio Contract Logistics che in Italia il 32% delle imprese sta intervenendo sull’automazione soprattutto di magazzino.

Interessante rilevare come l’età sia una discriminante importante nel senso che gli operatori al di sotto dei 40 anni sono i più propensi ad accettare l’innovazione.

Per contro, tra i non favorevoli la resistenza viene giustificata con il ritenere che “il nostro lavoro deve essere svolto dalle persone”, oppure “Queste soluzioni non si adattano alla nostra organizzazione”.

 

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La mancanza di formazione

Una forte lacuna formativa emerge dal fatto che, senza distinzione di età, almeno il 25% del campione ammette di non avere una conoscenza sufficiente sia dell’automazione, robotica inclusa, che dell’Intelligenza Artificiale e quindi delle sue reali possibilità di utilizzo.

Una carenza, quella formativa, che è avvalorata da una serie di stereotipi o di preconcetti che finiscono per sostenere gran parte delle resistenze.

Ne sono esempio i timori per la sicurezza di chi lavora con i robot, detti i “colleghi automatizzati”, così come le preoccupazioni per l’assistenza, la manutenzione delle apparecchiature e la necessaria “flessibilità” del sistema.

La non conoscenza delle soluzioni proposte ha le sue radici nella mancanza di una cultura digitale di base che si accomuna alla carenza di informazioni pratiche sulle potenzialità delle soluzioni innovative proposte.

In tal modo la percezione, soprattutto per i lavoratori più anziani, è di opposizione a fronte di procedure di lavoro radicate e validate dalla loro esperienza.

Non a caso quasi la metà degli intervistati concorda sul fatto che un app che faciliti la visione dell’intero processo logistico in tempo reale, possa rappresentare un reale valore aggiunto, consentendo interventi più rapidi ed un miglior servizio al cliente. Ma anche in questo caso la variabile età è prevalente e pone gli over 40 in posizione critica e negativa.

Questo atteggiamento, diffuso in gran parte della forza lavoro, può, a giudizio dello studio, rappresentare un ostacolo alla diffusione di dispositivi automatizzati e della stessa Intelligenza Artificiale.

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