Amazon, solo robot in magazzino?

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Credit: Amazon
Il gigante dell’eCommerce lancia Proteus, il suo primo AMR in grado di lavorare a fianco degli uomini

Non coglie troppo di sorpresa la notizia che Amazon lanci un nuovo AMR, Autonomous Mobile Robot. Fa, piuttosto, riflettere la prospettiva che esso apre per la gestione degli immensi magazzini del colosso dell’eCommerce.

Proteus, questo il nome del robot, non è il primo di casa Amazon, che ha investito sullo sviluppo di AMR dieci anni or sono con l’acquisizione di Kiva Systems, manovra da 775 milioni di dollari.

Amazon potrebbe fare da apripista per un intero settore: ma è un punto di merito o l’inizio di un era buia per i lavoratori del settore?

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Il feeling di Amazon per i robot

Come detto, Amazon si è interessata allo sviluppo in proprio di robot autonomi per il magazzino a partire dal 2012, portando i primi AGVs, Automated Guided Vehicles nelle corsie dei suoi magazzini due anni più tardi.

Si trattava di 15mila unità, che seguivano una traccia disegnata sul pavimento e che potevano trasportare una cesta con relativo carico.

L’upgrade della presenza dei robot nell’ambiente di lavoro è cresciuta costantemente, arrivando a 45.000 unità nel 2016 e schizzando a 200.000 unità in servizio nel 2019.

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Proteus, veramente autonomo

Proteus arriva dopo un anno di test di Bert, prototipo con il quale ha molto in comune, eccetto che per due caratteristiche: la capacità di carico, maggiorata nel caso di Proteus, e la possibilità di lavorare fianco a fianco con gli uomini.

Quest’ultima informazione è importante, perché Proteus non è un Cobot, un robot collaborativo: è una macchina che compie le sue missioni indipendentemente e senza controllo umano durante lo svolgimento, ma nello stesso ambiente di lavoro degli operai in carne ed ossa.

La principale innovazione portata da Proteus è proprio il suo inserimento nella realtà lavorativa mista, con la capacità di schivare le persone in movimento.

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La questione sicurezza

Qui si apre un capitolo annoso, vale a dire quello della sicurezza sul posto di lavoro. Infatti, Proteus è certamente un guadagno in termini di tempi e precisione per l’azienda, ma c’è chi si fida poco delle garanzie date da Amazon sulla convivenza indolore con gli uomini.

Dati interni forniti da Reveal e da Retail, Wholesale and Department Store Union, il sindacato che ha cercato di far aderire i lavoratori di un magazzino Amazon in Alabama, parlano di una maggior incidenza di incidenti pesanti sul lavoro negli ambienti nei quali AMR e operai convivono.

Dal 2016 al 2019 sarebbe stata del 50% più alta la percentuale di incidenti nei fulfillment centers Amazon che impiegavano sia robot che personale umano.

Anche dati più recenti confermerebbero comunque un maggior verificarsi di incidenti laddove robot e uomini lavorano assieme.

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Il futuro è robotico

Di fatto, Amazon garantisce per la sicurezza dei suoi AMRs, liquidando le critiche. La strategia del marchio sembra d’altronde chiara, visto l’investimento da un miliardo di dollari sulle Warehouse Technologies effettuato in aprile.

Il timore – o la prospettiva, dipende dai punti di vista – è che Amazon apra la strada verso la creazione di magazzini dominati e gestiti dai soli robot, andando a ridurre la presenza umana ai minimi termini.

Certo, l’uomo verrebbe destinato a svolgere altre mansioni, di maggior valore intellettuale, ma i sindacati sospettano che possa tramutarsi in un espediente per diminuire i costi relativi ai salari ed alle ‘imperfezioni’ del lavoro umano.

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