La sicurezza arriva dal cielo: droni per le banchine dei porti

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Dopo il porto di Anversa, molti altri scali annunciano l’uso di flotte di droni per monitorare ambiente e sicurezza sulle banchine

Il mercato e l’utilizzo dei droni, ovvero dei sistemi UAS (Unmanned Aircraft System) è grandemente cresciuto negli ultimi anni in tutto il mondo, pur in un contesto normativo non omogeneo.

La Comunità Europea che sta predisponendo idonee strategie di sviluppo ha previsto entro il 2030 il raggiungimento di un target in valore di ben 14,5 miliardi di euro con la creazione di oltre 145.000 posti di lavoro.

L’Italia, paese considerato apripista in Europa con il Piano Strategico Nazionale 2021-2030 per lo sviluppo della Mobilità Aerea Avanzata dell’Enac, ha chiuso il 2022 a 118 milioni di euro con un incremento del 20% sull’anno precedente, superando i valori pre-Covid, secondo la rilevazione dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano.

Un risultato paragonabile a quello di Germania e Portogallo, che la colloca davanti ad altri sei paesi europei, tra cui la Francia, e la accredita di un’ulteriore crescita potenziale sino a 1,8 miliardi di euro nel 2030.

Gran merito di tale crescita è dovuto all’ampliamento del loro campo d’impiego che oggi comprende una molteplicità di attività, tra cui la videografia aerea, l’ispezione di infrastrutture, la consegna merci, la mappatura 3D.

Tra queste stanno assumendo sempre maggior rilievo gli utilizzi all’interno delle aree portuali con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e l’efficienza operativa degli scali.

I droni, infatti, possono essere impiegati per diverse attività di controllo e monitoraggio quali la sorveglianza del traffico marittimo e per rilevare intrusioni non autorizzate grazie anche alla possibilità di fornire una visione aerea chiara e completa, in tempo reale, dell’intero porto facilitando la risposta a eventuali situazioni di emergenza.

Possono anche effettuare ispezioni visive delle infrastrutture individuando aree di intervento senza necessità di pericolose ispezioni del personale addetto.

Ai droni può essere delegato inoltre il compito del monitoraggio ambientale all’interno e intorno al porto, inclusi i controlli sulle acque, la qualità dell’aria e la gestione rifiuti.

Infine, possono supervisionare le operazioni di carico e scarico delle merci e la movimentazione container e la logistica interna, aggiungendo un ulteriore tasso di sicurezza.

photo credit: giasco Porto di Genova via photopin (license)

 

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Le esperienze, da Singapore ad Anversa

Numerose in tutto il mondo le sperimentazioni sull’utilizzo dei droni nelle aree portuali che vanno da Singapore dove sono stati impiegati per il rilevamento delle emissioni ed il monitoraggio dell’inquinamento oltre che per il controllo del traffico marittimo, al porto di Los Angeles, negli Stati Uniti.

In quest’ultimo i test sono stati condotti sulla sicurezza delle operazioni portuali e sull’ispezione delle navi in arrivo, la movimentazione delle merci e per il rilievo di potenziali violazioni delle norme di sicurezza per cui sono stati integrati nella strategia di sorveglianza portuale.

In ambito europeo si segnalano le esperienze effettuate al porto di Rotterdam, nei Paesi Bassi, dove l’uso dei droni è stato implementato per l’ispezione delle infrastrutture come parte delle loro operazioni di manutenzione regolari, e quelle che hanno coinvolto Amburgo, in Germania, dove sono stati impiegati per raccogliere dati visivi ad alta risoluzione per l’analisi strutturale e la manutenzione preventiva.

Di pochi giorni fa l’adozione da parte del porto di Anversa-Bruges, il secondo scalo più trafficato d’Europa, di un sistema di droni autonomi che saranno impiegati sistematicamente per monitorare la sicurezza delle banchine.

Il progetto, il primo nel suo genere in Europa per continuità e sistematicità di utilizzo, prevede la disponibilità di sei droni che eseguiranno 18 voli giornalieri per tenere sotto controllo il territorio portuale di ben 120 chilometri quadrati, integrando la rete di telecamere e sensori che vigilano sullo scalo.

I dati raccolti vanno inoltre a completare il gemello digitale dello scalo allo scopo di fronteggiare alcune situazioni critiche per la sicurezza quali l’incendio di un container, il soccorso di una persona in difficoltà all’interno della struttura o caduta in mare, lo sversamento di greggio e di prodotti raffinati in mare.

Ogni situazione potrà essere controllata a distanza da un centro di comando del porto.

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I test in Italia e le difficoltà

Sull’esempio di Anversa anche in Italia si segnalano alcuni test di rilievo.

Al porto della Spezia, nel quadro del programma europeo Horizon 2020, è stato utilizzato un drone per controllare il perimetro del varco e l’intera infrastruttura.

Inoltre, sono stati raccolti dati sul posizionamento dei container in attesa delle operazioni di carico e scarico, le vie di accesso, la viabilità dei mezzi adibiti alla movimentazione, i percorsi degli operatori.

Parallelamente a Genova l’Autorità Portuale ha annunciato di voler sperimentare una flotta di droni per monitorare le vie di accesso, la potenzialità di incidenti, il traffico delle merci e le relative movimentazioni.

Tutti passi in coerenza con gli obiettivi posti dalla UE che punta sullo sviluppo e sull’utilizzo dei droni per applicazioni innovative e, a tale proposito, sta finanziando numerosi progetti nell’ambito dei suoi programmi di ricerca e innovazione.

Tuttavia, non sono da sottovalutare gli ostacoli che ancora sussistono, legati alle regolamentazioni rigorose da parte delle autorità aeronautiche nazionali e locali. 

A titolo d’esempio, la normativa comunitaria vieta l’uso di droni in strutture portuali nei pressi di aeroporti, salvo deroghe speciali che richiedono comunque tempi anche lunghi.

L’uso dei droni deve poi garantire il rispetto della privacy sia per garantire la sicurezza delle operazioni portuali sia delle persone.

Altre criticità sono infine rappresentate dall’integrazione con le infrastrutture esistenti e dalle limitazioni tecniche dei mezzi in termini di peso, durata delle batterie, necessità di disporre di reti idonee alla trasmissione dati.

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