La Rotta Artica, una rivoluzione nella logistica delle merci

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Le crescenti difficoltà incontrate dalla logistica marittima nel Mar Rosso e le limitazioni al transito nel canale di Suez e di Panama, stanno rilanciando l’idea di intraprendere la Rotta Artica sebbene alle ricadute positive sulle catene di approvvigionamento ancora si contrappongano forti criticità 

La crescente importanza della Rotta Artica, detta Northern Sea Route (NSR),  la via marittima che attraversa l’Oceano Artico lungo la costa nord della Russia, è al centro di un dibattito sul futuro delle rotte commerciali. Dibattito alimentato anche dalle difficoltà causate dalla crisi medio orientale che sta rendendo sempre più problematica la navigazione nel mar Rosso e il passaggio dal canale di Suez.

Da qui l’analisi di alternative possibili per non dover dirottare buona parte del traffico commerciale verso l’attraversamento del Capo di Buona Speranza, con forti oneri in termini di costi e tempi di percorrenza.

La Rotta Artica consentirebbe, sulle tratte tra l’Europa e l’Asia, percorsi più brevi anche rispetto ai tradizionali canali di Suez e Panama con risparmio di carburante, e quindi di costi, ma anche di emissioni di CO2.

Questo cambiamento influenzerebbe profondamente la catena di approvvigionamento delle aziende, portando vantaggi significativi ma anche non pochi interrogativi, tutti da sciogliere.

Infatti, se da una parte i cambiamenti climatici stanno favorendo la percorribilità di questa Rotta, liberandola dai ghiacci per periodi più lunghi rispetto al passato, ancora oggi la navigabilità è limitata a pochi mesi all’anno.

Inoltre, le condizioni estreme e la necessità di attrezzature specializzate pongono questioni di sicurezza e rischi ambientali da valutare attentamente per garantire un transito sicuro ed efficiente.

I vantaggi economici e ambientali

La navigazione attraverso la Rotta Artica offre vantaggi economici e ambientali. La riduzione dei costi operativi e delle emissioni di gas serra presenta un’opportunità unica per le aziende di dimostrare il loro impegno nei confronti della sostenibilità.

Inoltre, la rotta è meno congestionata, riducendo i rischi di incidenti marittimi. La sua maggiore apertura potrebbe quindi rappresentare una svolta nella logistica delle merci, consentendo spedizioni più veloci e migliorando l’efficienza della catena di approvvigionamento.

Secondo uno studio della Brown University pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences, le rotte artiche sono dal 30% al 50% più corte di quelle del Canale di Suez e del Canale di Panama, con tempi di transito ridotti di circa 14-20 giorni, con una riduzione delle emissioni di gas serra delle navi di circa il 24%.     

Impatto sulla Catena di Approvvigionamento

I minori tempi di transito potrebbero rivoluzionare la logistica delle merci e migliorare l’efficienza delle catene di approvvigionamento, consentendo alle aziende di risparmiare tempo e denaro. Tuttavia, è importante notare che la navigazione in acque artiche richiede navi specializzate e robuste, aumentando i costi operativi per le aziende.

La navigazione attraverso la Rotta Artica potrebbe anche riscrivere le regole di gestione delle supply chain globali apportando cambiamenti significativi nei modelli di approvvigionamento, con diverse implicazioni per le aziende e i consumatori.

In particolare, la riduzione dei tempi di percorrenza sulle rotte tra Asia ed Europa si tradurrebbe in maggiore flessibilità nelle catene di  forniture, riducendo i cicli di riordino e mantenendo al minimo gli elevati livelli di stock di sicurezza necessari per gestire ritardi imprevisti, con significativi risparmi di costi operativi e in una maggiore efficienza logistica.

Al tempo stesso, la maggior velocità di transito contribuisce a minimizzare il rischio di obsolescenza degli stock evitando un eccessivo e periodico ricorso all’eliminazione delle merci obsolete.

La riduzione degli stock di sicurezza e la gestione più efficiente degli inventari potrebbero dare un importante contributo all’ottimizzazione dei costi di magazzino

Infine, l’utilizzo della Rotta Artica aggiungerebbe un nuovo elemento di diversificazione alle opzioni di trasporto marittimo. Le aziende potrebbero considerare la diversificazione delle rotte per mitigare i rischi legati a eventi imprevisti, come chiusure del Canale di Suez o problemi geopolitici in altre regioni.

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Gli ostacoli della geopolitica

La geopolitica rappresenta un ostacolo significativo all’utilizzo della Rotta Artica. Le rivendicazioni territoriali da parte di paesi come Russia, Canada, Norvegia, Danimarca e Stati Uniti possono generare tensioni e potenziali conflitti. 

Dal 1982 la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare ha conferito agli Stati costieri artici un’autorità rafforzata sulle rotte marittime primarie.

In forza di ciò, poiché la Rotta Artica attraversa in gran parte le acque territoriali russe, è necessario ottenere il permesso da parte della Russia per i transiti, con conseguenti costi aggiuntivi e possibili ritardi.

Tale pesante regolamentazione è uno dei tanti motivi per cui le principali compagnie di navigazione spesso preferiscono servirsi invece dei canali di Suez e Panama, di rotte commerciali più lunghe, ma più economiche e con minori complicazioni burocratiche.

Inoltre, la Rotta Artica rientra negli interessi commerciali della Cina nell’ambito della Belt and Road Initiative, individuata come la terza via per i traffici della Silk Road Connection. 

Criticità ambientali

Le condizioni meteorologiche estreme, la presenza di ghiaccio marino e la mancanza di infrastrutture di supporto possono rendere la navigazione difficile e pericolosa. 

Sono quindi necessari investimenti adeguati ad implementare tecnologie specifiche come rompighiaccio specializzati e sistemi di navigazione avanzati allo scopo di mitigare alcuni dei principali rischi.

Una maggiore apertura della Rotta Artica solleva anche preoccupazioni ambientali. La navigazione attraverso queste acque sensibili richiederà una gestione attenta per preservare gli ecosistemi locali. Le aziende che scelgono questa Rotta dovranno affrontare questioni etiche e ambientali e possono essere soggette a una maggiore pressione da parte dei consumatori per adottare pratiche sostenibili che non arrechino danni irreparabili alla biodiversità e alla qualità dell’aria.

Le reali prospettive della Rotta Artica

Il clima che cambia potrebbe favorire il percorso, ma sono tante le incognite, dalla geopolitica alle conseguenze sulla biodiversità. 

La Rotta Artica, bloccata per la maggior parte dell’anno e accessibile solo alle “rompighiaccio” russe, sta acquisendo crescente rilevanza. Nonostante le incertezze legate al cambiamento climatico e alle dinamiche geopolitiche, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’intenzione di aprire questa Rotta commerciale per tutto l’anno, aprendo nuove prospettive commerciali e invitando i Paesi di Africa e America Latina a utilizzarla.

I vantaggi economici potenziali per alcune rotte, come quella Cina-Europa, sono evidenti, con tempi di transito più brevi e una settimana in meno di navigazione rispetto al passaggio attraverso il Canale di Suez. Tuttavia, le preoccupazioni ambientali e la resistenza di alcune compagnie indicano sfide significative legate all’uso di questa Rotta.

Nonostante il cambiamento climatico faccia presagire una maggiore apertura della Rotta Artica, ci sono incertezze sul suo utilizzo a lungo termine. Il 2024 rappresenta un banco di prova cruciale, mentre le dinamiche geopolitiche e ambientali continuano a plasmare il futuro di questa via marittima alternativa. 

La sua piena percorribilità potrebbe richiedere ancora diversi anni, e le questioni infrastrutturali e geopolitiche restano aperte, ma la Rotta Artica emerge come elemento chiave nel panorama della logistica globale.

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