2024, mondo dello Shipping ottimista: crescono fiducia e investimenti hi-tech

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L’indagine annuale di Container xChange porta alla luce una sentimento di rinnovato ottimismo nei confronti dell’anno appena iniziato

Sulla carta, le turbolenze nel Mar Rosso e le difficoltà di una flotta mondiale alle prese con diversi fattori ‘game changer’, dal ricambio generazionale delle flotte per contenerne le emissioni, all’opportunità o meno di aver investito sulla produzione di mega-navi, alla dismissione di buona parte delle petroliere in servizio a prescindere dalla loro anzianità, non dovrebbero costituire un quadro roseo per chi si occupa di shipping

Eppure, non è così: il sondaggio annuale di Container xChange, con 1.200 attori coinvolti su scala globale nel mondo della conteineristica fa emergere uno scenario cauto ottimismo e di orientamento verso gli investimenti in nuove tecnologie ben diverso dal sentire degli ultimi anni.

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Tante spade di Damocle, ma molto ottimismo

Dunque, malgrado sugli scambi via mare pendano oggettivamente più incognite che nel recente passato, il settore dello shipping pare averci fatto il callo e si dimostra attivo e pro-attivo nei confronti del futuro.

L’aver superato – con profitto in alcuni casi – le crisi globali dalla pandemia in avanti ha evidentemente dato un nuovo slancio al settore dei container e della navigazione: un primo effetto è l’accresciuta fiducia nei sistemi di gestione ad alta informatizzazione, cui il comparto è stato per decenni piuttosto refrattario.

Le compagnie che hanno non solo saputo resistere alle continue interruzioni della Supply Chain, ma addirittura trarre vantaggio dai margini lasciati scoperti da repentini rimescolamenti di carte e rotte marittime sono coincise con coloro che avevano maggiormente investito in tecnologia.

Pertanto, si deve essere propagata nell’ambiente la sensazione che nessuna sfida sia impossibile, se si fanno gli investimenti giusti.

Aspettative in controtendenza

Dall’indagine merge subito un sentire in disaccordo con quanto i fatti lascerebbero presupporre: se, da una parte, i passaggi col contagocce in un canale di Panama sempre più ‘a secco’ e i transiti interrotti verso Suez – per altro con rischi tutt’altro che scongiurati adottando altre rotte, comunque battute dai ribelli Houthi – farebbero presupporre un corollario di aumenti sia per le tempistiche, sia per i costi, le sensazioni del mondo dei container non sono negative.

Su 1.200 compagnie di player della logistica legata ai grandi contenitori ed alle spedizioni navali, poco più della metà si aspetta davvero dei rincari dei prezzi, il 53%, e il 21% suppone invece che, semplicemente, non scenderanno rispetto agli attuali.

In generale, le aspettative per la crescita del settore sono positive per il 74% degli intervistati e la ragione, secondo Container xChange, risiederebbe nella fiducia riposta nelle nuove tecnologie.

Tecnologie per rimanere allerta

Non vanno infatti letti, questi dati, come il segnale di un’improvvida sprovvedutezza collettiva: il settore dei container e dello shipping è sempre in allerta di fronte al possibile verificarsi di nuovi sconvolgimenti delle catene di approvvigionamento, considerando anche le instabilità geopolitiche che si stanno moltiplicando in giro per il mondo.

Tuttavia, la logistica dei container ha molta fiducia nella potenza dei sistemi di analisi dei dati e di predizione di domanda e di fenomeni: d’altronde adesso gli algoritmi hanno lo storico anche di scenari catastrofici recenti, dunque ben monitorati, come la pandemia o lo scoppio della guerra in Ucraina, con tutte le ricadute avute su rotte aeree e navali.

Proprio per via di questo ottimismo, si rafforza la sensazione di potenziale crescita già registrata nella seconda metà del 2023 e che diverrebbe preponderante nel 2024.

Gli investimenti top

In cima alla lista degli investimenti, shipping e movimentazione container mettono la tecnologia abbinata alla pianificazione nel 30% dei casi.

Al secondo posto, con il 24%, si classificano visibilità e tracciamento delle merci, al terzo posto collaborazione e connettività, seguiti dall’automazione dei processi (18%).

Queste percentuali dimostrano come l’industria dei container abbia riconosciuto il ruolo centrale della visibilità dei processi e dei subfornitori, mettendo le metodologie collaborative e l’automazione al centro, con obiettivo comune la pianificazione strategica e l’efficienza.

La gestione dei surplus

Nel 2023 un capitolo a sé stante è stato rappresentato dalla sovra-capacità in stiva, il che ha riguardato anche la quantità di container a disposizione. Premesso che molto dipenderà dall’andamento della domanda di beni e dall’andamento dell’inflazione, per i vettori marittimi la gestione del problema determinerà i margini del proprio successo.

Il 41% del campione ha dichiarato di voler esplorare nuove rotte o direttamente nuovi mercati sui quali impiegare la capacità in eccesso, il 34% di voler rottamare la parte più anziana della flotta, mentre il 19% si è detta orientata verso strategie di navigazione all’insegna dello ‘slow steaming’.

Fonte: scmr.com

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