Cargo aerei, dalla guerra in Ucraina nuova riduzione delle capacità

Condividi
L’invasione russa ai danni di Kiev porta con sé altre conseguenze: il trasporto aereo delle merci è tornato in una situazione analoga a quella di inizio pandemia

Subito dopo l’inizio di quella che Mosca chiama ‘operazione militare speciale’ da parte delle truppe russe ai danni di Kiev, l’Occidente si è schierato compatto a favore di una serie di sanzioni e molte società private hanno preso decisioni coerenti con le stesse.

Tra le prime conseguenze vi è stata la sospensione dei collegamenti aerei, vuoi per motivi di sicurezza – incrociare i caccia russi nel bel mezzo di un attacco bellico non rappresenta una condizione ideale per volare – vuoi per via delle sanzioni, che di fatto rendono insostenibili gli oneri commerciali con la Federazione russa.

Ad una mese dall’inizio della guerra, tutt’altro che lampo, la situazione si va cronicizzando, rispolverando vecchie rotte dimenticate dagli anni della Guerra Fredda e ponendo alla logistica un nuovo problema da affrontare.

Leggi anche:
Trasporto aereo Europa-Asia, dietrofront di trent’anni

 

Compagnie di volo, adattamento forzato

Tutte le compagnie aeree, a prescindere dalla dimensione e dalla bandiera, hanno dovuto in qualche modo rimodulare i propri traffici.

A partire dal 24 febbraio i voli da e per l’Ucraina, ma ovviamente anche quelli che avrebbero dovuto attraversarne lo spazio aereo, si sono fermati. 

Con la chiusura degli spazi aerei occidentali ai vettori russi e la messa al bando degli aerei occidentali nello spazio di volo gestito da Mosca, moltissimi collegamenti tra Europa ed Asia, ma anche tra continente Americano ed Asia, sono rimasti a terra; nella migliore delle possibilità, hanno dovuto cambiare rotta, optando sempre per alternative meno convenienti per chilometraggio, tempi e consumo di carburante.

L’aumento dei costi, sospinto anche dal rincaro dei propellenti, ha convinto molte compagnie a tenere i velivoli negli hangar, in attesa di tempi migliori.

Leggi anche:
Trasporto aereo: risarcimento per collo in ritardo o smarrito

 

Il fermo dei cargo extra-large

Un aspetto particolare dell’impatto del conflitto russo-ucraino sui trasporti aerei è dato dalla singolare specializzazione di alcuni vettori dei due Paesi nel campo dei cargo extra-large.

In particolare Antonov, compagnia aerea di stanza in Ucraina, possedeva un Antonov AN-225, prima del conflitto l’aereo cargo più grande al mondo: i bombardamenti russi lo hanno infatti centrato mentre si trovava in manutenzione, relegando ‘Mryia’ (‘sogno’, questo il nome dato al velivolo) alla conta dei danni bellici.

Altre compagnie, russe, questa volta, posseggono aerei cargo dalle capacità di carico notevoli, retaggio delle flotte sovietiche: si tratta di aerei usati in passato per missioni militari, ma anche per trasporti eccezionali.

Leggi anche:
Anche i pallet nel mirino della guerra in Ucraina

 

Un lungo elenco di defezioni, qualche eccezione

A sospendere i collegamenti con la Russia e, dunque, ad optare per altre rotte meno convenienti per aggirarne lo spazio aereo sono la quasi totalità delle compagnie aeree occidentali e non solo.

In un report stilato da SupplyChainDive si possono leggere i nomi di All Nippon Airways, American Airlines, Antonov Airline, British Airways, Cargolux, Cathay Pacific Airways, Delta Air Lines, DHL, FedEx Express, Finnair, Korean Air, Lufthansa, Nippon Cargo Airlines, Qatar Airways, Singapore Airlines, United Airlines, UPS, Virgin Atlantic Airways, Volga-Dnepr Group.

A ciò si aggiunga l’informazione che ben 11 delle 25 maggiori compagnie cargo del mondo, secondo il ranking IATA, hanno in qualche modo dovuto ‘aggiustare’ le proprie rotte per mitigare l’impatto della guerra.

A fare eccezione sono pochi nomi: China Southern e Air China hanno mantenuto qualche collegamento attraverso lo spazio aereo russo, mentre il 25 marzo sono ripresi i collegamenti con la Turchia e l’Egitto – Turkish Airlines aveva sospeso i voli sino al 23 marzo. A non averli mai sospesi, facendo da testa di ponte con l’Europa, è stata invece la compagna di bandiera serba, nei balcani.

Ti potrebbero interessare