Il settore doganale europeo si sta preparando ad una delle principali svolte degli ultimi anni con l’entrata in vigore, prevista nel 2026, del nuovo Codice Doganale dell’Unione europea.
L’aggiornamento normativo promette di essere un cambiamento che promette di ridefinire le regole del commercio internazionale, con ricadute significative per le imprese attive nella logistica, nelle spedizioni e nello shipping.
A tal proposito, il Convegno Doganale 2025 organizzato da Fedespedi ha offerto un’occasione preziosa per analizzare le implicazioni della riforma, con un focus particolare sul ruolo dei rappresentanti doganali e sulle opportunità per le PMI.
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Il nuovo impianto normativo doganale, presentato dalla Commissione Europea e in fase di definizione finale, mira a rafforzare l’Unione Doganale attraverso una maggiore armonizzazione, digitalizzazione e trasparenza.
Tra le principali innovazioni che esso intende apportare si annoverano quattro punti fondamentali, consistenti nell’istituzione di un Centro doganale digitale, al fine di centralizzare lo sdoganamento, nell’ingresso dell’intelligenza artificiale nei controlli sulle merci, nella creazione di un’Autorità doganale europea con funzioni operative e nell’istituzione di nuove regole per l’e-commerce, con la figura del cosiddetto ‘importatore presunto’.
Si tratta, in generale, di strumenti che puntano a semplificare le procedure, mirando ad una riduzione dei tempi di sdoganamento e avendo come obiettivo finale il miglioramento della tracciabilità delle merci, favorendo la competitività delle imprese europee.
Il Convegno Fedespedi: dialogo e proposte
Durante il Convegno Doganale 2025, tenutosi a Milano, esperti del settore e rappresentanti istituzionali hanno discusso le sfide e le opportunità legate alla riforma. Fedespedi, insieme a CLECAT, ha ribadito l’importanza di valorizzare il ruolo dei rappresentanti doganali, figure chiave per garantire la compliance normativa e la sicurezza del mercato europeo.
Tra i partecipanti, Claudio Oliviero, in rappresentanza di ADM, l’Agenzia Dogane e Monopoli, ha sottolineato la complessità dell’implementazione, evidenziando la necessità di adattamento da parte degli operatori, mentre Giuliano Ceccardi, del Consiglio Nazionale Spedizionieri Doganali, ha invece posto l’accento sulla limitazione all’uso della rappresentanza diretta, considerata un ostacolo superabile grazie alla professionalità e alla conoscenza del cliente.
Cosa cambia per PMI della logistica e delle spedizioni
Le piccole e medie imprese rappresentano una componente vitale del tessuto economico italiano ed europeo. La riforma doganale offre loro diverse opportunità, in primis rappresentate dall’accesso alle semplificazioni grazie allo status AEO, che certifica affidabilità e competenza.
Inoltre, attraverso la digitalizzazione dei processi, è attesa una riduzione sostanziale dei costi operativi, mentre lo scenario dovrebbe votarsi ad una maggiore competitività internazionale, derivante da un quadro normativo più moderno e armonizzato.
Tuttavia, le PMI dovranno mettersi d’impegno per adeguarsi ai cambiamenti normativi e per garantire una corretta formazione del personale.
Non sarà inoltre semplice la gestione della rappresentanza doganale in un contesto di regole più stringenti e tantomeno sarà facile perseguire una linea di investimenti in tecnologia per integrare i nuovi strumenti digitali.
Fedespedi ha già avviato percorsi formativi per supportare le imprese: dal 2017 organizza corsi per responsabili delle questioni doganali, validi per ottenere l’autorizzazione AEO, dei quali partirà nel 2026 la decima edizione. I professionisti già formati sono oltre 280.



