Aerei cargo, volumi in calo dell’11% ma c’è ottimismo per il futuro

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L’impatto delle turbolenze geopolitiche si ripercuote sulle merci aviotrasportate e sulla disponibilità dei vettori, eppure il settore si attrezza per la ripresa

C’è chi lo scommette, il trasporto aereo cargo tornerà più forte di prima. Altrimenti non si spiegherebbero gli investimenti fatti per potenziare il numero di aeromobili da parte delle compagnie che si occupano di merci, malgrado il momento attuale veda il segno meno davanti agli indici di settore.

I dati di aprile e le previsioni dell’International Air Transport Association sono ancora una volta negativi e la correlazione diretta con quanto sta accadendo tra Russia, Ucraina e resto del mondo è evidente.

Si registra però una ripresa dei voli passeggeri e altri segnali lasciano presagire che le merci aviotrasportate torneranno presto in auge.

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Ordini ed esportazioni in calo

Il comparto industriale sta generalmente contraendo ordini ed esportazioni: nel settore marittimo della containerizzazione questo è lampante e risulta dal calo repentino dei volumi spediti, ma si evince anche dall’indice dei prezzi alla produzione, che vede i nuovi ordini destinati all’esportazione in contrazione su tutti i mercati del G7, USA esclusi.

È il risultato della gestione delle scorte, ora in sovrannumero rispetto all’esigenza reale, per via di un’errata interpretazione della domanda, impazzita a sua volta a causa dei singhiozzi della Supply Chain in due anni di pandemia e ulteriormente sclerotizzata dalla politica ‘Zero Covid’ della Cina – vedi paralisi di Shanghai.

La guerra ha poi agitato acque già torbide, facendo venire meno le poche certezze rimaste: il risultato è il calo del commercio che si riscontra nel 2022.

 

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Merci aviotrasportate e geopolitica

L’organizzazione mondiale del commercio ha rivisto al ribasso le sue proiezioni nel mese di aprile, ridefinendo gli scambi di merci dal 4,7% al 3% e proiettando un 3,4% sulla’inizio del 2023.

Con tutta probabilità ci si aspetta un calo dei volumi di merci aviotrasportate nel mese di maggio 2022 anche nel rapporto IATA, che CLIVE Data Services anticipa con dati di mercato più attuali parlando di una diminuzione della domanda del 7%.

A diminuire è anche la capacità in stiva, scesa del 2% dall’aprile 2021: il calo maggiore è stato registrato in Asia, sebbene l’evento maggiormente impattante, dopo il Covid, sia stata la guerra russo-ucraina.

Non del tutto ripresa la normale attività dopo la pandemia, essa ha subito ulteriori limitazioni alle rotte ad alla stessa capacità di carico con la chiusura degli spazi aerei di Ucraina e Russia. I danni bellici e le sanzioni hanno fatto il resto, con la sparizione – letterale – dai mercati internazionali di molti vettori pesanti dell’area russa.

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Il calo dei volumi cargo aerei

Tradotta in numeri la flessioni si descrive con un -11,2% dei volumi di spedizioni nel mese di aprile 2022, l’1% in meno rispetto al già storicamente debole 2019. Si tratta di una catena di cali, in quanto marzo aveva fatto segnare un -5,2%, il minimo per i volumi destagionalizzati da 16 mesi: aprile è riuscito a calare di un ulteriore 2,7%.

La regione più penalizzata è stata quella Asia-Pacifico, nella quale le merci aviotrasportate sono crollate del 15,8% in aprile; i vettori nordamericani hanno registrato una diminuzione del 6,6%, alla pari dell’Asia. 

La domanda è calata in Nord America, ma è rimasta sostenuta tra Europa e Nord America, mentre i volumi di carico sono aumentati enormemente solo in America Latina con un +40,9%.

 

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Ottimismo per la ripresa

Al contempo c’è da segnalare che il trasporto aereo si sta attrezzando per una ripresa forte, proiettata sul prossimo decennio.

La stessa IATA ha previsto un’alta probabilità di una recessione l’anno prossimo, ma si aspetta un trasporto aereo merci forte. Le compagnie aeree all-cargo stanno infatti aggiungendo aerei alle proprie flotte, potenziando la capacità: non a caso le tonnellate-cargo per chilometro, unità di misura della capacità, a livello internazionale sono cresciute dell’1,2%, segno che le flessioni che si ripercuotono sul settore nel suo complesso sono soprattutto dovute ai mercati interni.

Le ragioni di questo atteggiamento positivo poggiano sull’ottimismo a lungo termine per una solida crescita del trasporto aereo di merci nei prossimi 10-20 anni, sulle continue carenze di capacità in stiva degli aerei passeggeri e sul trasporto aereo utilizzato come valvola di sfogo per le continue interruzioni della catena di approvvigionamento.

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