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Banca d’Italia, in aumento i costi di trasporto per l’import-export italiano

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È stata diffusa in questi giorni la periodica indagine sui trasporti internazionali di merci condotta da Banca d’Italia, condotta presso un campione rappresentativo di operatori, con lo scopo di raccogliere le informazioni necessarie per la stesura della bilancia dei pagamenti e la stima dei costi unitari dei trasporti, sia in ingresso che in uscita dal paese, per modalità di carico.

Il report rappresenta quindi un affidabile punto di riferimento per analizzare come l’evoluzione dei costi sia determinante per l’interscambio commerciale italiano alla luce delle tensioni internazionali, che sempre più contribuiscono a trasformare il trasporto merci.

A tale proposito l’indagine pone in risalto come nel 2024 i costi di trasporto abbiano inciso maggiormentesull’interscambio delle merci, salendo al 2,5% per le esportazioni e al 4,2% per le importazioni. Le cause dell’incremento sono presto dette: vanno identificate principalmente con l’aumento dei noli marittimi, in particolare nel trasporto container, a causa della modifica delle rotte navali dovuta agli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso.

L’impatto sulla logistica marittima

Emerge, quindi, che è stato il trasporto marittimo ad aver subito le maggiori ripercussioni, con un forte rialzo dei costi per le importazioni. 

I noli per il trasporto container sono aumentati del 52,4% in dollari per TEU (Twenty-feet Equivalent Unit, vale a dire la misura standard di un container), mentre quelli per le esportazioni sono rimasti più stabili. 

La deviazione delle rotte attraverso il Capo di Buona Speranza ha allungato i tempi di navigazione e aumentato i costi operativi, con il risultato di esercitare una maggiore pressione sui porti europei, provocando un incremento delle tariffe sia per lo stoccaggio, sia per la movimentazione delle merci.

Da quanto si apprende, l’aumento dei costi ha avuto un impatto diretto sulla bilancia dei trasporti mercantili, con un deficit che ha raggiunto -11,8 miliardi di euro, rispetto ai -9,5 miliardi del 2023; si tratta di un bel salto rispetto alle medie pre-pandemia: tra il 2002 e il 2019, il deficit si attestava tra i 3 e i 6 miliardi di euro annui.

Il report pone, a tale proposito, in risalto come uno dei problemi strutturali dell’Italia sia la bassa quota di trasporto detenuta dai vettori nazionali, che contribuisce a un elevato disavanzo nella bilancia dei pagamenti relativa ai trasporti internazionali.  

Trasporto navale bulk, RO-RO e general cargo

Specifiche considerazioni sono riservate ad alcune modalità di trasporto e di merci quali il bulk, il trasporto RO-RO e i general cargo.

Le quotazioni del trasporto navale bulk hanno mostrato dinamiche contrastanti nel 2024

Per il bulk liquido (petrolio greggio e prodotti chimici), i costi sono diminuiti, principalmente a causa del calo dei volumi importati. Al contrario, per il bulk solido (granaglie e minerali), i noli sono aumentati, influenzati dalle tensioni geopolitiche, tra cui la guerra in Ucraina e le difficoltà di passaggio nel Mar Rosso.

costi medi per il bulk liquido si sono ridotti anche in termini reali, pur rimanendo elevati rispetto al passato. Per le rinfuse solide, invece, si è registrato un incremento, avvicinandosi ai livelli massimi raggiunti nel 2008.

Nel comparto Ro-Roi costi medi sono diminuiti nel 2024, anche a causa della crisi del settore automotive e della minore movimentazione di bisarche. La riduzione è stata particolarmente evidente nei flussi da/per la Francia e il Nord Europa, con un contributo significativo anche dalla Turchia, il principale paese di controparte per questa modalità di trasporto.

Per il general cargo, i costi medi per tonnellata sono calati per impianti, macchinari e mezzi di trasporto, risentendo della debolezza del ciclo economico. Tuttavia, per prodotti chimici, materiali da costruzione e prodotti forestali, si è registrato un incremento dei noli.

Trasporto ferroviario e stradale

Nel 2024, i costi medi del trasporto ferroviario per tonnellata sono aumentati, con un impatto maggiore sulle esportazioni rispetto alle importazioni. 

L’incremento è stato più pronunciato per le aree geografiche più lontane, come i Paesi Baltici, il Regno Unito e la Scandinavia, mentre per i partner commerciali più rilevanti, come Francia e Germania, la crescita è stata più contenuta.

Distinguendo tra le tipologie di carico, i costi medi sono aumentati maggiormente nel settore bulk rispetto ai container. Ad aver influenzato queste dinamiche è stata la guerra in Ucraina, che ha reso particolarmente difficoltoso l’interscambio con la Cina attraverso la cosiddetta ‘via della seta’.

Per quanto riguarda il trasporto stradale, i costi medi per tonnellata sono rimasti sostanzialmente stabili, con un lieve aumento del 2% in Francia e Germania. Tuttavia, i noli al netto dei servizi ausiliari sui carichi completi hanno registrato un calo di circa il 3%, controbilanciato da una moderata riduzione dei carichi medi e da un incremento dei costi ausiliari, in particolare quelli di intermediazione e handling della merce.

Trasporto aereo

Nel 2024, i costi medi del trasporto aereo sono aumentati per le importazioni, sospinti dal forte incremento dei volumi movimentati, in particolare dalla Cina (+26%). Questo aumento è stato causato da una ricomposizione modale dovuta alle tensioni nel Mar Rosso, che hanno spinto molte aziende a preferire il trasporto aereo per evitare ritardi e rischi nel trasporto marittimo.

Al contrario, i costi per le esportazioni sono calati, soprattutto per la riduzione dei noli verso il Nord America, la principale destinazione delle merci italiane. In termini reali, per i costi medi all’importazione si è arrestato il calo del precedente triennio, mentre per quelli all’esportazione è proseguita la discesa, riportandoli su valori vicini ai minimi degli ultimi vent’anni.

L’aumento dei volumi importati via aerea ha generato una maggiore pressione sugli aeroporti italiani, con un incremento delle tariffe per lo stoccaggio e la movimentazione delle merci. Inoltre, la crescita della domanda ha favorito l’espansione delle compagnie cargo asiatiche, che hanno aumentato la loro quota di mercato nel trasporto aereo internazionale.

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