Costi logistici: l’impatto su export e movimentazione ortofrutta

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Malgrado un export record, ed un significativo saldo attivo della bilancia commerciale, il settore ortofrutticolo accusa un pericoloso aumento dei costi per la movimentazione ed il trasporto

Il comparto dell’ortofrutta, tratteggiato da Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo, in occasione del Macfrut 2022 di Rimini, la più importante fiera internazionale di settore, evidenzia uno scenario, in termini di risultati conseguiti, più che lusinghiero che si può riassumere in un valore alla produzione delle Indicazioni Geografiche di circa 400 milioni di euro per 550mila tonnellate annue di prodotto certificato, ed un export cresciuto quasi del 20% dal 2015 con un incremento dell’avanzo commerciale del 35% nello steso periodo.

Risalta particolarmente, il dato record dell’export 2021 di ben 5,6 miliardi che vuol dire +6% rispetto al 2020 e oltre un miliardo di saldo attivo della bilancia commerciale.

Inoltre il settore vale il 10% della SAU (Superficie Agricola Utile) italiana e vanta un sistema di OP (Organizzazione Produttori) tra le più storiche ed organizzate.

Un quadro decisamente roseo, tanto più che la nuova campagna, come sottolineato dai responsabili della manifestazione fieristica, si apre sotto i migliori auspici dopo un periodo di avversità climatiche e fitosanitarie.

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Le difficoltà all’orizzonte

Malgrado i buoni risultati evidenziati, e la positiva linea di tendenza del primo trimestre 2022, non mancano gli ostacoli che il sistema ortofrutta deve affrontare.

In primo luogo, l’aumento dei costi di produzione, fra carburanti, fertilizzanti ed energia elettrica, ha fatto segnare un incremento del 21% a marzo 2022 su base annua e un +12% rispetto a dicembre 2021.

Ciò ha provocato un’accelerazione dei prezzi dell’ortofrutta al dettaglio e conseguentemente una contrazione degli acquisti con un significativo calo delle quantità rispetto alla media degli ultimi tre anni. È pur vero, comunque che occorre tener conto anche della carenza di alcuni prodotti nel periodo considerato che ha inciso sulla flessione osservata.

Un ulteriore fattore, assolutamente non da trascurare, ha sottolineato il Presidente di Ismea Angelo Frascarelli, nel corso della sua relazione, è legato alla difficoltà che ancora evidenzia il settore ortofrutticolo, nonostante si stiano diffondendo numerose best practices “a creare valore e a farlo percepire al consumatore finale. Una quota importante di consumatori percepisce la categoria ortofrutticola come prodotto a basso costo, e il percorso per la creazione di valore nel prodotto passa, oltre che dalla necessaria crescita del sistema delle OP, anche da quegli ambiti più adatti a generare valore, come le filiere con prodotti a indicazione geografica, il bio, le filiere integrate, i mercati esteri, nonché qualità, gusto e facilità d’uso.”

 

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Il nodo dei costi logistici

Un’ulteriore sfida è poi rappresentata dall’incidenza che i costi della logistica, movimentazione e trasporto, stanno avendo sul settore che, unitamente alle non positive ricadute della guerra in Ucraina, rischia di pregiudicare il buon risultato in termini di export messo a segno e, più in generale, l’apprezzamento del prodotto all’estero.

Secondo Coldiretti l’aumento dei costi di trasporto arriva ad incidere fino al 30-35% per i prodotti freschi mentre i rincari energetici influiscono sui costi correnti per la produzione italiana di frutta per +51% che sale al +67% per l’ortofloricoltura, come riportato dal quotidiano il Sole 24Ore.

Tutto ciò rischia seriamente di far perdere competitività al prodotto italiano che ha i suoi punti di forza in termini di export in Germania (acquisti per circa 1,7miliardi di euro), Francia (580 milioni di euro) e Austria (circa 354 milioni di euro).

La necessità di investire in logistica appare quindi imprescindibile anche per ammodernare le strutture e superare la staticità che può aver influito negli ultimi anni sui tempi di reazione, e l’occasione può essere rappresentata dal Pnrr che annovera tra i suoi obiettivi proprio quello di superare l’attuale gap competitivo.

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