Caro energia: i grossisti del fresh food fanno i conti

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Il caro energia picchia duro sul mondo dei trasporti ed in particolare su quello dei grossisti di prodotti agroalimentari freschi e di quelli ittici che necessitano di velocità di consegne e di particolari esigenze di conservazione.

La crisi energetica, con le sue molteplici sfaccettature, che vanno dall’abnorme incremento dei costi di produzione che coinvolge pesantemente la gestione della catena del freddo alla ricaduta su logistica e trasporti in termini di consumo di carburante, giorno dopo giorno mostra le sue conseguenze sui conti delle aziende di distribuzione di prodotti alimentari freschi. E se fino ad ora quasi tutti gli operatori di settore non hanno ancora travasato sui listini al pubblico l’intero impatto di questi rincari, lo si deve essenzialmente alla volontà di salvaguardare, almeno in parte, il potere d’acquisto di molte famiglie anch’esse alle prese con un crescente disagio economico.

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Un credito d’imposta per i carburanti

Le recenti misure adottate al Governo che hanno introdotto con il decreto-legge n.21/2022 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 marzo 2022, un contributo sotto forma di credito di imposta per l’acquisto da parte di imprese che operano nel settore agricolo e della pesca di carburanti per la trazione di mezzi utilizzati nell’esercizio dell’attività di impresa, ha concesso un po’ di respiro, malgrado il fatto che tale contributo straordinario risulti pari solo al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto di gasolio o benzina effettuato nel primo trimestre 2022, al netto dell’iva, come deve risultare dalle relative fatture e da opportuna asseverazione di un Caf. 

Il credito è comunque cumulabile con altre agevolazioni relative ai medesimi costi e può essere ceduto ad altri soggetti quali istituti di credito o intermediari finanziari nel rispetto delle regole sulla cessione del credito.

Il credito d’imposta sui carburanti ha avuto comunque una positiva accoglienza anche se alcuni settori come quello della pesca denunciano la drammaticità delle condizioni operative in cui si trova l’intiera filiera ittica a fronte di un raddoppio dei costi del carburante e della loro assoluta esigenza di gestire trasporti che assicurino il rispetto della catena del freddo con un conseguente elevato consumo energetico.

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Logistica e Pnrr 

L’agroalimentare, e segnatamente le aziende che si occupano di trasporto di merce deperibile che necessita quindi di una veloce consegna, appare un comparto fortemente penalizzato che necessita di interventi strutturali.

Al di là, quindi, delle richieste contingenti e specifiche fatte dalle associazioni di grossisti che vanno dall’abbattimento dell’iva sui prodotti energetici, alla cancellazione per tutto il 2022 delle relative accise e l’azzeramento dell’iva per tutto l’anno sulla vendita di prodotti ortofrutticoli, occorre pensare in termini di nuovi ed innovativi investimenti che vadano a incidere non solo sulla distribuzione e sulla logistica ma prendano in considerazione anche la trasformazione del prodotto e la produzione di energia.

Va in questa direzione il già previsto ampliamento del Centro agroalimentare di Roma (Car), una delle più importanti strutture europee per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli e primo mercato ittico italiano, che prevede un investimento di 200 milioni di cui il 40% potrebbero essere resi disponibili a breve. L’obiettivo è quello di creare un modello virtuoso di ecosistema sostenibile inclusivo per gli operatori di settore riducendo l’impatto ambientale ed adottando soluzioni innovative per il ciclo del prodotto e dei rifiuti, l’utilizzo di fonti rinnovabili per il consumo energetico e la presenza di processi digitali per monitorare la sostenibilità della struttura e la qualità del costruito.

Il miglioramento della logistica agroalimentare è però uno degli obiettivi dichiarati nel Pnrr che riserva al tema del traffico merci grande spazio riconoscendo che l’intero settore dovrà essere reso più efficiente grazie anche ad una migliore interoperabilità della piattaforma nazionale ed alla digitalizzazione della catena logistica. Il successo di tale politica dipenderà in larga misura dalla capacità di realizzare i singoli progetti resi disponibili.

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