Cresce la spinta verso tecnologie nella distribuzione e vendita: è l’effetto Covid-19

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Entro la fine dell’anno sono previsti aumenti considerevoli degli investimenti nel settore digitale al servizio del retail

Il mondo forse non sarà migliore rispetto a prima, come molti auspicavano commossi dall’impatto della pandemia, ma più digitalizzato probabilmente sì. Un esempio arriva dal mondo del retail e della distribuzione, che sta accelerando un processo di conversione verso sistemi automatizzati e ‘smart a partire dagli stabilimenti che si occupano di packaging per arrivare ai clienti in negozio.

Frase d’ordine: guardare e non toccare

L’esigenza di evitare il più possibile le situazioni a rischio trasmissione di Covid-19 e, di conseguenza, limitare delle improbabili e costose sanificazioni a ciclo continuo – si pensi soprattutto ai punti vendita che non possono fare a meno di essere ‘fisici’ – sta accelerando l’adozione di sistemi che permettano di mantenere le distanze tra oggetti e persone consentendo però di svolgere l’attività commerciale.

Si tratta di tecnologie già esistenti da tempo, ma che mai prima d’ora avevano avuto l’opportunità per diffondersi tanto capillarmente in attività sia di tipo industriale che di tipo civile.

I punti fondamentali sono quattro: il controllo degli accessi ed il mantenimento delle distanze all’interno di spazi confinati, la possibilità per i clienti di un negozio (ad esempio) di servirsi in autonomia, la gestione del personale in modo oculato e l’utilizzo di supporti ‘intelligenti’ che permettano di ottenere informazioni senza contatti fisici.

Si trasforma il modello del negozio

In pratica, molto di quello che sino a pochi mesi fa si vedeva soltanto all’interno di realtà lavorative logistiche, come il tracking dei prodotti, le etichettature ‘parlanti’ leggibili tramite QR Code o codici a barre, la sensoristica applicata sia agli oggetti che alle persone, entro fine 2020 potrebbe essere realtà quotidiana.

Il controllo degli accessi può essere effettuato tramite dispositivi elettronici all’ingresso, esattamente come nei capannoni industriali, le distanze possono essere monitorate da sensori appositi, mentre con uno smartphone si possono ottenere tutte le informazioni su di un prodotto inquadrando il supporto adeguato.

Si tratta di accorgimenti che consentono di ridurre il controllo da parte degli operatori e, soprattutto, di mantenere una notevole distanza da clienti ed addetti.

Un retail più efficiente?

Secondo Toshiba Tec – che in Spagna, Paese duramente colpito dal Covid-19, prevede investimenti da 800 milioni di euro su questo tipo di tecnologie entro fine anno – ridurre la necessità di manipolare gli oggetti per addetti ai lavori e clienti porterà anche ad una maggior efficienza sia della catena di fornitura che dei punti vendita.

Dovrebbe dunque cambiare il modello stesso di negozio fisico, che passerebbe dall’essere il classico ‘emporio’ all’incarnare una sorta di show-room ibridato con l’eCommerce.

È chiaramente da valutare l’impatto di queste tecnologie sul mercato del lavoro, considerato che la riduzione di personale fisico va compensata con l’introduzione di nuove figure professionali legate al controllo di questi sistemi. 

Come sempre, non è il mezzo ad essere buono o cattivo, ma l’uso che ne si fa.

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