Crisi del Mar Rosso e pirateria, le due spine nel fianco dello shipping

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Canale di Suez, un’arteria vitale del trasporto marittimo globale sotto assedio, ma anche le rotte alternative sono irte di ulteriori rischi

Il Mar Rosso, solcato da alcune delle rotte marittime commerciali più importanti al mondo, sta affrontando una crisi di sicurezza senza precedenti. Con il 20% del traffico globale di container e il 40% del trasporto container via mare tra Asia ed Europa che attraversa questa regione del mondo, le azioni di guerra condotte ai danni delle portacontainer hanno costretto il commercio marittimo internazionale a riorganizzarsi rapidamente, auto-dirottandosi verso la più lunga via che conduce al periplo dell’Africa per Capo di Buona Speranza

Peccato che subentri un secondo inconveniente, a voler essere gentili: la pirateria, che sotto costa alle nazioni africane è ancora pratica tutt’altro che desueta, forse solo priva del romanticismo di salgariana memoria.

13% dei traffici marittimi globali a rischio pirateria

Un’analisi svolta da BIMCO rivela che il 13% del commercio marittimo mondiale è sotto attacco da parte degli Houthi e dei pirati, quelli attivi al largo della Somalia in particolare. 

Di fatto, le portacontainer fuggono dal Mar Rosso per sottrarsi agli attacchi Houthi, spingendosi però involontariamente tra le braccia della pirateria al largo della costa somala, che è, di conseguenza, aumentata per numero di azioni aggressive, proprio nell’ultimo anno.

A partire da novembre 2023, infatti, quando la minaccia alla navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden è aumentata perché gli Houthi hanno iniziato ad attaccare indiscriminatamente le navi mercantili, l’attività di pirateria al largo della costa orientale della Somalia è aumentata. Da dicembre due navi cargo e diverse navi da pesca sono state dirottate, segnando la prima operazione di questo tipo riuscita ai pirati somali in sei anni.

L’incancrenirsi di questa dinamica può portare a nuove interruzioni della supply chain, un po’ come avvenne con i colli di bottiglia dovuti al Covid; il problema non è da poco, anche perché ad essere interessato è, secondo i dati riferiti al 2023, il 13% circa del commercio marittimo globale. Proprio quest’ultimo ha già reagito, sempre secondo BIMCO, dimezzando le navi in servizio nell’area.

Le modificazioni al trasporto marittimo 

Gli attacchi missilistici o via drone ai danni dei mercantili e delle portacontainer nel Mar Rosso hanno causato una riduzione del 50% delle navi che solcano il Mar Rosso, con pesanti ripercussioni economiche. 

Tanto per avere una metrica, nelle prime tre settimane di marzo 2024, il numero di navi transitate attraverso il Canale di Suez è diminuito del 51% su base annua, rappresentando, sempre su base annua, un calo del 63% in tonnellaggio lordo.

Compagnie di navigazione come MSC e Maersk circumnavigano ormai stabilmente l’Africa, aumentando i tempi di transito e i costi di spedizione, con ovvie ripercussioni sui consumatori finali. Altro costo impazzito è quello delle assicurazioni sulle spedizioni, che ha visto un incremento esponenziale dovuto proprio al fattore imprevedibile degli attacchi armati.

Le contromisure internazionali 

Al momento una vera risoluzione al problema si può dire che non ci sia, sebbene siano state messe in atto delle contromisure di natura militare.

A dicembre 2023, gli Stati Uniti hanno lanciato l’operazione Prosperity Guardian, unendo forze internazionali per proteggere le rotte commerciali. L’Unione Europea ha risposto con la missione EUNAVFOR Operation ASPIDES, focalizzata sulla difesa delle navi commerciali.

Al momento queste iniziative sono cruciali per mantenere aperte rotte che risultano vitali per il commercio mondiale, ma il perpetrarsi degli attacchi non sembra mostrare un’efficacia in termini di deterrenza.

Nonostante gli sforzi internazionali, dunque, la minaccia della pirateria persiste, con tutte le conseguenze che porta con sé. La sicurezza marittima rimane indubbiamente una priorità per garantire la fluidità del commercio globale e la stabilità economica internazionale: questo quadro evidenzia la necessità di una cooperazione internazionale rafforzata e di una risposta coordinata per affrontare la situazione.

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