Decreto Flussi, via libera alle quote per autisti non comunitari

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Con la pubblicazione del Decreto Flussi della settimana scorsa si risolve un punto cruciale per l’autotrasporto: è infatti sbloccata la possibilità per autisti non comunitari in possesso patente equivalente alla categoria CE di essere impiegati come autisti professionali.

SI tratta di un provvedimenti che, come hanno commentato le associazioni di categoria, era particolarmente atteso.

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Il Decreto Flussi e gli autisti non comunitari

Il Decreto Flussi, pubblicato in Gazzetta, riserva una quota di ingressi di cittadini non comunitari all’autotrasporto merci per conto terzi affinchè possano essere impiegati come conducenti professionali.

La condicio sine qua non è che siano in possesso di patenti equivalenti alla categoria CE e convertibili sulla base di esistenti accordi di reciprocità tra i Paesi terzi di provenienza e l’Itali, come nel caso di Algeria, Marocco, Tunisia in Nord Africa, Repubblica di Macedonia del Nord, Moldova e Ucraina in Europa dell’Est e nei Balcani, Sri Lanka in Asia.

Il commento al Decreto Flussi di ANITA

«È una bella notizia per i nostri associati e per tutte le imprese del settore– ha dichiarato il Presidente di ANITA, Thomas Baumgartner – lavoravamo da tempo per ottenere questo risultato. Non è stato possibile riservare una quota completamente dedicata, così come avremmo voluto, ma è un primo passo importantissimo». L’autotrasporto dovrà condividere i 6mila ingressi assegnati con l’edilizia, il turismo e gli alberghi.

«La riteniamo una risposta valida all’annosa carenza di autisti professionali che fatichiamo sempre più a trovare sul mercato del lavoro italiano e comunitario».

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Italia: cercansi 15mila autisti

In Italia le stime più recenti degli operatori del comparto parlano di circa 15mila conducenti che mancano all’appello. A cui si aggiunge l’età media elevata dei lavoratori del settore: il 45,8% dei titolari delle Carte di Qualificazione del Conducente hanno superato i 50 anni mentre solo il 18,1% ha un’età inferiore ai 40 anni.

Molte le ragioni di questa situazione: dai giovani che trovano – a differenza che in anni passati – scarsamente appetibile la professione di conducente ai costi elevati di acquisizione dei titoli necessari alla guida di mezzi di autotrasporto merci: per conseguire la patente si arriva a spendere fino a 6mila euro. A cui si aggiunge che l’evoluzione del settore richiede oggi competenze nuove e sempre più ampie che vanno ben oltre la mera guida del veicolo.

Il problema degli autisti in tutta Europa

La difficoltà a reperire gli autisti non è solo italiana ma riguarda anche gli altri Paesi della UE: la Germania, la più colpita dal problema, da tempo ha orientato il proprio intervento al reclutamento di nuovi autisti dai Paesi non UE, ma la stessa cosa l’hanno fatta quasi tutti gli Stati membri dell’Est Europa.

«È importante che l’Italia non arrivi ultima – conclude Baumgartner – nel dotarsi di una strategia ad hoc, mostrando lungimiranza nell’interpretare le dinamiche del settore. Attingere al Decreto Flussi è la prima risposta possibile e ANITA continuerà a sostenere la necessità di una quota più corposa ed esclusivamente dedicata al settore anche nei successivi provvedimenti di regolazione degli ingressi. Un’altra, di più lungo periodo e strutturale, è un intervento pubblico che promuova la figura dell’autista, anche attraverso l’orientamento professionale post-scuola verso i giovani, che in questo settore troverebbero subito un impiego».

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