eCommerce e trasporti: la trappola del prezzo basso

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Come e perché i competitivi prezzi dell’eCommerce sono un’arma a doppio taglio

Cosa contraddistingue l’eCommerce, vale a dire cosa rende davvero efficace l’acquisto elettronico, è facile da identificare: è dato dal connubio comodità più convenienza. Per il cliente, infatti, non c’è dubbio che ricevere in poche ore un ordine a domicilio pagandolo meno che in negozio sia un vantaggio.

Cosa c’è però dietro a quel vantaggio?

Cosa innesca una corsa così estenuante al prezzo più basso? C’è chi dice che uno dei risvolti negativi dell’eCommerce consista in un costo della logistica pressoché ‘regalato’.

Indubbiamente il boom del commercio elettronico sta incentivando dei fenomeni concorrenziali fortemente condizionati dalla posizione di forza di poche grandi aziende planetarie che detengono il controllo dell’eCommerce e che, gioco forza, possono imporre ai fornitori di servizi logistici locali delle condizioni schiaccianti, quando non aggirarli e sostituirli del tutto.

Ma chi vince in questa lotta?

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La ‘tempesta perfetta’

Una ‘tempesta perfetta’ si ha quando una serie di coincidenze vengono ad allinearsi sul tavolo, come in una trama preordinata.

Durante le crisi economiche che dal 2008 si sono susseguite in tutto il mondo, buona parte della logistica si è trovata a fare i conti con un problema: il mantenimento di sé stessa.

Può sembrare una frase scontata, ma non lo è quando si immagina la scala di un’azienda di spedizioni nazionali o internazionali – va comunque da sé che ognuno, in base alla propria taglia, ha i medesimi problemi – che debba tenere in esercizio una struttura ed una infrastruttura – magazzini, camion, a volte treni, navi o aerei, dipendenti, comparti commerciali, direzionali, di ricerca – in un periodo di ‘magra’.

La fonte primaria di merci da spedire, l’industria, quando va in crisi riduce i volumi o cerca prezzi più competitivi nelle forniture. Risultato, si innesca una guerra dei prezzi, in primis rivolta alla concorrenza sul mercato tra fornitori.

A volte, però, questo non basta.

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Il ruolo dell’eCommerce nei volumi

Quando si è ‘grandi’ si ha un problema: non ci si può accontentare di ‘poco’. La quantità, infatti, non è solo questione di ingordigia, bensì diviene la base sotto la quale, almeno per una certa soglia, non si può scendere, pena il far girare a vuoto il motore.

Quando un motore gira a vuoto consuma e spreca: meglio, dunque, abbassare i prezzi per accaparrarsi più volume possibile. Sarà proprio un enorme quantità dei ordini a garantire anche le entrate.

Se però il B2B, cioè le spedizioni industriali, non bastano, ecco che l’eCommerce assume un nuovo fascino: dopo la crisi finanziaria del 2008 molte aziende logistiche hanno iniziato ad aprire a quella che era una terra inesplorata e foriera di grandi promesse come il commercio elettronico.

Tanti ordini, tantissime consegne, prezzi bassi: un guadagno sicuro per i clienti finali, per le società di eCommerce, per la logistica la garanzia dei volumi. Ma i guadagni?

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Il ritorno del B2B e la guerra dei prezzi

Il punto è che l’eCommerce, che è una sorta di meccanismo destinato a crescere all’infinito, cannibalizza quanto ha intorno: i volumi sono estremi, ma i prezzi rasentano l’elemosina per la catena di fornitura.

Si va c così innescando un circolo vizioso: l’abbassamento dei prezzi fa sì che tutti cerchino di competere per non perdere quote di mercato e, alla fine, il lavoro logistico viene quasi regalato.

Ecco dunque e specialmente nei periodi di ripresa – anche queste finestre post-andate pandemiche lo sono – che le aziende logistiche iniziano a rifiutare le commesse legate al commercio elettronico in favore di classici e più controllabili clienti B2B.

Tuttavia, colossi come Amazon si stanno attrezzando per dare un’ulteriore spallata al sistema, introducendo proprie catene logistiche, controllate in casa.

A breve ne vedremo gli effetti.

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