L’industria della logistica è sotto assedio: assieme alle nuove tecnologie digitali sono cresciuti e si sono evolute anche frodi e truffe articolate in schemi sempre più sofisticati.
Una fotografia della situazione arriva da un recente rapporto della Transportation Intermediaries Association (TIA), che rappresenta i professionisti della logistica per conto terzi in Nord America: il settore del trasporto merci negli Stati Uniti ha visto un aumento drammatico delle frodi, con un incremento del 600% nei furti di carico tra novembre 2022 e marzo 2023.
Un dato che assume una definizione economica con le stime del National Insurance Crime Bureau, che parla di circa 15-30 miliardi di dollari in termini di valore di merci rubate ogni anno.
Non si tratta però di un fenomeno che si ferma agli Stati Uniti: stime globali parlano di frodi ai danni delle catene logistiche per circa 190 miliardi di dollari l’anno, mentre le truffe doganali ai confini della UE rappresentano un alert costante. L’Italia, stando ad un report TTS Italia presentato nel maggio scorso, detiene poi il poco invidiabile record che corrisponde al 20% di tutte le frodi commesse nella logistica a livello mondiale.
Quello delle truffe – cyber e tradizionali – è d’altronde un capitolo annoso ed in forte aumento in tutti i settori: nel 2023, secondo il ‘Forrester Fraud Research Report’ di Experian e condotto da Forrester Consulting, i campi finanziari, delle telecomunicazioni e dell’e-commerce in 10 Paesi delle regioni EMEA ed APAC hanno registrato un aumento degli episodi del 73%, l’80% se si guarda al solo panorama italiano.
Tante Supply Chain, tante frodi diverse
Quando si parla di frodi ai danni di industrie e società operanti nella supply chain si sta guardando ad un panorama molto variegato, fatto di strumenti classici e innovativi al contempo: di fatto si potrebbe dire che per ogni Supply Chain esiste una frode ad hoc.
La forma più classica di frode è quella che culmina con il furto del carico trasportato, decisamente la più diffusa nell’ambito dell’autotrasporto, nonché quella che si svolge tramite strategie tradizionali, per non dire obsolete, che però possono essere a volte precedute da trame più sofisticate.
Esistono infatti veri e propri schemi finanziari orditi al fine di mettere in atto una truffa: tra questi, il brokeraggio illegale e la fatturazione fraudolenta sono i più ricorrenti.
Altri ricorrono al furto di identità, grazie al quale i truffatori si spacciano per aziende che, apparentemente, operano legittimamente.
Molti episodi vedono invece il coinvolgimento di dipendenti nelle attività fraudolente, corrompendo il personale o infiltrandovi dei ‘cavalli di troia’ in carne ed ossa.
Last buy not the least, c’è poi il furto di dati, che avviene attraverso attacchi informatici e che ha registrato un’ascesa ripidissima negli ultimi anni.
La situazione tra America ed Europa
Il rapporto TIA ha raccolto dati da 200 membri operanti nella logistica professionale per conto terzi nordamericana tra febbraio e agosto 2024, rivelando che il costo medio lordo delle frodi è di circa 402mila dollari per azienda, con singoli casi eccezionali che riportano perdite superiori al milione di dollari.
Il furto di carico è particolarmente prevalente in stati come California, Texas, Illinois, Georgia e Florida, con la California che, da sola, rappresenta il 48% degli incidenti.
Il problema non riguarda però soltanto gli USA e il trasporto su gomma: se quella delle piazzole di sosta è una questione aperta da decenni nell’autotrasporto di tutto il mondo, la fragilità delle infrastrutture e, sopratutto, delle connessioni tra strade, autostrade, porti e interporti è nota al mondo della logistica anche in Europa.
Una serie di dati presentati da TTS Italia nel maggio scorso, basati su elaborazioni Transcrime sul 2022, vedono i danni dovuti alle frodi nei confronti della logistica ammontare a 190 miliardi di euro globalmente, con un focus negativo sull’Italia, che deterrebbe ben il 20% delle truffe logistiche tutto il mondo e un tasso di crescita degli illeciti del 56% nel periodo 2022-’23.
Un problema che non riguarda certo solo la penisola, anzi: un altro capitolo consistente è ad esempio rappresentato dalla confusione, abilmente sfruttata dai criminali, cyber o analogici che siano, generata dalla Brexit e dalla reintroduzione della dogana tra UE e UK.
Non è infatti un caso che proprio Bruxelles abbia emanato una Direttiva, la 2661/2023 («Servizi ITS per la sicurezza stradale e dei trasporti»), in recepimento teorico da parte del nostro Paese entro dicembre 2025.
Evoluzione tecnologica, una necessità
Per combattere queste frodi, sono diverse le soluzioni tecnologiche nelle quali le aziende possono investire. Tra i più ‘in voga’ si possono citare l’Internet of Things (IoT), l’Intelligenza Artificiale (molto utilizzata dai truffatori stessi), l’Automazione e, naturalmente, l’implementazione della Cybersecurity.
L’Internet of Things (IoT) consente il monitoraggio e il tracciamento in tempo reale dei carichi, migliorando la visibilità lungo tutta la supply chain grazie a sensori che raccolgono e trasmettono dati in tempo reale, permettendo una rapidità di reazione in caso di anomalie.
L’Intelligenza Artificiale (IA) ha moltissime potenzialità, tant’è vero che proprio i chi le frodi le ordisce se n’è accorto presto. Per lo stesso motivo, può essere utilizzata anche per rilevare schemi di frode analizzando grandi quantità di dati in tempi irrisori e identificando le anomalie. Gli algoritmi di machine learning possono aiutare a prevenire frodi finanziarie e furti di identità, alcuni degli illeciti più frequenti ad oggi.
L’Automazione e la robotica, invece, ‘blindano’ i processi di magazzino e riducono drasticamente il rischio di frodi interne, intese come furti e appropriazioni indebite di prodotti, gestendo il flusso di lavoro logistico in modo più sicuro e preciso.
Qualora, però, non vi siano veri sistemi di Cybersecurity, i più banali dei quali sono l’implementazione di firewall, antivirus e backup regolari dei dati sensibili, anche l’automazione può offrire il fianco ai malintenzionati: un attacco informatico può puntare a sottrarre dati, ma anche a prendere il controllo di un intero magazzino, per ‘sbloccarlo’ solo previo riscatto.
Una tecnologia che può recitare un discreto ruolo nel proteggere dalle frodi è anche la blockchain: essa garantisce trasparenza, sicurezza e tracciabilità lungo tutta la catena di fornitura. Funziona generando un registro digitale immutabile che consente di tracciare ogni transazione e movimento di merci, riducendo i punti deboli della filiera e, quindi, le opportunità di frode.
I cosiddetti ‘contratti intelligenti’, scritti e monitorati dall’IA, automatizzano in combinazione con la blockchain l’esecuzione degli accordi presi, riducendo il rischio di frodi legate a pagamenti e consegne.
Da questa carrellata superficiale di possibili contromisure si intuisce come la Logistica, intesa come settore generale, non possa prescindere dall’innovarsi dal punto di vista tecnologico e digitale: ne va della propria sopravvivenza.