I costi di magazzino in crescita trasformano i layout

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La tendenza rialzista dei costi degli spazi di magazzino, sorretta anche dalle nuove spinte inflattive, sta evidenziando i suoi effetti negli Stati Uniti costringendo molte aziende a rivedere layout, posizionamento delle merci ed idoneità delle attrezzature

In un mondo sempre più globale, dove i fenomeni ed i loro effetti non tardano a diffondersi da un continente all’altro, rispondendo spesso alle medesime logiche economiche, la tendenza che va registrandosi in diverse regioni degli Stati Uniti in questi ultimi mesi appare un segnale premonitorio per l’intero comparto a livello mondiale.
Tanto più che la tanto temuta inflazione non sembra avere occhi di particolare riguardo per una determinata area geografica ed appare decisa a far sentire i suoi effetti in maniera molto democratica ed uniforme.
Vale la pena quindi, aprire gli occhi sulla crescita da molti definita anomala dei costi degli spazi di magazzino che, in una situazione di mercato già fortemente provata da pandemia e crisi sia energetica che d’approvvigionamento di materie prime, fa suonare un nuovo campanello d’allarme alle aziende del settore logistico.

 

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Ottimizzare gli spazi

Il campanello d’allarme, come rivela in un suo recente studio l’autorevole CBRE, azienda leader nei servizi e negli investimenti immobiliari commerciali, riportato dall’americana Supplychain247.com, è stato il rinnovo di molti contratti di locazione di magazzini o la loro estensione a nuovi spazi, che hanno subito aumenti netti in media del 25% con punte decisamente più elevate in alcune aree geografiche.

Poiché la congiuntura economica in atto nonché le incertezze sul futuro determinate anche dalla liquidità degli eventi internazionali in materia di approvvigionamenti e contratti di fornitura, scoraggiano nuovi investimenti in spazi destinati allo stoccaggio, la tendenza che va affermandosi è quella di ottimizzare quanto già si ha a disposizione.

Rivedere il layout appare la prima regola da applicarsi con un veloce, per quanto possibile, passaggio a configurazioni a corsie strette, il che implica, nella realtà americana, studiare soluzioni dove i corridoi si riducano da una larghezza di 10 o 11 piedi sino a 6,5 o 7 piedi.

Passare alle corsie strette vuole anche dire predisporre una accurata valutazione dei flussi di merce, della composizione dei carichi a movimento rapido, medio e lento e, infine, ipotizzare la loro movimentazione all’interno ed all’esterno dei depositi.

L’acquisizione di una visione globale è infatti condizione indispensabile per assumere una determinata configurazione come nuovo punto di riferimento sia nel difficile cammino per guadagnare spazio sia in quello, più impegnativo ancora, finalizzato a liberare spazio per altre attività.

 

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Le ricadute sulle attrezzature

La transizione verso layout a corridoio stretto può avvenire in forma graduale per dare la possibilità agli operatori di assimilarne la nuova concezione di movimentazione delle merci, dallo stoccaggio al picking.

In questa trasformazione occorre anche valutare le influenze sulle attrezzature più idonee alla nuova realtà che vanno da quelle ritenute più semplici come i carrelli elevatori a quelle più complesse ed impegnative come i mezzi articolati che possono operare in questo tipo di corsie.

Molto spesso l’attività in corsie strette con il vincolo di mantenere elevati standard di sicurezza, velocità ed efficienza rappresenta una vera sfida per i carrelli elevatori e le attrezzature di servizio necessarie. Essi devono infatti essere in grado di traslare e sollevare contemporaneamente, rendendo possibile la movimentazione dei pallet nel rispetto degli obiettivi di tempo e di quantità fissati dall’azienda.

Da sottolineare anche come le corsie strette, nelle soluzioni più sofisticate ed in presenza di realtà fortemente automatizzate, possano diventare oggetto di navigazione autonoma da parte di carrelli in grado di recepire grazie ad un ricevitore posto a bordo i dati, inviati dal sistema centrale tramite una rete Wi-Fi, relativi al percorso e alle attività da compiere (meta da raggiungere, altezza di sollevamento, tipologia di merce da movimentare, etc). Informazioni che vengono elaborate dal sistema del carrello elevatore consentendo una navigazione ed una attività molto precisa che lascia all’operatore solo il compito di azionare la funzione di trazione e sollevamento.

 

 

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