Il caso JD.com: eCommerce e logistica cinesi sfornato nel FinTech

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Una crescita record dei ricavi costringe i legislatori cinesi ad imporre regole più stringenti per i mercati FinTech

Se l’eCommerce è evidente sia stato il traino dell’economia persino a livello locale in Europa nel 2020, allargare lo sguardo al resto del mondo e, in particolare alla Cina, è interessante: si può ad esempio scoprire che una società di eCommerce come JD.com – solo una delle principali battente bandiera di Pechino – ha registrato nel 2020 un aumento dei ricavi ben del 31%.

Nulla di strano, non fosse che la scala degli utili e la strategia di diversificazione sul mercato, con svariati spin-off, tra i quali anche un’operatore di logistica in grado di competere con i servizi postali cinesi, fanno di JD anche una società finanziaria.

Al punto che nella sua competizione con l’altro colosso eCommerce, Alibaba Group, sono dovuti intervenire i legislatori di Beijing.

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JD, un’espansione in tutte le direzioni

JD, che nasce come vendita al dettaglio digitale, ha fatturato nel 2020 più di 114 miliardi di dollari americani: 34,3 di questi miliardi sono stati ricavati con il solo balzo avanti del 31% citato prima, avvenuto nel quarto trimestre dell’anno passato.

Rispetto al 2019 l’aumento di fatturato è stato di 31,9 miliardi di USD, portato da un +30% degli utenti attivi, in totale poco meno di 472 milioni.

A completare il quadro è l’informazione che l’utile per azione su base annua è cresciuto del 187,5%. A fronte di queste cifre record, JD si è dunque detta intenzionata a consolidare la sua crescita a lungo termine differenziandosi sul mercato.

 

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Una colonizzazione di spin-off

Per differenziare, JD ha lanciato sui mercati cinesi una serie di spin-off rappresentati da società come JD Health, quotata anche sul mercato di Hong Kong, JD Digits e JD Logistics. La prima di queste, nella sua prima offerta pubblica lo scorso dicembre ha raccolto ben 4 miliardi di dollari.

Le seconde due società, specialmente per quanto riguarda JD Digits, avrebbero invece sollevato una questione che trascende sia l’eCommerce che la logistica, entrando nel campo del FinTech.

 

Da eCommerce e logistica a FinTech

Le Financial Technologies sono, da definizione, “la fornitura di prodotti e servizi finanziari attraverso le più avanzate tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT)”.

Nulla di male o di proibito, non fosse che per operare su tale mercato occorre rispettare dei vincoli, che i legislatori cinesi tengono molto in conto per timore che le società tecnologiche approfittino della loro posizione per aggirarli.

Alibaba, ad esempio, ha visto stoppare una sua analoga operazione – del valore di 35 miliardi di dollari – sui mercati di Hong Kong e Shanghai con l’accusa di pratiche monopolistiche e la costrizione da parte della banca centrale cinese di ridurre del 60% la valutazione dello spin-off Ant Group.

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Un’eccezionale potenza di fuoco logistica

Il passo da spin-off logistico a società fintech diventa breve quando le proporzioni sono quelle che vanta JD, la quale, a differenza di Alibaba che esternalizza i servizi logistici, gestisce in casa lo spin-off JD Logistics.

A gennaio, il parco logistico 5G dello spin-off di JD.com ha vinto premi ai China Science and Technology Awards 2020 per l’industria postale. Il sistema di controllo del parco consente la gestione intelligente di veicoli e lavoratori e può riconoscere automaticamente il volume delle merci e abbinarlo alla migliore capacità disponibile. Secondo JD, il sistema riduce i giorni di turnover del 10% e migliora l’efficienza delle previsioni del 500%.

L’azienda sostiene di poter consegnare oltre il 90% dei suoi ordini il giorno stesso o il giorno successivo e di avere accesso al 99% della clientela potenziale in Cina. Utilizza veicoli autonomi e robot per accedere alle consegne residenziali e nel 2018 ha inaugurato un magazzino in grado di gestire 200.000 ordini al giorno con solo quattro dipendenti. A ciò si aggiungono 730 magazzini che si estendono per oltre 1 milione e 500mila metri quadrati.

Si tratta di una sorta di ‘impero logistico’, che va dallo smercio online alla distribuzione, passando per la gestione immobiliare e patrimoniale: qualcosa che, per scala e frammistioni, diventa quasi difficile comprendere.

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