Il governo indiano, cui la Crisi del Mar Rosso ha messo in mano la possibilità di gestire scali marittimi improvvisamente assurti al ruolo di hub per il transhipment internazionale sulle rotte tra Asia ed Occidente, ha recentemente intrapreso una serie di misure per affrontare le inefficienze nella catena di ricezione, stoccaggio e spedizione dei container.
I provvedimenti vogliono ottimizzare il flusso di container vuoti e ridurre i tempi di attesa nei porti, rispondendo alle preoccupazioni degli esportatori e migliorando la competitività del commercio indiano.
Il maggior carico di lavoro e di flussi di container sta infatti esacerbando i limiti delle infrastrutture indiane e Delhi sta cercando di correre ai ripari per poter giocare un ruolo di primo piano nel nuovo equilibrio delle catene logistiche intercontinentali.
Le proposte di Delhi in favore del transhipment
Durante un incontro di governo tenutosi il 19 settembre scorso, i funzionari statali indiani hanno delineato diverse strategie per alleviare i punti critici della catena di approvvigionamento nazionale.
I principali problemi identificati dalle istituzioni di Delhi sono i tempi di sosta dei container vuoti, eccessivamente lunghi, le tariffe per i depositi ferroviari e le tempistiche nelle operazioni di carico e scarico.
Tra le misure principali per ovviare a questi limiti, il governo indiano ha quindi proposto l’estensione dei tempi di sosta gratuiti per i container vuoti, con la Container Corporation of India (Concor) che ne permetterà lo stoccaggio presso il porto di Nhava Sheva, uno dei principali terminal poco distante dal porto di Mumbai, per un periodo di 90 giorni; nello specifico questa iniziativa mira a ridurre i costi per gli esportatori e a migliorare la disponibilità di container vuoti per le spedizioni future.
Contestualmente Concor dovrà offrire una significativa riduzione delle tariffe di movimentazione dei container che rimangono nel deposito per il periodo di 90 giorni, misura che dovrebbe incentivare l’uso dei depositi ferroviari e a facilitare il flusso di container vuoti.
Il governo di Delhi ha promesso anche di accelerare le operazioni di carico attraverso investimenti nella flotta di navi portacontainer e miglioramenti infrastrutturali nei porti. La Shipping Corporation of India (SCI) fornirà quindi maggiore capacità per servire il commercio import-export indiano, mentre altri vettori stranieri hanno promesso concessioni o riduzioni delle loro tariffe di trasporto container e delle tariffe di movimentazione applicate nei depositi di stoccaggio.
Quali sono gli obiettivi del governo indiano
Le misure proposte dal governo indiano mirano a raggiungere diversi obiettivi chiave: le decisioni prese dal Ministero dei Porti, della Navigazione e delle Vie d’Acqua e dal Ministero delle Ferrovie dovrebbero consentire una significativa riduzione dei costi di spedizione, migliorando non solo il ruolo dei porti indiani nel transhipment internazionale, ma anche la competitività degli esportatori indiani stessi sul mercato globale.
C’è poi il punto della disponibilità di container: le iniziative per estendere i tempi di sosta gratuiti e ridurre le tariffe di movimentazione puntano a migliorare la disponibilità di container vuoti, il che risolverebbe uno dei principali problemi affrontati dagli esportatori.
Gli investimenti nella flotta di navi portacontainer indiana e i promessi miglioramenti infrastrutturali nei porti dovrebbero contribuire a una più rapida evasione delle spedizioni dirette all’export, tagliando gli attuali tempi di attesa.
Tutte queste misure dovrebbero alleviare i problemi di congestione nei porti, portando a una più rapida rotazione dei carichi e garantire una crescita per le imprese indiane.
Il contesto in cui l’India si muove
Il governo indiano sta quindi annunciando sforzi concertati tra le varie associazioni di categoria per affrontare le inefficienze nel transhipment dei container, prendendo provvedimenti per ridurre i costi di spedizione, migliorare la disponibilità di container e accelerare l’evasione delle spedizioni. Chiaramente, Delhi non sta facendo tutto ciò senza pensare alla propria crescita interna.
Tuttavia, risulta chiaro che sarà necessario un approccio multidisciplinare e un monitoraggio continuo per garantire che gli esportatori indiani davvero possano operare senza difficoltà logistiche significative.
Nonostante gli effetti che Delhi si augura di vedere grazie alle misure proposte, il settore rimane esposto a sfide epocali: le tensioni geopolitiche, la crisi del Mar Rosso, gli attacchi Houthi e le guerre in corso nello scenario mediorientale hanno un impatto significativo sul commercio internazionale, creando volatilità nella catena di approvvigionamento. Tra le conseguenze, il flusso di container vuoti è stato influenzato dagli orari di navigazione delle navi più lunghi o fortemente instabili, mentre i porti sono soggetti a forti pressioni a causa degli aumenti dei volumi più forti del previsto.
Gli esperti del settore vedono con favore l’intervento del governo indiano, ma sottolineano al contempo che la volatilità della catena di approvvigionamento è un problema a livello industriale. Una nota positiva è che le principali tariffe oceaniche dall’India sono notevolmente diminuite nell’ultimo mese, pur continuando a rimanere al di sopra dei livelli di mercato pre-pandemia.