Come la nuova legge europea impatta sulle aziende, sui loro obblighi e sul monitoraggio dell’operato dei fornitori
Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato una nuova legge che rappresenta un passo importante verso una maggiore responsabilità aziendale. Questa legge, nota come Direttiva UE sulla Due Diligence per la Sostenibilità Aziendale (Corporate Sustainability Due Diligence Directive, CSDDD), richiede alle grandi aziende di prevenire e affrontare le violazioni dei diritti umani e dell’ambiente nelle loro catene di fornitura globali.
Secondo la CSDDD le aziende devono fare tutto il possibile per prevenire tali abusi e, se si verificano, devono affrontarli in modo appropriato.
Chi è coinvolto?
La CSDDD si applica alle aziende con più di 1.000 dipendenti in media e oltre 480 milioni di dollari di ricavi netti nell’anno finanziario precedente. Queste aziende sono ora tenute a rispettare una serie di obblighi per garantire la protezione dei diritti umani e dell’ambiente.
Obblighi delle aziende
Gli obblighi imposti dalla CSDDD sono molteplici. Le aziende devono integrare la due diligence nelle loro politiche e identificare gli impatti negativi, effettivi o potenziali, sui diritti umani e sull’ambiente. Devono inoltre prevenire o mitigare potenziali impatti e porre fine, o ridurre al minimo, gli effetti reali.
La responsabilità delle aziende si estende non solo alle proprie operazioni, ma anche alle attività delle loro filiali e dei loro partner commerciali. Tre anni dopo l’entrata in vigore, la direttiva si applicherà anche alle società di paesi terzi con un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro generato nell’UE.
Monitoraggio e sanzioni
Per garantire il rispetto di questi obblighi, la CSDDD prevede una serie di meccanismi di monitoraggio. Le aziende devono condurre valutazioni periodiche delle loro operazioni, filiali e catene di valore per monitorarne la conformità.
Si tratta di valutazioni da effettuarsi ogni volta che nuovi rischi sono ragionevolmente identificabili e, comunque, almeno una volta all’anno.
Devono inoltre rispettare nuovi obblighi informativi da inserire nel Non Financial Reporting Directive e le aziende devono adottare e attuare un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici che garantisca che il loro modello di business e la loro strategia siano compatibili con l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
In caso di violazione di tali obblighi, sono previste sanzioni. Le associazioni rappresentative di interessi diffusi nella tutela ambientale hanno conservato la legittimazione attiva, il che significa che possono intraprendere azioni legali contro le aziende inadempienti.
L’eredità morale di Rana Plaza
La nuova legge è stata approvata non per caso nell’11° anniversario del crollo dell’edificio Rana Plaza in Bangladesh, che ha causato la morte di 1.138 lavoratori del settore dell’abbigliamento e causato più di 2.000 altri feriti.
Il tragico evento fece emergere le gravi conseguenze che possono derivare da una mancanza di responsabilità aziendale e la CSDDD è stata approvata nell’undicesimo anniversario di questo disastro come promemoria della necessità di una maggiore responsabilità globale.
Responsabilità estesa alle catene di valore globali
Questo aspetto della legge significa che le aziende non possono semplicemente concentrarsi sulle proprie operazioni interne, ma devono anche considerare l’impatto delle loro catene di fornitura globali. In parole povere, vanno inclusi nella responsabilità del brand fornitori, subappaltatori e altre parti che contribuiscono alla creazione dei prodotti o dei servizi dell’azienda.
Azioni regolatorie e vie legali per le vittime
Questo capitolo della legge fornisce un meccanismo per far rispettare i nuovi obblighi: se le aziende risultano inadempienti, i regolatori possono prendere provvedimenti.
Inoltre, le vittime di abusi aziendali, in determinate situazioni, possono cercare giustizia attraverso i tribunali europei.
In conclusione
La nuova legge rappresenta un passo importante verso una maggiore responsabilità aziendale. Con l’approvazione di questa legge, l’UE dimostra il suo impegno a garantire che le grandi aziende siano tenute a rispettare i diritti umani e l’ambiente nelle loro catene di fornitura globali.
L’ultimo passo del processo legislativo è l’approvazione da parte dei ministri degli Stati membri dell’UE, prevista per la fine di maggio, e una volta che la legge sarà approvata, entrerà in vigore.