Logistica 4.0: S.O.S formazione digitale cercasi

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La rivoluzione tecnologica ed organizzativa che ha investito il mondo della logistica in questi ultimi anni ha fatto emergere, non solo in Italia, il problema di adeguare il personale alle nuove competenze richieste

Mentre la questione occupazionale e la sua difficile soluzione continuano a essere centrale nel dibattito sociale e politico, molte aziende investite dal ciclone dell’ultima rivoluzione industriale non trovano personale con profili adeguati a ricoprire le posizioni scoperte.

Il problema, che non è solo italiano, tocca un po’ tutti i comparti industriali e a maggior ragione quelli che sono stati costretti dall’evoluzione del mercato a sposare, in tempi rapidi, l’impiego di nuove tecnologie, abbandonando strade negli anni consolidate, in nome di una attesa e necessaria maggior velocità, efficienza ed affidabilità.

 

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A tanta solerzia, però, in molti casi, non è seguita la pronta individuazione di personale con skill professionali idonei a gestioni che, come minimo, richiedono un radicale adeguamento dall’analogico al digitale, per molti, cioè, una vera rivoluzione.

Uno scenario in cui può riconoscersi anche la logistica che, sotto la pressione dell’emergenza pandemica, ha dovuto accelerare la trasformazione di molti suoi processi ed introdurre tecnologie innovative come l’automatizzazione, la raccolta, l’analisi e la gestione dei dati attraverso Intelligenza Artificiale e Machine Learning, le tecniche predittive e quelle per una sempre più completa visibilità end-to-end della supply chain. 

L’esigenza di nuove competenze, e quindi la ricerca dei profili più opportuni, riguarda tutti i livelli della scala gerarchica, inclusi i quadri intermedi, i dirigenti e gli executive.

Una realtĂ  molto frammentata quella delle aziende italiane coinvolte, composta da piccole e microaziende (secondo Confetra, circa 108.500 imprese nella maggioranza con meno di 10 dipendenti in media) che si occupano di tutte le attivitĂ  della supply chain.

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La ricerca di nuovi talenti

La societĂ  di consulenza internazionale Korn Ferry, ha recentemente condotto uno studio basato su interviste a centinaia di dirigenti industriali per verificare come sta cambiando la domanda di competenze ritenute necessarie per la gestione di una supply chain e cosa sarĂ  richiesto in futuro.

I risultati confermano le difficoltĂ  che le aziende incontrano nel ricoprire i posti che richiedono una conoscenza, ad esempio, della catena di approvvigionamento end-to-end, il che prova una decisa settorialitĂ  delle competenze affermatasi nel tempo.

Un’ulteriore lacuna è poi costituita dalla carenza di personale che abbia capacità di analisi e reportistica dei dati, mentre ben il 40% degli intervistati, esprime la difficoltà a ricoprire posizioni, a diversi livelli gerarchici, che richiedano conoscenze del mondo digitale, quasi a testimoniare il difficile percorso di alfabetizzazione in questo settore.

Ciò non toglie che l’attuale situazione rappresenti un’opportunità per i giovani professionisti, attratti da un’attività che le aziende considerano vitale e quindi oggetto di attenzione ed investimenti.

La potenzialità di queste leve più giovani necessita però di essere arricchita dalla possibilità di compiere esperienze che le facciano maturare prima di poter fare realmente la differenza e dare risultati tangibili.

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Non solo hard skills digitali 

Accanto alle competenze più strettamente tecniche, però, i nuovi scenari di mercato richiedono anche sensibilità sociali non richieste in un recente passato.

Tra queste spicca la comprensione dei valori della sostenibilità che su alcuni mercati costituisce già una precisa attesa dei consumatori, in altri è in via di veloce affermazione.

Da ciò deriva la necessità di possedere capacità di comunicazione, di collaborazione nonché di lavorare in team utilizzando competenze trasversali.

L’eterogeneità delle competenze richieste e la consapevolezza di non poter fare affidamento esclusivamente sulla formazione o sullo sviluppo interno, porta le aziende, spesso, a ricercare personale con il profilo desiderato al di fuori del proprio settore.

Lo studio di Korn Ferry evidenzia, a tale proposito, che, anche quando si decide di ricercare le figure professionali desiderate al proprio interno, si opta per guardare in funzioni diverse proprio per favorire la presenza di culture diversificate e aumentare la competitività dell’offerta aziendale e la capacità di business.

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