Logistica sostenibile: Londra ci prova, e ci riesce!

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L’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) prevede che entro il 2050 circa il 75% della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane, mentre oggi questo dato è attorno 50% del totale. A causa dell’alta e crescente densità della popolazione nelle città, della necessità e carenza di infrastrutture, e dei problemi di inquinamento, il trasporto delle merci in ambito metropolitano deve quindi affrontare molte sfide, come la congestione
del traffico, il parcheggio e la sosta di veicoli commerciali nei centri urbani, i problemi legati alle fasi di carico o scarico, e altro ancora.

Il trasporto su gomma è tra i settori che maggiormente contribuiscono alle emissioni di Co2, ma allo stesso è tra quelli che hanno un grande potenziale per ridurle. Nel 2017 le emissioni di Co2 derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione, a livello internazionale, sono calate di quasi 2 milioni e mezzo di tonnellate rispetto al 2016, pari al -2,6% in un anno. E il trend di calo delle emissioni di Co2 derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione è costante a partire dal 2010, con l’unica eccezione del 2015.

In questo scenario, la logistica diventa ‘Sostenibile’ quando prevede una pianificazione attenta anche alle problematiche della sicurezza e dell’ambiente, e lo sviluppo di piani sostenibili anche per la logistica urbana, frutto del lavoro di coordinamento tra amministrazioni locali e Stakeholder del territorio, sta facendo emergere una serie di possibili approcci e soluzioni adottabili.

Per esempio, oltre il 90% delle merci nell’area metropolitana di Londra è trasportato su strada, in particolare, nell’ora di punta del mattino, tra le 7 e le 10, i veicoli merci rappresentano il 25% del traffico. Per una logistica più sostenibile nella grande capitale inglese, da qualche anno è stato attivato il TfL Retiming Consortium, consorzio per la riorganizzazione degli orari di consegna delle merci all’interno dell’Area Metropolitana di Londra.

Il Consorzio Tfl ha quindi avviato una nuova programmazione degli orari di consegna,
in modo tale da evitare le ore di punta, con l’obiettivo di raggiungere maggiore efficienza. I risultati ottenuti sono stati importanti: le consegne a 240 attività imprenditoriali e commerciali londinesi, equivalenti a 80mila consegne in un anno, sono state riprogrammate.

Il colosso Dhl ha ottenuto una riduzione dei costi del 60% riprogrammando le consegne
e dimezzandone il numero, con anche l’effetto di ridurre in un anno di 2 tonnellate le emissioni di Co2.

Un altro esperimento ha visto anticipare le consegne dalle 6 del mattino alle 5 e anche alle 4, per un periodo di 12 mesi. In questo caso ogni viaggio ha fatto registrare un calo del 6,5% delle emissioni di Co2, e una riduzione del tempo di viaggio pari al 18% rispetto a prima. Alcune aziende di distribuzione, grazie alla riprogrammazione degli orari di consegna della merce, hanno risparmiato oltre 3mila euro di spese in un anno dovute soltanto alle minori multe per il mancato rispetto dei vincoli di accesso ad alcune zone di Londra.

Questa rimodulazione degli orari di consegna delle merci ha quindi avuto l’effetto di ridurre il rischio di incidenti, migliorare la qualità dell’aria e ridurre i costi di gestione aziendale. Il programma portato avanti dal TfL Retiming Consortium, visti i risultati delle fasi sperimentali, costituirà parte integrante della futura strategia di pianificazione dei trasporti nell’area metropolitana londinese.

A cura di Stefano Casini

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