Maersk, le spedizioni via nave fanno i conti con Covid-19

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Uno scenario in continua mutazione rende difficile capire le reali conseguenze per spedizioni e supply chain

Maersk, uno dei grandi nomi del trasporto marittimo e della terminalistica, ha parlato recentemente dell’andamento atteso per quanto riguarda le operazioni del traffico navale e dei terminal in Cina.

L’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19 ha infatti cambiato le carte in tavola, dopo un 2019 che per tutto il 2019 ha registrato crescite dei volumi di carico inferiori all’1%.

Ora fare previsioni sulla ripresa è sempre più difficile.

Attività in Cina ridotte a metà

Søren Skou, amministratore delegato di Maersk, ha precisato un dato importante: a risultare compromessi non sono solo i traffici, ma le attività stesse legate alla terminalistica in Cina.

Allo stato attuale delle cose le fabbriche cinesi stanno producendo a ritmo dimezzato e, osservando i modelli di evoluzione dell’epidemia di SARS del 2003, si potrebbe pensare che, forse, dalla prima settimana di marzo si potrebbe registrare un recupero.

Se così fosse, aprile potrebbe iniziare a compensare perdite sin qui accumulate, consolidandosi a maggio.

Recupero imprevedibile

Lo scenario di cui parla Skou è un cosiddetto “V-shaped recovery”, un “recupero a V”, che prevede perdite sino a fino marzo e poi una crescita rapida ad aprile e maggio, con il superarsi del picco della malattia.

Tuttavia questo modello presuppone che l’infezione rimanga largamente confinata sul territorio cinese, senza significativi focolai e, dunque, ripercussioni su altre catene produttive, al di fuori.

Un modello che sappiamo già non essere potenzialmente valido, per via sia del crescere dell’epidemia in Corea del Sud, che dei focolai da tenere sotto controllo in Italia ed Iran.

Viaggi in bianco per il Covid-19

Una delle risposte sin qui date dai vettori del trasporto marittimo alla situazione venutasi a creare è stata quella di far partire dei viaggi in bianco, ossia sottocarico per via della diminuzione della domanda. Flexport ha indicato che verso Nord America e Nord Europa i vettori prevedono viaggi in bianco sino alla decima settimana dall’inizio dell’emergenza.

Da quel momento è ipotizzata una ripresa dei volumi.

Fattori economici oltre al virus

Un altro punto che Maersk evidenzia è quello dei fattori economici che, a loro volta, mettono pressione ai volumi delle spedizioni.

È infatti attesa una certa volatilità dei tassi di mercato e, mentre i contratti che sono stati negoziati prima della pausa – originariamente nata per festeggiare il capodanno lunare – sono ormai “blindati”, quelli che verranno discussi dopo probabilmente saranno soggetti a forti fluttuazioni.

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