Magazzino del futuro, tra WMS e dark stores

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La trasformazione dell’ambiente-magazzino è solo all’inizio

Tra 2020 e 2021 sono diventate visibili all’orizzonte prospettive che la logistica dei precedenti dieci anni aveva solo ipotizzato, forse senza grande convinzione. L’accelerazione adesso è invece in atto e può definirsi esponenziale più che lineare: si parla di digitalizzazione a tutti i livelli, ma anche di un’evoluzione del concetto stesso di magazzino e di stoccaggio e prelievo delle merci.

Il tutto nell’ottica di un profondo cambiamento anche degli ultimi anelli della catena logistica, che si stanno modificando per dare forma ad un futuro molto più fluido e dinamico dell’attuale.

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Dark Stores e Dark Kitchens

Si potrebbe partire dalla fine del processo per capire quale prospettiva di cambiamento è in gioco. Per farlo citiamo due delle tendenze più dirompenti nel modello di distribuzione e vendita della merce: i dark stores e le dark kitchens.

Nel primo caso si tratta di negozi ‘senza clienti’, vale a dire aperti solo per gli addetti al prelievo, nel secondo di ristoranti che non prevedono il coperto, quindi erogano vivande solo da asporto.

Si tratta di una contaminazione tra step fino a qualche anno fa diversi della stessa catena, che oggi richiedono una maggiore fluidità dell’intero sistema logistico.

 

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Il controllo delle scorte

In uno scenario di questo tipo il controllo delle scorte ed il loro rifornimento diventa sempre più difficile. Prescindere dunque da strumenti ecologici digitali risulta poco conveniente e possedere un WMS, Warehouse Management System, è ormai un requisito di base anche per piccoli attori.

È infatti chiaro che velocità e flessibilità nella risposta sono il cardine della nuova organizzazione che la logistica si sta dando, grazie al supporto di una digitalizzazione sempre più forte del magazzino industriale.

Meno magazzini locali 

Una delle conseguenze della trasformazione della catena di subfornitura e del modo di fare distribuzione è evidente nella dislocazione dei magazzini. I negozi di retail stanno infatti abbandonando sempre di più l’idea di possedere piccoli magazzini locali e la gestione delle merci è sempre più in mano a grandi centri di stoccaggio.

Questi ultimi, tuttavia, non possono limitarsi al ruolo che avevano in passato: non si tratta di semplici spazi in cui accumulare prodotti, ma di hub intelligenti che devono necessariamente appoggiarsi a Warehouse Management Systems (WMS), tornando quindi al punto precedente del nostro discorso.

 

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Il Cluster delle tecnologie digitali di Udine

Il Friuli Venezia Giulia è una regione italiana che vanta due importanti esperienze in merito alla trasformazione e del magazzino.

Attraverso il Ditedi, il Cluster delle tecnologie digitali di Udine, viene infatti promossa una vera e propria educazione alla digitalizzazione dello stoccaggio, oltre che alle nuove forme di distribuzione.

La provincia di Udine è al centro di questo processo di digitalizzazione dei magazzini anche grazie alla presenza di Overlog, azienda di Buttrio con un’esperienza trentennale nel settore, che, tramite i propri prodotti e la propria filosofia, assiste i clienti nell’implementazione di sistemi intelligenti per la gestione logistica, modificando i layout dei magazzini e integrandovi le proprie tecnologie.

Essendoci bisogno di fare cultura sul nuovo sistema, il DItedi sta valutando l’idea di un simposio per le aziende che vogliono prendere parte al processo evolutivo del magazzino industriale, come forma di aggiornamento per gli operatori del settore.

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