Merci non veicolano il Coronavirus, ma si teme per l’export

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Paesi come l’Austria indicono misure contro i vettori italiani, accolte positivamente le specifiche sulla libertà di transito sul territorio nazionale

Il contagio del Coronavirus non viaggia con le merci: la logistica ed i trasporti possono tirare un sospiro di sollievo, per il momento, grazie alle specifiche sulla libertà di circolazione delle merci fornite dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile.

Nella comunicazione del Ministro dell’Interno Lamorgese relativa al Dpcm 8 Marzo 2020 veniva infatti esplicitato che tutte le merci possono circolare liberamente in entrata, uscita e transito nell’intera Lombardia e nelle altre Province di Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Marche: con l’estensione del decreto a tutto il territorio nazionale effettuata il 10 marzo tali disposizioni dovrebbero allo stesso modo considerarsi valide.

Tuttavia si stanno ponendo problemi relativi all’export, con atteggiamenti diversi nei confronti del trasporto su gomma da parte delle nazioni confinanti.

photo credit: European Roads LKW Stau A22 Brenner Autobahn-1 via photopin (license)

ANITA, bene la libera circolazione delle merci

Thomas Baumgartner, Presidente di ANITA (l’Associazione di Confindustria che dal 1944 rappresenta le imprese di autotrasporto merci e logistica che operano in Italia e in Europa), che con il suo staff ha seguito attentamente la questione ed è stato dallo scorso sabato sera in continuo contatto con il Ministero dei Trasporti per sciogliere ogni dubbio in fase di definizione del Decreto, commenta così le decisioni del governo:  

«Siamo soddisfatti in quanto tali comunicazioni chiariscono che le merci possono circolare liberamente non essendo portatrici del Coronavirus. Ovviamente anche gli autisti, per le comprovate ragioni lavorative, non possono né devono subire restrizioni nella guida dei mezzi, mentre in fase di scarico/carico delle merci devono adottare tutte le precauzioni che sono impartite alle persone fisiche». 

«Il trasporto combinato non accompagnato, unica modalità di trasporto dove l’uomo non segue il carico, è la più adatta per impedire qualsiasi possibilità di contagio, ma da sola non ce la può fare per garantire la capacità trasportistica richiesta».

Export, merci italiane rallentate al Brennero

Tutt’altra questione è invece rappresentata dalla diffidenza che alcuni Stati confinanti stanno dimostrando nei confronti dei vettori italiani. Per ragioni di sicurezza, infatti, il governo austriaco ha disposto che gli autisti in uscita dall’Italia vengano sottoposti a controlli a campione, generando così probabili rallentamenti.

In generale, secondo ANITA, l’export italiano rischia la paralisi e si auspica che il Tirolo rinunci a tutte le misure contro il traffico di transito per consentire ai vettori italiani di portare le merci destinate al Nord Europa senza ulteriori impedimenti.

L’effettiva applicazione di queste disposizioni è però da verificarsi momento per momento: il 10 è circolata la notizia, poi smentita, che l’Austria avesse vietato l’ingresso sul suolo patrio agli Italiani e disposto il rientro con quarantena obbligatoria ai suoi cittadini. L’evolversi di queste misure è impensabile che non abbia una ricaduta anche sulla circolazione delle merci al di fuori del nostro Paese.

Francia e Spagna, al momento, non hanno varato norme restrittive sulla circolazione di merci e persone, mentre la Slovenia ha effettivamente chiuso la frontiera.

 

 

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