Micro fulfillment, frena insieme all’eCommerce

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Qualcosa non va come previsto: l’avanzata del micro-fulfillment non rispetta le previsioni

Non tutto va come previsto e, per quanto riguarda un settore di nicchia come il micro-fulfillment, a notarlo è persino il Wall Street Journal, poi ripreso da molte testate della logistica americana.

Il micro-fulfillment, ossia quei sistemi di picking automatizzato che lavorano alle spalle di uno store, occupando dei veri e propri centri dedicati con estensioni che vanno dai 500 ai 5mila metri quadrati a seconda del bisogno, non stanno crescendo al ritmo auspicato.

Di più, alcuni analisti registrano un vero e proprio rallentamento nelle installazioni di quelli ordinati e di una decrescita dei nuovi ordini.

Il perché va ricercato nella parabola dell’eCommerce con le riaperture successive alla prima fase della pandemia e in una difficoltà delle aziende a quantificare (e ottenere) il ROI atteso.

 

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Micro-fulfillment: problema di domanda o contesto?

La risposta sembra essere: ‘Entrambi’. Infatti dietro a quella che appare come una piccola inversione di tendenza vi sono molteplici fattori.

Il primo è dato dal comportamento dei compratori, i quali, scoperto e apprezzato l’eCommerce lo tengono a mente per la convenienza, ma se possono tornano ad acquistare nei negozi fisici.

Due dati che provengono dagli Stati Uniti, che in fatto di ricorso ai canali digitali fa scuola, la dicono lunga: il primo è che marzo 2022 è stato il primo mese dal lontano novembre 2013 a registrare contemporaneamente una caduta degli acquisti online rispetto al mese precedente (il 3,3% in meno; notare che l’eCommerce guadagnava terreno da 8 anni) ed una ripresa di quelli fisici al dettaglio (+11,2%); il secondo è che Amazon nel quarto trimestre del 2021 ha dichiarato una perdita nelle operazioni di ben 206 milioni di dollari ed un -1% nei guadagni dei negozi online.

Dunque, la domanda si sta assestando non esattamente come previsto negli ultimi due anni. Non si tratta però della sola variabile da monitorare.

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L’incertezza del risultato

Di per sé, un assestamento dei volumi di eCommerce meno ottimistico delle previsioni, da solo, comporta una reazione a catena sulle scelte delle aziende, ma non sufficiente a negare il ricorso al micro-fulfillment.

Un esempio è la catena Walmart, che negli States sta prediligendo l’installazione di tanti piccoli centri di micro-fulfillment in prossimità dei punti vendita invece che pochi grandi centri. Dietro a queste scelte vi è anche un’altra ragione, legata ai contesti locali: le cittadinanze che vivono in prossimità di queste installazioni oggi protestano contro gli effetti collaterali delle stesse, ossia inquinamento luminoso e incremento del traffico pesante.

C’è però qualcosa di più sostanziale a pesare sul ‘ritardo’ delle installazioni di sistemi di micro-fulfillment: si tratta dell’incertezza da parte degli investitori sull’ottenimento del ROI e la crescente idea che esistano metodi alternativi.

 

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Automazione, manualità o altro?

Alcune analisi di marca statunitense, a nome Interact Analysis, monitorano da tempo l’andamento del mercato del micro-fulfillment nel mondo.

Si apprende ad esempio che sono in programma le installazioni di 7.300 sistemi micro-fulfillment automatizzati in tutto il mondo, metà dei quali nei soli USA, entro il 2030.

Nel frattempo, però, il 2021 ha visto realizzare effettivamente 43 sistemi su 60 previsti. Perché? Secondo le analisi, tra l’entusiasmo per la scoperta di questi sistemi automatici e la loro messa in pratica, c’è un mare di dubbi.

Intanto resiste molto bene la sensazione che sia più facile ottenere il ROI atteso, ossia il ritorno dall’investimento fatto, tramite i risultati di una rodata catena tradizionale di picking, e, laddove questo sia svolto con precisione e rapidità dagli addetti, il margine pare essere effettivamente minimo.

Inoltre molti stanno alla finestra, in attesa di vedere cosa fa il vicino: se installa un sistema micro-fulfillment automatico e se davvero questo gli porta dei guadagni.

Si tratta di un atteggiamento classico, ma forse non previsto sull’onda dell’entusiasmo portata dai risultati dell’eCommerce durante la pandemia.

Vi è poi una terza causa da tenere in considerazione: la crescita dei sistemi di consegna ultra-rapidi, che, in alcuni casi, vanificano la necessità di avere un picking altrettanto veloce.

Potrà sembrare paradossale, ma tutte queste ragioni, che attengono in parte alla razionalità ed in parte meno, stanno frenando l’avanzata dei sistemi automatici e ne va tenuto conto.

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