Trasporto container, mai così redditizio

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photo credit: peter_hessels Hamburg harbor via photopin (license)
Tra 2020 e 2021 guadagni ‘monstre’, per il futuro i tassi sembrano stabilizzarsi su livelli alti

Si tratta di un segreto di Pulcinella, ma con i dati alla mano prende corpo in maniera notevole l’assunto che durante la pandemia le compagnie di shipping e movimentazione container abbiano guadagnato ben più che in passato.

Il caso più eclatante è rappresentato forse da Maersk, la prima compagnia di navigazione specializzata sui container al mondo, che la scorsa settimana ha, in una call tra dirigenza e azionisti, svelato l’entità dei suoi guadagni nel 2021 e parlato delle strategie sul lungo termine.

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Maersk, guadagni record

Che Maersk sia in buona salute è intuibile dal ritmo delle sue acquisizioni sul mercato delle società logistiche; adesso però si ha una dimensione più chiara del ‘quanto’ la situazione generata dalla pandemia abbia contribuito a consolidarne la leadership.

Nel 2021 la società di shipping ha registrato il guadagno più alto della sua storia, ben 24 miliardi di dollari. Se il 2022 dovesse mantenersi sugli stessi livelli dell’anno appena passato, nel biennio la società potrebbe accarezzare un raddoppio secco delle sue entrate.

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La strategia dei contratti

La forza di Maersk pare risiedere in una strategia che, di per sé, va controcorrente: a differenza di molti, che si concentrano sullo sfruttamento delle tariffe ‘spot’ degli spedizionieri, in modo da cavalcare le fluttuazioni del mercato, il Gruppo danese predilige contratti a lungo termine.

La scelta è vincente: malgrado la riduzione di spazio in stiva libero per le spedizioni non programmate, la società ottiene una notevole stabilità da contratti che in molti casi sono decennali, con tariffe a rinnovo almeno biennale.

Il fatto è che nel 2021 sono aumentati proprio i contratti a lungo termine siglati con A.P. Moller-Maersk, probabilmente grazie alla preoccupazione di molti gruppi industriali di garantirsi i passaggi in stiva durante la crisi pandemica.

Non a caso le tariffe per FEU (l’unità di misura dei container da 40 piedi, il doppio della più comune TEU) offerte da Maersk sono aumentate del 50% rispetto al 2019, da 2.000 dollari a 3.000 dollari nel 2021. Allo stesso tempo, anche i tassi a lungo termine sono in aumento, si stima di circa 800 dollari per FEU nel 2022.

Tutto sommato la strategia di Maersk investe soprattutto sulla fidelizzazione del cliente: si tratta di rapporti storici, per i quali l’azienda preferisce aumentare il volume allocato nelle stive invece che lasciare spazio a speculazioni momentanee.

La capacità della flotta Maersk non è infatti in aumento – rimane pari 4,3 milioni di TEU – ed i contratti a lungo termine offrono garanzie agli spedizionieri, in quanto meno sottoposto agli adeguamenti dei mercato, anche per via della loro indicizzazione sul CST (Container Trade Statistics), più stabile rispetto al SCFI (Shanghai Containerized Freight Index).

photo credit: Lance Cunningham Centerline – METTE Maersk via photopin (license)
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Prospettive per il 2022

La base sulla quale ragiona Maersk è dunque fatta da contratti a lungo termine, la maggior parte dei quali di durata compresa fra tre e dieci anni.

Nel 2020 la percentuale di volumi trasportati coperti da accordi di questo tipo era il 50%, cresciuta sino al 65% nel 2021: la previsione è che il 2022 porti tale soglia al 70% dei FEU globalmente trasportati.

Per l’anno appena iniziato, lo shipping e Maersk hanno di fronte una duplice prospettiva: che il mercato dei trasporti si normalizzi in virtù di un riassorbimento della crisi pandemica, con un ritorno a normali ritmi di lavoro, o una stabilizzazione del fenomeno nei termini attuali, dunque con una conferma dei tassi attuali.

Nella seconda ipotesi Maersk potrebbe sommare agli attuali ulteriori 6 miliardi di guadagni dall’aumento dei contratti a lungo termine e dai tassi sui FEU; in tale scenario è atteso un aumento della domanda sull’intero anno pari al 2-4%.

In alternativa, i tassi a lungo termine potrebbero non crescere e il mercato delle spedizioni spot potrebbe erodere quello dei contratti a lungo termine, con costi unitari in crescita e prezzo dei carburanti marittimi in escalation.

Di fatto, la partita si gioca proprio sui tassi spot, che in un certo senso stanno drogando il mercato dello shipping: dovessero crollare, allora nell’arco del 2022 i guadagni delle compagnie di navigazione potrebbero ridimensionarsi.

Tuttavia, il Drewry World Container Index è attualmente in aumento del 79% su base annua e i tassi spot si sono stabilizzati ad un livello molto alto.

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