Packaging, la rincorsa per non rimanere senza

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Soprattutto gli imballaggi sostenibili, di origine vegetale, soffrono le strettoie della Supply Chain e le ripercussioni belliche

Non è mai troppo presto per pensare ai regali di Natale: potrebbe diventare il motto dell’industria degli imballaggi, senza i quali movimentare milioni di tonnellate di merci tra le più varie è impossibile.

Più in piccolo, servirebbe un ritorno ad una mentalità pre-consumistica per far digerire ai clienti di mezzo mondo un acquisto o un regalo senza confezione.

L’allerta arriva dagli Stati Uniti che, ragionando sul mercato interno, constatano la difficoltà ad ottenere forniture di materiali cartacei o comunque vegetali, dal cartone alle bioplastiche, a causa di una serie di concause tali da far suggerire di iniziare a far scorta adesso per la fine dell’anno.

Il problema potrebbe non essere solo americano, in quanto l’Europa – e l’Italia in particolare – dipende dalle esportazioni di materiali legnosi da Cina, Russia e Ucraina, il che dovrebbe far rizzare le orecchie.

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Anche il packaging in crisi?

Il packaging oggi è omnipresente e fa parte del marketing stesso di un prodotto. Se consideriamo invece il trasporto, anche di grandi colli, è sempre grazie all’imballaggio ed ai pallet che è reso possibile: la fonte primaria, però, è sempre la stessa, ossia il legno.

In alternativa abbiamo le bioplastiche, che derivano a loro volta da lavorazioni di materie vegetali.

Ebbene, oggi sussistono almeno quattro fattori a rendere critica la disponibilità di queste materie prime: i malfunzionamenti ormai cronici della Supply Chain, che non riesce più a soddisfare il just in time; l’aumento di richiesta per il packaging portato dall’eCommerce e la domanda per un imballaggio sempre più sostenibile; la guerra, non solo militare ma anche economica, che compromette le esportazioni dai grandi Paesi fornitori, come Russia, Ucraina e Cina e, infine, la siccità, che provocherà una diminuzione dei raccolti di mais, una delle piante più utilizzate per produrre bioplastiche.

 

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Fare incetta cum grano salis

In parole povere, c’è più domanda e ci sarà minore offerta. Dunque, se tutto non si può avere, è necessario che le aziende si muovano per tempo.

Oltre al fattore anticipo, per evitare di rimanere senza il packaging desiderato, è importante ridefinire cosa sia ciò che si desidera. Alcuni tipi di materiali sono meno disponibili di altri e tutto quanto implichi un potenziale spreco andrebbe eliminato.

Il che vuol dire che anche il marketing deve essere ripensato in modo intelligente ed opportunistico: composizioni di materiali diversi, colorazioni, tutto può determinare la minor o maggior facilità ad ottenere il prodotto desiderato.

Le aziende devono pensarci adesso, anzi, devono avere le idee già chiare per effettuare ordini ed acquisti in vista della prossima stagione di regali. Altrimenti bisognerà educare i consumatori a sapersi accontentare.

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