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Porto di Anversa-Bruges, crescono i volumi malgrado le rotte in crisi

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Nonostante le crisi geopolitiche globali che hanno ridiscusso rotte e flussi di merci, il Porto di Anversa-Bruges, insieme a Rotterdam e Amburgo uno dei più rappresentativi del nord Europa, ha continuato a mostrare una crescita significativa nel 2024. 

L’andamento positivo dello scalo belga va letto anche come rovescio della medaglia degli andamenti negativi di altri importanti porti, in particolare del sud del bacino del Mediterraneo, oggi tagliati fuori dal riassetto delle rotte a seguito dell’asfissia del Canale di Suez.

I primi nove mesi dell’anno hanno fatto registrare al porto una movimentazione totale di 210,5 milioni di tonnellate, segnando un aumento del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La domanda di trasporto container rimane forte, con una crescita del 8,9% in tonnellaggio e del 6,8% in TEU, raggiungendo un totale di 10.152.000 TEU.

Le tipologie di merci trasportate

Andando a vedere che tipo di merci abbia trainato i flussi vero il porto di Anversa, lo scalo ha visto un aumento del 9,7% nel numero delle unità refrigerate piene, che rappresentano l’8,5% della movimentazione totale dei container: si tratta dunque del segmento container dedito al trasporto di prodotti come frutta fresca, verdure, carne, pesce, prodotti farmaceutici e chimici.

Meno determinanti, invece, le merci generali o convenzionali: nonostante una performance solida nel secondo trimestre, il terzo trimestre ha registrato un calo del 4,8% rispetto all’anno precedente. Ad aver subito un calo significativo sono stati prodotti come ferro, acciaio, legno, carta, cellulosa e materiali da costruzione.

Il traffico RoRo è diminuito del 5,5%, con una riduzione nella movimentazione di attrezzature di trasporto, camion e auto nuove e usate.

La movimentazione di rinfuse secche è calata dell’1,4%, quasi esclusivamente dovuta a una riduzione del 55,3% nella movimentazione di carbone.

Anche la movimentazione di carichi liquidi ha registrato una discesa del 2,5%, con una significativa riduzione nei volumi di combustibili liquidi e GNL. Tuttavia, prodotti chimici e biocarburanti hanno mostrato una crescita positiva.

Il confronto con altri scali europei

Nel contesto europeo, il Porto di Anversa-Bruges si è dimostrato come uno dei più resilienti. Nel 2024 ha registrato una crescita nel traffico delle merci, in particolare nei container, superando porti come Rotterdam e Duisburg.

La quota di mercato nella movimentazione di container nel Hamburg-Le Havre Range, vale a dire nella regione che concentra al suo interno i principali terminal marittimi europei, usata come metro di riferimento per scalare i volumi stessi, è aumentata dello 0,8%, attestandosi al 30,7%.

La reazione alla crisi del Mar Rosso

La crisi del Mar Rosso ha giocato un ruolo determinante durante l’ultimo anno, ma il porto di Anversa-Bruges ha risposto con prontezza. Per esempio, ha ridistribuito parte del traffico verso rotte alternative, migliorando la logistica per ridurre i tempi di attesa e aumentando l’efficienza. 

Anche la collaborazione internazionale è stata cruciale per mantenere la continuità delle operazioni, come l’istituzione di corridoi verdi verso altri scali e di collegamenti diretti con l’Asia.

Gli investimenti in progetti sostenibili e innovativi, come la conversione dei rifiuti in prodotti chimici, hanno rafforzato la posizione del porto nella transizione energetica e nell’innovazione sostenibile.

Il Porto di Anversa-Bruges continuerà a investire in infrastrutture e soluzioni logistiche sostenibili: i progetti come il CHERISH2O, che mira a purificare e riutilizzare le acque reflue industriali, e l’installazione di hub di ricarica per camion elettrici, sottolineano l’impegno del porto verso un futuro sostenibile. Nonostante le complessità geopolitiche ed economiche, il porto rimane un pilastro fondamentale per il commercio europeo, mostrando una resilienza e una capacità di adattamento notevoli.

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