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Supply Chain, aziende UE arrancano su CSDDD ed ESG

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Le aziende europee si trovano in una corsa contro il tempo per adeguarsi alle nuove regolamentazioni sulla catena di approvvigionamento, in particolare per la Direttiva sul Dovere di Diligenza Aziendale in materia di Sostenibilità (CSDDD). Nonostante l’importanza crescente della sostenibilità e della responsabilità sociale, sono molte le aziende ad essere ancora in ritardo nei confronti della normativa, prevista in vigore tra tre anni. 

Ma che cosa è la CSDDD, qual’è il suo impatto sulle aziende europee e sull’integrazione delle pratiche ESG (Environmental, Social, Governance) nella gestione del rischio?

Cosa è la CSDDD

La CSDDD (Direttiva UE 2024/1760 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 giugno 2024, relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità) è una direttiva europea che entrerà in vigore nel 2027, mirata a responsabilizzare le aziende nell’identificare e gestire proattivamente i rischi legati ai diritti umani e all’ambiente nelle loro catene di approvvigionamento

Essa richiede alle aziende con un fatturato di 1.500 milioni di euro o più nell’UE di attuare pratiche di dovuta diligenza per prevenire e mitigare potenziali violazioni. Le aziende devono adottare misure per garantire che i loro fornitori rispettino gli standard di sostenibilità e diritti umani, riportando trasparentemente i risultati delle loro valutazioni.

La conformità alla CSDDD

Adeguarsi alla Direttiva non sarebbe un ‘gioco da ragazzi’, soprattutto considerando il punto di partenza di molte aziende europee. 

Secondo uno studio condotto da EQS Group e l’Università di Scienze Applicate di Ansbach tra 400 aziende europee, emergono “lacune critiche” nella trasparenza della catena di approvvigionamento e nelle risorse necessarie per conformarsi alla CSDDD. Ben il 55% degli intervistati segnala rischi elevati di violazioni nei livelli più profondi della catena di approvvigionamento. 

Un altro ostacolo significativo è la carenza di risorse lavorative e finanziarie, con il 30% delle aziende che prevede di allocare risorse aggiuntive per affrontare questi problemi.

L’ESG nella gestione del rischio

Nonostante le difficoltà, il 68% delle aziende ha integrato questioni relative ai diritti umani e all’ambiente nei propri processi di gestione del rischio, una mossa considerata fondamentale per rafforzare le relazioni con i fornitori e promuovere pratiche commerciali sostenibili. Tuttavia, la mancanza di visibilità della catena di approvvigionamento e la documentazione rappresentano ancora ostacoli molto presenti.

La complessità delle catene di approvvigionamento globali presenta non solo sfide, ma anche opportunità per costruire un’infrastruttura più sostenibile, secondo le ricerche. Investire in soluzioni tecnologiche per migliorare la trasparenza e la responsabilità può conferire un vantaggio competitivo alle aziende. Ad esempio, la conformità al Lieferkettengesetz tedesco, regolamento sul rispetto dei diritti e delle responsabilità aziendali lungo la catena di fornitura in vigore dal 2023, ha mostrato che il 52% delle aziende vede la legge come un’opportunità per rafforzare i valori nella catena di approvvigionamento.

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