2023: sarà l’anno dei veicoli elettrici commerciali?

Condividi
Image by frimufilms on Freepik
È ormai alle porte la svolta green per i veicoli commerciali sospinta da una maggior presa di coscienza non solo in termini di sostenibilità ambientale ma anche di riduzione dei costi

Nessuno mette più in dubbio che la transizione dal motore endotermico verso quello elettrico sia un percorso ormai avviato.

La sua realizzazione è stata fin qui frenata dalle paure generate dall’ipotetica scarsa autonomia dei veicoli elettrici, dalla mancanza di una rete di ricarica omogeneamente diffusa sul territorio, dall’alto costo d’acquisto e da alcune caratteristiche tecniche, come la capacità di carico, giudicate non soddisfacenti.

Oggi, però, lo scenario sembra radicalmente cambiato e diversi segnali indicano che il prossimo anno i veicoli commerciali elettrici, ad iniziare da quelli cosiddetti leggeri (LCV) cioè di massa complessiva sino a 3,5 tonnellate, potrebbero guadagnare quote significative di mercato nei principali paesi europei. 

In Italia questo segmento, nel presente anno, ha fatto segnare un significativo incremento di immatricolazioni di circa il 60%, sfruttando anche l’effetto Covid che ha aumentato il volume di consegne in ambito urbano dove questa tipologia di mezzi ha modo di esprimersi al meglio.

Image by frimufilms on Freepik
Leggi anche:
Rivoluzione veicoli elettrici: il Dossier di Logistica

Cosa serve: incentivi

Il vero impulso al settore, però, potrà essere dato da una politica di incentivi governativi rivolta non solo ai privati ma soprattutto alle piccole e medie imprese esercenti attività di trasporto merci in proprio o per conto terzi, unitamente ad una campagna di informazione che ponga in luce oltre ai vantaggi per la salvaguardia ambientale anche quelli relativi alla riduzione dei costi.

A tale proposito, il più recente studio condotto da Geotab, azienda leader globale in ambito IoT, sul tema dell’elettrificazione delle flotte di veicoli commerciali, ha posto in luce che a livello europeo il 60% delle flotte esaminate, sostituendo i veicoli attuali con analoghi elettrici, potrebbe conseguire, in un arco di tempo di sette anni, una riduzione totale di oltre 156.000 tonnellate di CO2 e un risparmio economico complessivo superiore a 261 milioni di euro.

Cifra, quest’ultima, derivante principalmente da sconti sul prezzo d’acquisto e da incentivi governativi che risultano cruciali nel determinare il passaggio dalla motorizzazione tradizionale ad una elettrica.

 

Leggi anche:
I problemi della logistica possono condizionare lo sviluppo dei veicoli elettrici

L’ansia da ricarica

Il timore di restare “a secco”, che nel caso dei mezzi elettrici equivale a non aver più carica disponibile nelle batterie per alimentare il motore, è stato per lungo tempo uno dei più forti deterrenti ad un reale decollo del mercato in questione.

Le resistenze, poi, hanno sempre trovato un solido alleato nella carenza, seppur con non poche differenziazioni a livello di singolo paese, di infrastrutture di ricarica, con particolare riferimento a quelle rapide e alla loro collocazione sul territorio.

Tutte motivazione che, quando si usa il veicolo per lavoro, diventano ancora più condivisibili.

Allo stato attuale, però, l’evoluzione tecnologica di cui sono costantemente oggetto le batterie, segnatamente quelle agli ioni di litio, assicurano range di autonomia sempre più soddisfacenti. 

La stessa indagine Geotab rivela, attraverso analisi direttamente eseguite, che nei paesi europei presi in considerazione l’86% dei veicoli è in grado di garantire l’autonomia in almeno il 98% dei viaggi effettuati. Senza comunque considerare che tale problema non si pone per gli spostamenti all’interno delle città dove i veicoli da trasporto leggeri esplicano gran parte della loro attività.

 

Leggi anche:
Ultimo miglio: perché non elettrico?

Le infrastrutture di ricarica

Anche se, globalmente, i numeri delle installazioni non sono ancora sufficienti a coprire non solo tutte le necessità del settore ma anche gli stessi obiettivi di decarbonizzazione posti dalla Commissione Europea, nell’ultimo anno si è registrata una forte accelerata che sta dando positivi risultati.

Attualmente, secondo le rilevazioni della UE, in Europa sono attivi 377.000 punti di ricarica, circa la metà di quanto si poteva avere se tutti i paesi avessero mantenuto le promesse fatte.

Di queste, secondo dati Motus-E, quasi 33.000 si trovano in Italia con una crescita costante nell’ultimo anno. Esse sono posizionate per il 57% al Nord, 23% al Centro ed il 20% al Sud e nelle Isole. Occorre però rilevare che sei regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Toscana) ne detengono ben il 64%.

Rispetto al 2021, la crescita si può quantificare in oltre il 43%, un dato decisamente incoraggiante, anche se, il vero problema sembra porsi nel fatto che solo poco più del 10% sono in modalità veloce (stazioni in corrente continua da 50 kW ed oltre), per una ricarica in pochi minuti. 

Inoltre, solo 310 si trovano lungo le autostrade limitando, di fatto, gli spostamenti soprattutto dei veicoli commerciali medi e pesanti.

Anche in questo caso, occorre sottolineare, che il Governo ha allo studio formule per incentivare l’ampliamento dei siti di ricarica sia pubblici che privati.

 

Leggi anche:
Ultimo miglio: l’elettrico ti dà una mano

L’evoluzione tecnologica 

Oltre al continuo miglioramento dell’autonomia delle batterie, i veicoli elettrici commerciali stanno beneficiando di una generale espansione dei livelli tecnologici già in uso a suv e vetture quali gli Adas (Advanced Driver Assistance Systems) che possono affiancare sistemi per la gestione e l’impiego ottimale del mezzo assicurandone alti livelli di sicurezza e confort.

Da citare, la navigazione predittiva che consente di calcolare l’itinerario più breve e veloce in funzione di traffico e condizioni climatiche, ottimizzando il consumo e attivando i dispositivi per la rigenerazione dell’energia.

Un grande passo avanti è stato, infine, fatto per migliorare la capacità di carico. Ciò è stato reso possibile in quanto, a differenza del recente passato, oggi un veicolo elettrico nasce da una progettazione specifica e non adattando un mezzo di serie ad alimentazione tradizionale. La riprogettazione consente di prevedere disposizioni degli spazi più consoni ai componenti che caratterizzano un elettrico, quali gli accumulatori, a tutto vantaggio di capacità di carico e guidabilità del mezzo.

Fonte: geotab.com

Ti potrebbero interessare