Gestire Volatilità, Incertezza, Complessità e Ambiguità (VUCA): il requisito essenziale di qualsiasi manager logistico attraverso la lezione dell’US Army War College

Le aziende stanno necessariamente imparando a fare i conti con uno scenario completamente diverso, non solo in termini di volumi ma soprattutto in termini di mancanza di visibilità e capacità di pianificazione nel breve-medio termine. Questa è la difficoltà maggiore che abbiamo riscontrato dai tanti colloqui con i lettori della nostra rivista in questi ultimi mesi. 

Saper affrontare e gestire attività dove ormai ci sono, e ci saranno, Volatilità, Incertezza, Complessità e Ambiguità (VUCA) è ormai un requisito essenziale di qualsiasi manager, soprattutto considerando l’ambito logistico. 

 

L’articolo «Impariamo a lavorare in un ambiente VUCA» è apparso per la prima volta
sul numero 9/2020 di Logistica .
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VUCA: Volatilità, Incertezza, Complessità e Ambiguità 

VUCA è un acronimo introdotto dal US Army War College per descrivere il nuovo contesto geopolitico generato dalla caduta del muro di Berlino, più volatile, incerto, complesso e ambiguo. 

Volatile, riferendosi alla natura dei cambiamenti, che oggi sono sempre più veloci.
Incerto, per la difficoltà di interpretazione della situazione attuale e degli obiettivi futuri. 

Complesso, a causa della molteplicità dei fattori chiave di decisione e delle loro interconnessioni. 

Ambiguo, per la mancanza di chiarezza e univocità nell’interpretazione degli eventi e per la difficoltà ad interpretare un fenomeno in assenza di informazioni chiare. 

 

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Un nuovo mondo VUCA: ambiente in trasformazione

Nel nuovo mondo VUCA è inutile sfuggire alla complessità, illudendosi ancora che tutto possa essere previsto, classificato o inserito in un modello interpretativo per poterlo gestire. Anche a causa del Covid-19, siamo rapidamente passati da un ambiente stabile, con focus sul controllo, a un ambiente in trasformazione, con focus sulle opportunità. 

Oltre ad essere snelli, ispirandosi ai principi del lean manufacturing, occorre ora più che mai una buona dote di agilità, passando da un’organizzazione con il focus sulle efficienze a un’organizzazione di persone con il focus sull’efficacia. 

 

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Il capovolgimento di un paradigma

Ecco che allora anche i magazzini dei nostri logistici dovranno essere pronti a gestire ancora di più ordini incerti, sporadici e con esigenze di servizio estremamente elevate, ma consapevoli che in “tempi di guerra” il maggior costo passa in secondo ordine rispetto alla garanzia dell’approvvigionamento, anche a scapito di qualche ritardo. Inoltre, occorre rivedere in fretta il paradigma della produttività: “fare meglio con meno e al primo colpo” altrimenti il nostro concorrente risulterà più competitivo. 

La ricerca di una maggiore produttività, come noto, passa attraverso lo studio analitico dei processi: i tempi e metodi di una volta, che sono sempre di grande attualità, possono essere abbinati ai dati transazionali di magazzino per scoprire istantaneamente come ridurre i tempi di prelievo o come stoccare i prodotti con una mappa dinamica delle ubicazioni. 

 

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Flessibilità, problem solving e decision making

Una cosa è certa: chi è in procinto di rivedere l’assetto della propria rete logistica o chi sta semplicemente ripensando il layout del magazzino lo sta facendo con delle “lenti a geometria variabile”, ipotizzando “n” scenari e ricercando la massima flessibilità. 

In un mondo VUCA, la chiave di tutto è rendere flessibile in primis la nostra testa, il nostro comportamento, la nostra struttura organizzativa, i nostri processi, il nostro modo di elaborare previsioni e le nostre modalità di problem solving e decision making. 

In conclusione, oggi più che mai occorre sviluppare la capacità di captare i “segnali deboli” dell’ambiente in cui si opera, e soprattutto di saperli interpretare per aiutare l’organizzazione a comprendere quali di essi si trasformeranno in nuove opportunità. 

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