La logistica dell’energia: le manutenzioni ai rigassificatori e le ripercussioni sul mercato

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Anche l’energia ha una logistica: quella del gas comporta una serie di step materiali ed infrastrutturali particolari, cui anche il nostro Paese ha aggiunto la presenza di terminali galleggianti per lo stoccaggio e la conversione di GNL.

I terminali FSRU (Floating Storage and Regasification Units), nella fattispecie, sono strutture galleggianti utilizzate per lo stoccaggio e la rigassificazione del gas naturale liquefatto (GNL). Questi terminali svolgono un ruolo fondamentale nel settore energetico, consentendo l’importazione, lo stoccaggio e la conversione del GNL in gas naturale, che può essere poi iniettato nella rete di distribuzione a terra.

Si tratta delle soluzioni resesi necessarie per mitigare l’impatto della guerra russo-ucraina e l’estrema fluttuazione dei prezzi a metro cubo sulla borsa del gas.

Il terminale FSRU Toscana LNG

Il terminale FSRU Toscana LNG, gestito da OLT Offshore LNG Toscana SpA, è un esempio di queste strutture. Si trova al largo della provincia di Livorno, in Italia, ed è stato creato a partire da una nave porta-GNL convertita, la “Golar Frost”. 

L’unità FSRU è permanentemente ancorata a circa 22 km al largo della costa tra Livorno e Pisa, e trasforma il GNL che riceve da altre navi metaniere, riportandolo allo stato gassoso.

Il terminale è infatti in grado di ricevere diverse tipologie di GNL provenienti da svariati produttori, allineandone le specifiche secondo quanto richiesto dalla rete nazionale italiana; la capacità di conversione dell’impianto è di 5 miliardi di metri cubi all’anno.

La manutenzione del terminale

Recentemente, OLT ha annunciato un’estensione del periodo di manutenzione del terminale FSRU Toscana LNG: subito prevista tra aprile e la fine di ottobre, la manutenzione è stata anticipata al primo marzo, prolungando così il fermo delle attività. 

La decisione ha avuto delle ripercussioni sul mercato energetico, con un lieve aumento dei prezzi del gas naturale e del LNG, fortunatamente in gran parte compensati dal calo di costo della materia prima.

Chiaramente le manutenzioni a questo genere di infrastrutture sono necessarie e frequenti, come lo sono per gli impianti di terra. Nella situazione attuale, che vede l’Italia importare GNL allo scopo di aggirare la dipendenza dai rubinetti russi, i terminali FSRU costituiscono un potenziale collo di bottiglia.

È da notare come i prezzi del gas naturale e del LNG (Gas Naturale Liquefatto) in Europa siano lievemente aumentati tra il 19 e il 20 febbraio a seguito dell’annuncio che la manutenzione del terminale al largo della costa italiana sarebbe stata prolungata.

I terminali FSRU svolgono innegabilmente un ruolo cruciale nell’immettere linfa nel mix energetico, facilitando l’importazione e la distribuzione del gas naturale. Tuttavia, come dimostra il caso specifico, le operazioni di manutenzione di questi terminali possono avere anche un impatto significativo sul mercato del gas.

I terminali FSRU in Europa

L’Italia non è l’unico Paese che si serve di questo tipo di infrastrutture galleggianti. Oltre al terminale FSRU Toscana LNG, ne esistono diversi altri in Europa: ad esempio, la Germania sta sviluppando tre nuovi terminali FSRU a Lubmin, Brunsbuttel e Wilhelmshaven, che aggiungeranno complessivamente 1,4 miliardi di metri cubi al giorno di capacità di rigassificazione. 

Altre nazioni molto attive nell’espandere la loro capacità di rigassificazione del GNL sono la Polonia e la Francia, che utilizza un impianto simile presso il porto di Le Havre, ossia la nave FSRU Cape Anne.

Tutti questi Paesi hanno potenziato la loro capacità di rigassificare ed immettere nella rete terrestre GNL nell’arco del 2023.

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