Mercato delle portacontainer al bivio: meglio possedere o noleggiare?

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Foto di 3238642 da Pixabay

Le compagnie di Shipping che rinnovano le flotte sono tentate dal controllo in prima persona della proprietà per avere più forza sul mercato

Le compagnie di shipping si stanno preparando a rinnovare la loro flotta di navi panamax, ossia appartenenti a quella classe certificata per l’attraversamento delle chiuse del Canale di Panama. 

Si tratta di una flotta che sta invecchiando rapidamente, soprattutto in merito al rispetto delle nuove norme sulle emissioni di carbonio emesse dall’IMO; le portacontainer non a norma potrebbero infatti essere soggette a tassazioni più pesanti nel giro di breve tempo.

L’avviso arriva da Braemar, una società di brokeraggio navale, che prevede una crescita degli ordini di nuove navi nel 2024: attualmente, il 25% delle navi panamax ha più di 20 anni e questa quota salirà al 40% entro il 2027, secondo i dati diffusi da Braemar.

Maggiore quota di navi di proprietà

Le compagnie di shipping potrebbero voler aumentare la percentuale di navi di proprietà rispetto a quelle noleggiate, per avere un maggiore controllo sui costi e sui prezzi in un mercato del noleggio per tendenza sempre più instabile. 

Questo trend si riflette nella composizione del portafoglio ordini, che storicamente è sempre stato composto per il 55% da navi di proprietà delle compagnie, quota ora salita all’80%.

Questo cambiamento dimostrerebbe che le compagnie di linea hanno investito di più nelle nuove costruzioni, riducendo la dipendenza dal mercato di noleggio

Altri analisti del settore ritengono che questo passaggio potrebbe essere cruciale nei prossimi anni, modificando la struttura dell’offerta del mercato, con le compagnie che restituiscono le navi noleggiate e ottengono un maggiore potere sui prezzi.

Dubbi sull’efficacia della strategia

Tuttavia, non tutti sono convinti che restituire le navi noleggiate sia una strategia efficace per sostenere i prezzi del trasporto marittimo. 

Una voce fuori dal coro giunge dalla firma di consulenza olandese Dynamar, che afferma come si tratti di una delle tante misure di riduzione dei costi che le compagnie di linea adottano in risposta alle condizioni di mercato. 

Secondo Dynamar, restituire le navi è un segno di debolezza del mercato, e alla fine l’economia di mercato prevarrà: quando la capacità supererà la domanda, i prezzi dovranno calare. 

Questo presentimento sembrerebbe confermato dai risultati preliminari del 2023 di Hapag-Lloyd, che ha registrato una perdita di 300 milioni di dollari nell’EBIT del quarto trimestre, con un calo annuo dell’EBIT di 25,7 miliardi di dollari a 2,7 miliardi di dollari, a fronte di volumi simili e di un crollo del 48% dei prezzi medi del trasporto marittimo. 

Inoltre, c’è chi fa notare che non è detto che le navi noleggiate siano più costose da gestire delle navi di proprietà.

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