La carenza di autisti: un problema globale

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La carenza di autisti nel settore dei trasporti ha ormai assunto dimensioni globali confermate da numerosi studi che pongono l’accento sulle implicazioni per l’industria logistica

Pur nella diversità delle cifre sull’occupazione attuale e sulle proiezioni a medio termine, sempre più studi ed indagini denunciano una carenza di autisti che ormai rischia di divenire strutturale nel settore dei trasporti.

Nel finale dell’anno scorso, l’IRU, l’Organizzazione Mondiale dei Trasporti su Strada, nel suo periodico rapporto ha posto l’accento sulla situazione in 36 paesi al mondo rilevando la cronicità del problema alle diverse latitudini.

L’indagine stima che attualmente la carenza di autisti in tali aree abbia raggiunto i 3 milioni di unità con una proiezione al 2028 di ben 7 milioni di conducenti mancanti.

Altri studi come un recente rapporto del World Economic Forum pubblicato nel 2023 ha valutato che la carenza di autisti potrebbe raggiungere 12 milioni a livello globale entro il 2027, con un Outlook quindi ancor più negativo.

Il problema è particolarmente grave in alcune regioni, come la Cina e l‘Europa. In Cina, una posizione su cinque si ritiene rimarrà vacante, mentre in Europa la cifra è stimata in circa 745.000, pari al 17% delle posizioni, e dove i trasportatori stessi segnalano con una percentuale del 62% la grande difficoltà nel reperire mano d’opera qualificata

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IL 2023 è stato un anno ancora negativo per il reclutamento di autisti, toccando in particolare paesi come la Russia e la Cina che hanno evidenziato posizioni vacanti rispettivamente del 14% e del 12%, superate da Uzbekistan e Turchia che dovrebbero avere deficit del 15% e del 16%.

Per contro, nell’anno appena concluso, l’Europa e gli Stati Uniti sembrano aver sofferto meno contabilizzando, secondo i dati dell’IRU, carenze occupazionali contenute al 7% ed al 9% rispettivamente. E’ opinione degli analisti tale risultato sia transitorio in quanto determinato dalla ripresa dei tassi d’inflazione e dalle politiche monetarie restrittive messe in atto che hanno depresso i consumi e contestualmente la domanda di trasporto merci.

Un altro dato interessante è che la carenza di autisti sta diventando sempre più evidente anche in Italia. Secondo un’indagine condotta da Assotir, l’associazione dei trasportatori italiani, nel nostro Paese la carenza di autisti è stimata in circa 50.000 unità

La perdita di attrazione

Una delle motivazioni dell’odierna situazione risiede certamente nella perdita di appeal della professione di autista e, in particolare, di mezzi pesanti.

Con il prevalere di valori che tendono a premiare anche la possibilità di usufruire di tempo libero da dedicare alle persone al di fuori degli impegni lavorativi, non pochi giovani si allontanano sempre più da occupazioni che richiedono sacrifici e totalizzano gran parte del tempo disponibile.

In questo quadro la professione del camionista di per sé faticosa e stressante, comporta spesso la necessità di trascorrere molto tempo lontano da casa rendendo difficile il mantenimento di rapporti familiari o semplicemente extra lavorativi.

Ne è conferma la struttura per età dei camionisti, divenuta una preoccupazione crescente per le aziende, che evidenzia la mancanza di conducenti giovani e un numero crescente di autisti che si avvicinano all’età pensionabile.

Solo il 12% degli autisti dei paesi esaminati ha meno di 25 anni, percentuale che scende al 5% in Europa.

Un ulteriore problema significativo è, poi, l’elevata percentuale di camionisti che si avvicinano all’età pensionabile. Entro il 2028, si stima che circa il 20% dei camionisti in tutto il mondo andrà in pensione.

Il panorama è, peraltro, aggravato dall’invecchiamento della popolazione che ormai si registra in una molteplicità di paesi industrializzati.

Le ricadute sulla logistica

La carenza di autisti sta avendo un impatto significativo sull’industria logistica e sull’economia globale. 

I rischi possono spaziare dalla ridotta efficienza che potrebbe pesare negativamente sulla soddisfazione del cliente alla perdita di competitività

Nei casi più estremi essa può contribuire a provocare interruzioni della catena di approvvigionamento con ulteriore compromissione di beni e servizi.

Da non trascurare, infine, l’eventuale aumento di costi nel caso in cui le imprese, costrette ad aumentare i salari degli autisti per attirarli o trattenerli, dovessero decidere di ribaltare i maggiori oneri sulla clientela.

Per superare il problema in Europa si ipotizzano una serie di azioni, tra cui il miglioramento delle condizioni di lavoro per rendere l’attività di camionista più attraente, ad esempio offrendo salari più alti, orari più flessibili e opportunità di formazione e sviluppo.

Un’altra strada, che va gradualmente assumendo consistenza, è quella di automatizzare le attività.

L’automazione potrebbe in futuro ridurre la necessità di autisti umani. Tuttavia, è importante notare che questa soluzione non è immediata e potrebbe richiedere molti anni per essere completamente implementata.

Fonte: iru.org

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