Carenza di conducenti: armonizzare la valutazione delle competenze nella UE

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È sempre più attuale il problema legato agli autisti extracomunitari e si profila necessaria una proposta per un riconoscimento armonizzato delle competenze e per la formazione sulla sicurezza

Nell’attuale scenario dei trasporti logistici, un fenomeno particolare si sta incancrenendo: l’UE sperimenta infatti da anni una carenza davvero critica di conducenti di mezzi pesanti

Questa situazione impone ormai una riflessione profonda sulla gestione degli autisti, specialmente di quelli provenienti da Paesi terzi rispetto a quelli membri dell’Unione, che con la chiusura di certe frontiere (si pensi alla Brexit) e con la guerra in Ucraina (dalla quale proveniva un certo numero degli autisti in circolazione nella UE) sono, per una parte, venuti a mancare e, per un’altra parte, sono ostacolati dalla disomogeneità delle norme che riguardano il mondo della guida professionale.

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La carenza di conducenti nella UE

La mancanza di 500.000 conducenti professionisti è un problema crescente. Con meno del 5% dei conducenti operanti nella UE al di sotto dei 25 anni, la necessità di nuove risorse è evidente.

Recentemente IRU (International Road Transport Union, parte della World Road Transport Organisation) ha avuto un incontro con il Commissario europeo Schmit proprio per parlare dei problemi legati all’impiego di autisti extracomunitari

Le esperienze portate, positive o negative che siano, rendono evidente che la ricerca di soluzioni per garantire un ambiente di lavoro equo e positivo sia necessaria.

Un riconoscimento armonizzato

Nella fattispecie, la IRU propone un sistema armonizzato nella UE per riconoscere le competenze dei conducenti extracomunitari. Per consentire una maggiore integrazione di forza lavoro da Paesi terzi, il sistema dovrebbe garantire standard di sicurezza stradale e di formazione allineati a quelli comunitari.

Il tema è ben noto al mondo dei trasporti, che da decenni ‘importa’ guidatori dall’Est Europa, ma anche da nazioni del Nord Africa, dall’area balcanica e anche da ex Repubbliche sovietiche alle pendici dell’Asia. Nel recente passato, la Gran Bretagna aveva studiato un sistema di immissione di nuova forza lavoro in questo settore, che con la Brexit ha ulteriori problemi legati all’attraversamento delle dogane britanniche, provocando però un ulteriore disallineamento normativo con il resto d’Europa.

Altri fattore chiave sono l’attrazione che la professione del conducente può esercitare anche sui giovani e anche sulla quota femminile di aspiranti guidatrici professioniste, sino a pochi anni fa piuttosto marginalizzate.

L’esperienza di lavoro dovrebbe garantire un feedback positivo, il che attiene non solo alla formazione ed alla retribuzione, ma anche al rispetto delle regole e degli standard qualitativi da parte dei datori di lavoro, nonché alle garanzie in termini di sicurezza.

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